Parte il mini risiko delle Fondazioni bancarie
Per le Fondazioni bancarie più piccole e in difficoltà è una specie di manna. Le legge prevede, infatti, un credito d’imposta.Le legge sulle Fondazioni bancarie
L’opportunità è offerta nella legge di Bilancio 2023. Per le Fondazioni bancarie più piccole e in difficoltà è una specie di manna. Le legge prevede, infatti, un credito d’imposta a favore degli enti che si faranno carico di incorporare gli istituti ormai a bassa patrimonializzazione e che rischiano, quindi, di veder venir meno la loro funzione di erogare fondi per i territori.
In tutto una ventina di realtà, che hanno meno di 50 milioni di masse amministrate, come richiesto dalla legge, e di queste almeno la metà in cronica difficoltà, dopo aver perso la banca di riferimento da cui erano nate. In pratica, un riassetto, di cui si parlava da anni e che ora potrebbe vedere luce. Restano escluse da questa manovra, però, le operazioni più ghiotte, come la fusione tra Compagnia San Paolo e Ert, di cui si parla da tempo. Quella è un’altra partita, esclusa dalla ratio della legge.
Il credito d’imposta previsto, invece, dal governo Meloni a favore delle incorporanti sarà “pari al 75% delle erogazioni in denaro a beneficio dei territori di operatività delle incorporate in gravi difficoltà”. Con questa formula si intendono quelle Fondazioni che “hanno patrimonio contabile 2021 non superiore a 50 milioni di euro e bilanci di missione nel quinquennio 2017-2021 con erogazioni deliberate ridotte per almeno il 30% rispetto al quinquennio precedente”.
Il bonus, che sarà anche cedibile a intermediari finanziari, sarà assegnato fino a esaurimento dei fondi, ovvero 6 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027. Per dare il via a questo mini risiko bisognerà attendere, però, il provvedimento di attuazione delle Entrate. Questione di qualche settimana, dicono.