Le vendite di Tesla e l'ennesima balla sull'auto elettrica
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AutoIn evidenza Ven 26 maggio 2023

Le vendite di Tesla e l'ennesima balla sull'auto elettrica

La statisticha Jato secondo cui l'auto elettrica di Tesla Model Y è la vettura più venduta al mondo va letto sino in fondo. Le vendite di Tesla e l'ennesima balla sull'auto elettrica TESLA MOTORS
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

La grancassa ambientalista  in questi giorni sta sparando una notizia definita sensazionale.  Per la prima volta, viene sottolineato con enfasi, un’auto elettrica pura è in testa alla classifica mondiale di vendita. Si tratta della Testa Model Y ed a supporto si citano i  dati Jato  (fornitore globale di analisi e statistiche di mercato) per il primo trimestre di quest’anno su 53 mercati di tutto il mondo.

“Già nel 2022 la Tesla Y era stata la terza auto più venduta,  dietro  la Toyota Rav4 e la Toyota Corolla – sottolinea Jato -,  ma il divario tra i due modelli ha iniziato a ridursi man mano che Musk ha continuato a tagliare i prezzi delle sue auto. Il boom dell’elettrico ha poi fatto il resto”. Si arriva dunque al dato del primo trimestre con Tesla Model Y in testa con 267.200 unità con  ottimi risultati in Cina, suo mercato principale, negli Stati Uniti e in Europa, dove è diventata il veicolo più venduto.

Ma non è tutto oro quello che luccica

Le classifiche, però, vanno lette sino in fondo. E se Tesla Y in effetti risulta la più venduta nel trimestre, ciò non significa un amore spassionato dei consumatori mondiali (specialmente europei ed italiani) per l’elettrico. Intanto, prendendo in considerazione l’intero 2022, per quanto riguarda l’Europa, la vera notizia è che la Volkswagen Golf perde il trono di regina delle vendite detenuto quasi ininterrottamente dal 2008 a scapito della piccola di casa Peugeot, la 208.

Golf  viene battuta anche dalla sorella T-Roc e dalla Dacia Sandero. In sostanza ai primi dieci posti ci sono Peugeot 208, Volkswagen T-Roc, Dacia Sandero, Volkswagen Golf, Hyundai Tucson, Toyota Corolla, Renault Clio, Opel Corsa, Dacia Duster, Toyota Yaris. In tutto questo è certamente da sottolineare la crescita di Tesla.

Ma c’è di più: Tesla infatti viene commercializzata come scelta unica, mentre i modelli delle singole marche, tra varie declinazioni, nomi  e motorizzazioni nella stessa fascia, si fanno una guerra fratricida  da cui non esce alcun vincitore assoluto. Correttezza vorrebbe quindi che si confrontassero le vendite di Tesla Model Y  con l’intera gamma delle singole marche di pari cilindrata e caratteristiche. 

A frenare la corsa delle le auto endotermiche, in Europa come negli Stati Uniti, è comunque ancora la carenza di componenti elettronici dovuta ai blocchi di covid e guerra. Di pochi giorni fa un sondaggio tra i concessionari italiani da cui emerge che per alcuni modelli il tempo di attesa  arriva ad un anno. Diverso il discorso per le Tesla la cui produzione ha sempre marciato a pieno regime.

La reale situazione sul mercato

Ciò non significa non voler celebrare i successi di Tesla. Ma è corretto dare una fotografia esatta del mercato dell’auto in cui l’elettrico, soprattutto in Italia,  riveste ancora una parte poco più che residuale. I cantori italiani del green farebbero bene a impararsi a memoria la situazione dell’automotive che emerge da un dossier che McKinsey presentato nell’ambito della Motor Valley fest. McKinsey  sottolinea lo scarso amore “degli automobilisti italiani per l’elettrico” ma, per contro, come sia ” irrealistico pensare che l’elettrificazione non sia un processo già avviato e non sia l’elemento principale su cui basare le  strategie”.

Detto questo la società internazionale di consulenza sottolinea come “i cinesi stiano aumentando le capacità competitive” e come l’industria europea debba “prendere in seria considerazione la situazione per non rischiare la sua stessa esistenza”. Per difendere i posti di lavoro, servirebbe mettere in  campo politiche più forte per favorire l’industria interna frenando l’espansione del Dragone. Questo stanno facendo Paesi come gli Stati Uniti o come la  Francia, che in assenza di una vera politica industriale dell’Unione Europea, fanno  da sole. Anche per questo, suonare oggi le campane ecologiste per i presunti record di Tesla, suona come una tragica miopia.

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