Anche i ricchi piangono, dopo 15 anni si ritrovano con meno soldi
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ApprofondimentiEconomia Mer 12 luglio 2023

Anche i ricchi piangono, dopo 15 anni si ritrovano con meno soldi

Lo studio “Global Wealth 2023: Resetting the Course”, il 23esimo rapporto annuale sulla ricchezza globale a cura di Boston Consulting Anche i ricchi piangono, dopo 15 anni si ritrovano con meno soldi
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Per la prima volta dopo 15 anni, il valore della ricchezza finanziaria globale si è contratto, diminuendo del 4% nel 2022 e arrivando a 255mila miliardi di dollari. Stando allo studio “Global Wealth 2023: Resetting the Course”, il 23esimo rapporto annuale sulla ricchezza globale a cura di Boston Consulting Group (BCG), tra i fattori scatenanti vi è il contesto di incertezza geopolitica dovuto alla guerra in Ucraina, che ha determinato l’aumento dell’inflazione, l’incremento dei tassi di interesse e le scarse performance dei mercati azionari. Tuttavia, ci si aspetta che questa diminuzione sia di breve durata, poiché è previsto un rimbalzo del 5% per quest’anno, che porterà il valore della ricchezza globale a 267mila miliardi di dollari.

Tra i punti positivi del 2022 vi è un aumento del 6,2% del valore dei contanti e dei depositi personali globali, poiché lo scorso anno è stato caratterizzato da un approccio più prudente agli investimenti. Il valore degli asset reali, che vanno dall’immobiliare all’arte, è aumentato del 5,5% raggiungendo i 261mila miliardi di dollari. Complessivamente, la ricchezza globale assoluta è arrivata a 516mila miliardi di dollari nel 2022, con un aumento dell’1% rispetto al 2021.

“Dopo un 2021 da record con un aumento del 10%, la ricchezza finanziaria globale ha vissuto nel 2022 la sua prima flessione dal 2008 – ha dichiarato Graziano Pace, Principal di BCG -. La riduzione del 4% è attribuibile a incremento dei tassi, inflazione e ridotte performance dei mercati. L’Italia non ha rappresentato un’eccezione con un calo del 3% della ricchezza finanziaria. Ci aspettiamo che il miglioramento del contesto macroeconomico e il rimbalzo dei mercati possano guidare un ritorno alla crescita già nel 2023. Tuttavia, gli operatori del settore dovranno continuare a lavorare su un’offerta distintiva, un servizio di advisory eccellente e un modello operativo ottimizzato per sostenere la ripresa nel medio-lungo termine”.

Le aree geografiche

Mentre nel 2022 la ricchezza finanziaria è diminuita in Nord America ed Europa, ha continuato a crescere in Asia-Pacifico, Medio Oriente, Africa e America Latina. Inoltre, come spesso accade in periodi di incertezza macroeconomica, la ricchezza transfrontaliera è aumentata del 4,8% nel 2022, raggiungendo i 12mila miliardi di dollari a livello globale.

In questo contesto, si è assistito a una trasformazione delle dinamiche del settore. Ad esempio, la Svizzera rimane un hub finanziario e di gestione patrimoniale altamente attraente, ma entro la fine del 2025 sarà Hong Kong il booking center più grande del mondo. Hong Kong ha infatti registrato il più alto tasso di crescita degli asset under management (AuM) tra i principali booking center negli ultimi cinque anni, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 13%. Quello che frena quest’area è tuttavia la forte concorrenza con Singapore, che viene sempre più percepita come un porto sicuro per la regione Asia-Pacifico.

Infine, gli Emirati Arabi Uniti hanno attirato asset provenienti da diverse aree, inclusa l’Asia-Pacifico e l’Europa orientale, registrando una crescita degli AuM più rapida rispetto a qualsiasi altro booking center. Si prevede che la loro ricchezza finanziaria continui a crescere nei prossimi cinque anni con un tasso del 10%. L’Italia è l’ottavo Paese per ricchezza finanziaria totale a livello modiale, con un totale di 5.700 miliardi di dollari americani[2], leggermente meno rispetto al 2021. Gli asset reali registrano invece gli stessi livelli (7.400 miliardi di dollari USA), mentre le passività hanno raggiunto i 900 miliardi di dollari.

Nonostante il mercato abbia registrato un’inflessione nell’ultimo anno, l’insieme di ricchezza finanziaria, pool di asset reali e passività sono cresciuti del 2,1% dal 2017 al 2022, raggiungendo in totale i 13.700 miliardi di dollari USA. Nell’ultimo anno il nostro Paese ha raccolto l’11,6% della ricchezza finanziaria, il 11,7% degli asset reali e il 6,8% delle passività dell’Europa Occidentale

L’analisi BCG stima 411 mila italiani milionari, cioè persone che detengono un patrimonio di  almeno un milione di dollari in ricchezza finanziaria, meno dell’1% della popolazione. Se si guarda poi al segmento degli Ultra-High Net Worth, gli individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria, in Italia se ne contano 2.000. Stando ai dati, ben il 43% del patrimonio finanziario nel 2022 è detenuto dai milionari, ma una larga parte della ricchezza appartiene ai cosiddetti clienti affluent e mass, gli individui con una ricchezza che arriva al milione[3]. Nei prossimi 5 anni i vari segmenti seguiranno trend diversi: rimarrà stabile il numero dei milionari con patrimoni dall’1 ai 100 milioni di dollari USA (Lower- e Upper-High Net-Worth) e degli affluent, crescerà dell’1% il numero di individui con patrimoni maggiori di 100 milioni (Ultra-High Net Worth), mentre diminuiranno del 2% i clienti mass.

Pressioni sui profitti

Il comparto Wealth faceva i conti da tempo con dei margini ridotti, ma i gestori patrimoniali sono stati sostenuti dal clima favorevole dei mercati finanziari e dall’aumento del volume di affari. È proprio quest’ultimo ad aver registrato una diminuzione dell’11% nel 2022. Inoltre, i costi sono aumentati in tutto il settore, dato l’ampliamento dei team di front office, all’incremento dei salari e all’aumento della spesa tecnologica, e si prevede rimangano elevati a causa di un’inflazione superiore a quella del decennio precedente. Anche i margini di profitto ante imposte per i gestori patrimoniali sono diminuiti in media di 2,3 punti base (bps) a livello globale. Gli operatori nelle regioni Asia-Pacifico e Nord America hanno registrato le diminuzioni più pronunciate, rispettivamente 5,5 bps in Asia-Pacifico e 3,1 bps in Nord America, rispetto a un aumento di 2,5 bps in Europa e di 0,3 bps in America Latina.

Secondo lo studio, i gestori patrimoniali devono adottare nuove iniziative sia sul fronte dei ricavi che dei costi per rimanere competitivi. Tra le azioni chiave sul versante dei ricavi vi è la creazione di un motore di crescita scalabile nell’acquisizione dei clienti, la progettazione di un’offerta distintiva nel mercato privato, la revisione dello scaffale dei prodotti in linea con i cambiamenti dei tassi di interesse e un cambiamento da tempo necessario nell’offerta di consulenza finanziaria, guidato dai progressi dell’intelligenza artificiale generativa. Parallelamente, è necessario adottare un approccio audace per ridurre i costi, compreso un riesame dei processi dall’inizio alla fine, una valutazione attenta delle decisioni di outsourcing, l’esplorazione di soluzioni tecnologiche e operative di terze parti e la semplificazione dei prodotti e dei servizi tramite la gestione di portafogli discrezionale simile alla consulenza.

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