Confimprese: consumi freddi a giugno. Tornano turisti "big spender"
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EconomiaPrimo piano Gio 20 luglio 2023

Confimprese: consumi freddi a giugno. Ma tornano i turisti "big spender"

Uno scarno +2,5% non recupera neppure l'effetto inflattivo. Meglio del previsto il bilancio del primo weekend di saldi Confimprese: consumi freddi a giugno. Ma tornano i turisti "big spender" Turisti a Fontana di Trevi
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Giugno freddo per i settori della ristorazione, abbigliamento-accessori e retail

L’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala sull’andamento dei consumi  registra  infatti una modesta crescita del totale mercato a +2,1%. Il dato non copre neanche l’effetto inflattivo, che, comunque, nel mese di giugno secondo l’Istat ha iniziato a calare portandosi al +6,4% su base annua. Con un carovita in rallentamento ora a preoccupare sono piuttosto i dati che arrivano sia dalla Cina con un Pil tra aprile a giugno in crescita solo dello 0,8% sia dall’Europa centro-orientale, che ha invece
un’inflazione al 13%. Questi fenomeni, uniti a un minore potere d’acquisto dei consumatori, mostrano ancora una generale resistenza al raffreddamento dei prezzi al consumo.

Saldi meglio del previsto

Nei settori merceologici la ristorazione continua a mantenersi su buoni livelli e segna un +5%, mentre abbigliamento-accessori che nel mese di maggio aveva registrato un tonfo a – 16,2%, si riporta in positivo a +1,7%, sia pure di pochi punti percentuali sopra lo zero. Al riguardo va anche detto che il primo week end di saldi ha disatteso alcune aspettative negative facendo segnare un trend positivo tra +5 e +10%. Continua l’andamento negativo invece di altro retail a -2,8%.

A trainare sono le spese dei turisti

Nei canali di vendita, centri commerciali, outlet e high street si allineano all’andamento generale del mercato intorno al +2%. Il travel, complice il grande afflusso di incoming stranieri, soprattutto dei top spender americani nelle città d’arte italiane, segna un incremento superiore al +20%. L’ottimo andamento del canale contribuisce ad alzare lo scontrino medio soprattutto nella ristorazione e in tutto l’indotto. Quanto alle aree geografiche, si segnala la buona performance del Nord-est a +7,3%, di poco positivo il Nord-ovest a +0,7%. Trend di crescita diffusi anche sul resto della penisola con Centro e Sud che registrano rispettivamente +3,8% e +2,4%.

Verso i dati pre-pandemia

I dati rilevati nel confronto tra il primo semestre 2023 verso lo stesso periodo 2022 sono incoraggianti e mostrano una significativa crescita del totale mercato pari a +9,7%. Ciò significa che i consumi hanno quasi recuperato i livelli pre-pandemia ma solo a valore e non a volume per effetto dell’inflazione. Nei settori merceologici la ristorazione mette a segno la crescita più importante pari a +15,1%, bene anche abbigliamento-accessori a +8%, mentre altro retail mostra andamenti molto più contenuti a +2,8%, nonostante le buone performance delle attività di servizi.
Nei confronti con il pre-pandemia, pieno recupero della ristorazione a +2,1% anche in relazione a un significativo effetto inflattivo con l’indice nazionale dei prezzi al consumo relativo a servizi ricettivi e ristorazione giugno 2023 vs giugno 2021 a +15,1% e di altro retail a -1,2%, mentre abbigliamento-accessori con un -9,1% è ancora lontano dai livelli 2019. Nei canali di vendita la crescita migliore si registra nel travel con livelli intorno al +20% ma anche high street, centri commerciali e outlet mostrano crescite a due cifre.

Ma l’inflazione pesa

«Il primo semestre chiude con una sostanziale tenuta dei consumi – afferma Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese –. La crescita a due cifre del totale mercato è infatti dovuta in larga parte agli effetti inflattivi. Tuttavia, analizzando più a fondo l’andamento mensile si nota un rallentamento negli ultimi due mesi.  Il dato può essere imputato a due principali fattori: la ritardata stagione estiva che ha fortemente penalizzato il settore abbigliamento, ma anche l’impatto dell’inflazione ormai cumulata anno su anno che si attesta al +14,3% rispetto al 2021 e che, di conseguenza, comprime il potere d’acquisto dei consumatori».

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