Upb, la flat tax non è sostenibile per i conti pubblici
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GovernoIn evidenza Ven 26 maggio 2023

Flat tax sotto attacco: "Non è sostenibile per i conti pubblici"

Per gli analisti dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ci vuole cautela nell'ampliamento della platea dei debeficiari della flat tax Flat tax sotto attacco: "Non è sostenibile per i conti pubblici" Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Upb, la flat tax non è sostenibile per i conti pubblici

Parola dell’Ufficio parlamentare di bilancio che entra a gamba tesa sulla tassa piatta, cavallo di battaglia della Lega durante la campagna elettorale. Nella Memoria alla commissione Finanze della Camera, gli esperti dell’Upb spiegano che “i margini per recuperare risorse attraverso la ricomposizione del prelievo risultano limitati”. Inoltre il ricorso all’indebitamento sarebbe “inappropriato per le conseguenze negative sui conti pubblici e sulla loro sostenibilita'”.

Infine l’Upb ricorda che le risorse appostate nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale “sono state gia’ utilizzate” e i margini emersi con il Def 2023 si riferiscono al solo 2024. Ma soprattutto “non rappresentano una fonte permanente di copertura“. Gli analisti smontano poi anche il teorema del ritorno di incassi legato alla flat tax che, nella visione della Lega, fa scattare l’ “autofinanziamento” della tassa piatta. 

Nella visione dell’Upb, le aggiori entrate legate a tax compliance e il contrasto all’evasione fiscale “potranno essere utilizzate solo dopo tre anni, dopo la certificazione prevista per l’alimentazione del Fondo”. Come opzione sul tavolo per finanziare la flat tax resterebbe dunque   il taglio della spesa pubblica che, anche alla luce dei bisogni legati all’invecchiamento, “richiederebbe una ridefinizione del livello dei servizi e delle platee dei beneficiari”.

E’ essenziale essere cauti

L’analisi dell’Upb invita la politica alla cautela nell’ampliamento della platea dei beneficiari della flat tax.”La gradualità del percorso di riforma se, da un lato, appare prudente ai fini del reperimento di adeguate coperture e utile a consentire ai contribuenti e all’amministrazione l’adattamento ai nuovi istituti, dall’altro, espone al rischio che un’applicazione parziale degli interventi previsti renda il sistema ancora più frammentario di quello vigente e con maggiori criticità dal punto di vista dell’equità e dell’efficienza” proseguono gli esperti nell’ambito delle osservazioni alla delega fiscale.

No a nuovi regimi speciali

In particolare per l’Upb ” appaiono particolarmente problematici: l’ampliamento e l’introduzione di nuovi regimi speciali, come nel caso dei redditi agrari e della flat tax incrementale per i redditi da lavoro dipendente; l’ulteriore compressione del perimetro della progressività dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, come nel caso dell’applicazione della cedolare secca anche alle locazioni di immobili adibiti a uso diverso da quello abitativo; l’assenza di indicazioni su una possibile futura omogeneizzazione delle diverse aliquote di imposta o di un loro coordinamento”, sottolinea Upb.

C’è un rischio di peggioramento dei conti pubblici

Ma, per l’Upb, il problema centrale resta il bilancio dello Stato. “Anche se la riduzione di gettito si distribuisse su più anni con una transizione graduale verso il sistema a regime, lo stato attuale dei conti pubblici e l’elevato debito pubblico impongono la necessità di trovare adeguata compensazione in altre forme di prelievo, nel contrasto dell’evasione fiscale o mediante una riduzione della spesa che, tuttavia, appare problematica alla luce sia della compressione avvenuta negli anni che hanno preceduto le recenti crisi sanitaria e inflazionistica, sia dell’aumento dei costi legati all’invecchiamento della popolazione che ci attendono in prospettiva”, osserva l’Upb. Come a dire che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. 

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