Bonus addio, stop anche al 75% su porte, finestre e impianti domotici - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Famiglie/Approfondimenti
ApprofondimentiFamiglie Dom 14 gennaio 2024

Bonus addio, stop anche al 75% su porte, finestre e impianti domotici

Con le ultime modifiche approvate a fine anno "salta" lo sconto in fattura per l'eliminazione delle barriere architettoniche Bonus addio, stop anche al 75% su porte, finestre e impianti domotici
Maddalena Camera
di 
Maddalena Camera
L’effetto del Decreto “Superbonus”  ha limitato la portata della detrazione barriere architettoniche che permetteva la detrazione al 75% anche su  porte, finestre e automazione degli impianti che invece, dal 2024, dovranno accontentarsi del 50%.  Ovviamente le modifiche non sono gradite agli operatori come FederlegnoArredo, Unicmi e Cni che raggruppano gli artigiani  che lavorano nel settore. Una modifica purtroppo necessaria in quanto dava adito ad abusi. Infatti bastava spostare le maniglie di porte e finestre più in basso per ottenere l’agevolazione che era consentita anche per l’eliminazione delle barriere architettoniche nel bagno, con rifacimento vasca. Il risultato era sempre lo stesso con ditte edili che proponevano il  rifacimento di tutto il bagno con sconto in fattura al 75%.

La detrazione scende al 50% ma senza lo sconto in fattura 

Dal 2024 possono essere agevolati con la detrazione del 75% solo gli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Insomma sono stati eliminati tutti gli interventi che potevano dare luogo, come del resto scritto nella norma abrogativa a “comportamenti opportunistici”.
Inoltre il decreto, approvato il 28 dicembre ed entrato in vigore due giorni dopo, ha bloccato la possibilità di optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito alle spese sostenute dopo il 31 dicembre 2023.  E dunque, dal 2024, l’unico modo di ottenere il bonus barriere architettoniche è come detrazione Irpef.

Prospettive difficili per il settore edile 

Il risultato è che per il settore edile le prospettive, senza bonus e senza sconti in fattura e con i fondi del Pnrr che risultano difficili da spendere in nuove opere, non siano rosee. “Il settore edile è stato uno dei principali motori della ripresa dell’economia italiana- ha spiegato Giovanni Pelazzi presidente di Argenta Soa organismo che certifica le aziende edili per la partecipazione alle gare pubbliche-  rispetto ai livelli pre-Covid il valore aggiunto delle costruzioni è più alto del 33%, correndo a una velocità di crescita pari a circa quattro volte quella del manifatturiero (+8,5% nello stesso periodo) e dei servizi (+7,7%) e a fronte di un arretramento nell’agricoltura (-5,0%)”. Dopo  questa forte crescita degli ultimi due anni, il comparto edile, secondo il Centro Studi di Argenta Soa, sta purtroppo mostrando segnali di significativo indebolimento.

L’impatto dell’inflazione e del costo del denaro pesa su famiglie e imprese

“Gli investimenti- continua Pelazzi- sono diminuiti nel secondo trimestre e le informazioni attuali non lasciano intravedere un’inversione di tendenza nel breve periodo, tenuto conto anche dell’incertezza legata al Superbonus che sta allontanando imprese e privati dal suo utilizzo”. A pesare sul futuro, dice il centro studi di Argenta Soa, del settore sono gli impatti dell’inflazione e del costo del denaro per famiglie e imprese, oltre all’incertezza che rende più difficile programmare le strategie sia per le imprese che per le famiglie. Inoltre, l’aumento del costo di finanziamento sul fronte dei mutui per le famiglie è alto mentre sono saliti contestualmente i prezzi di vendita degli immobili. E anche per le imprese i tassi sono intorno al 4% medio e si sono irrigiditi i criteri di garanzia richiesti dalle banche con il risultato che si è ridotta la domanda di prestiti (oltre il 5% in meno a luglio, secondo Banca d’Italia).

 

Condividi articolo