Troppe guerre nel mondo. Powell stop ai tassi. Wall Street respira
L'inflazione e la crescita in Usa restano elevate e per questo serviranno nuovi rialzi. Non ora, però, perchè troppe guerre nel mondoInflazione e crescita
L’inflazione e la crescita economica negli Stati Uniti sono ancora troppo elevate . Per questo, avverte il presidente della Fed Jerome Powell ci sara’ “bisogno di una nuova stretta sui tassi”. Tuttavia il nuovo rialzo non è imminente considerano l’ecalation di violenza in Ucraina e Medio Oriente. Le parole di Powell all’Economic Club di New York non piovono inaspettate su Wall Street che, infatti, dopo l’iniziale incertezza gira gli indici verso un moderato rialzo. Un buon segno per la riapertura di domani delle Borse europee che, invece, si erano mantenute in terreno fortemente negativo per tutta la giornata. Piazza Affari con un ribasso dell’1,4% ha indossato la maglia nera.
Denaro a caro prezzo
Gli occhi dei mercati restano puntati sulla tenuta dell’economia Usa e Powell toglie ogni illusione confermando che i tassi resteranno elevati per molto tempo. “I dati recenti hanno mostrato progressi verso gli obiettivi della Fed” che punta ad un’inflazione stabile e un forte mercato del lavoro. Tuttavia la dinamica dei prezzi è ancora troppo vivace “Pochi mesi di dati positivi non bastano per pensare ad un ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo” del 2%. A settembre, i prezzi al consumo sono attesi in rialzo del 3,5% rispetto a un anno prima, con il dato ‘core’ al 3,7%, ha detto il presidente della Fed. Powell ha poi aggiunto che una crescita troppo forte “potrebbe mettere a rischio i progressi e rendere necessaria un’ulteriore stretta della politica monetaria”. Ad attenuare questo rischio c’è il rialzo record dei titoli di Stato Usa. Il T-Bond a dieci anni è ormai al 5% (livello più alto dal 2007) “producendo condizioni finanziarie più rigorose che la Fed desidera”. Rendimenti così alti – ha aggiunto – “potrebbero ridurre la necessità di nuove restrizioni del credito”
Il pretrolio torna sotto quota 90 dollari
Buone notizie anche dal fronte dell’energia. Il petrolio torna sotto 90 dollari. L’Opec infatti non ha accolto la richiesta dell’Iran di bloccare le esportazioni di greggio verso Israele. Inoltre gli Stati Uniti hanno annunciato la revoca temporanea di numerose sanzioni al Venezuela, comprese quelle nel settore del petrolio e del gas. L’iniziativa è giunta dopo che il governo e l’opposizione del Paese hanno accettato la supervisione internazionale delle prossime elezioni.