Ferrero nel mirino dell’Antitrust turca: stritola i produttori di nocciole
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Imprese Gio 17 novembre 2022

Ferrero nel mirino dell’Antitrust turca: «Stritola i produttori di nocciole»

Ferrero nel mirino dell’Antitrust. Per i turchi stritola i produttori di nocciole. Ankara punta a verificare se il gruppo italiano. Ferrero nel mirino dell’Antitrust turca: «Stritola i produttori di nocciole» GIOVANNI FERRERO
Redazione Verità&Affari
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Ferrero nel mirino dell’Antitrust turca

Con le sue strategie d’acquisto, produzione, lavorazione ed esportazione di nocciole una delle società del Gruppo Ferrero, la Ferrero Findik Ithalat Ihracat ve Ticaret As, e le sue controllate avrebbero stretto in una morsa il mercato turco delle nocciole. «Il consiglio della concorrenza ha ritenuto gravi le conclusioni dell’istruttoria e ha deciso di aprire un’indagine», è scritto in una nota del Turkish Grain Board, regolatore statale che supervisiona i prezzi, lo stoccaggio e i pagamenti, ovvero l’Authority garante delle concorrenza.

Che ora cercherà di accertare se le aziende del gruppo Ferrero (presente in Turchia con sei stabilimenti e più di mille dipendenti) «abbiano violato la legge di mercato delle nocciole a tutti i livelli, dalla produzione all’acquisto e alla decorticazione per l’esportazione». L’accusa è di abuso di posizione dominante. Ferrero è da circa 35 anni attiva in Turchia, dove acquista nocciole per i suoi prodotti, soprattutto per la crema spalmabile Nutella. L’iniziativa dell’Authority su Ferrero dovrebbe essere partita con le denunce dei produttori di nocciole locali (la Turchia è il principale esportatore mondiale) che a più riprese hanno denunciato quella che definiscono una «stretta mortale» sulle quotazioni dei loro raccolti da parte della Ferrero.

I contratti sotto accusa

L’azienda italiana in particolare è accusata di spingere al ribasso i prezzi. «Comprano nocciole da 22 a 23 lire turche al chilo (poco più di 2 dollari, ndr) e le rivendono a 23 dollari», ha denunciato qualche tempo fa Omer Demir, presidente della Camera dell’agricoltura di Istanbul. E sono finiti sotto accusa i contratti. «L’approccio che utilizza Ferrero nell’interfacciarsi con i produttori», ha spiegato Seyit Aslan, segretario generale del sindacato Gida-Is, «è quello di creare dei contratti stagionali, scrivendo sul contratto il prezzo e le condizioni d’acquisto. E quando qualcosa non va come previsto è il produttore a uscirne penalizzato».

I contadini turchi che si occupano di raccogliere la maggior parte delle nocciole destinate alla crema spalmabile si sono quindi lamentati delle condizioni di lavoro e degli stipendi bassi. E coinvolgendo le associazioni di categoria e i sindacati hanno scatenato uno scontro sui diritti dei lavoratori. Il sindaco della città turca di Ordu (nel nord-est del Paese), capoluogo dell’omonima provincia sul Mar Nero al centro di una delle principali zone di produzione di nocciole del Paese, ha fatto sapere di aver sfidato in Tribunale il gruppo italiano, depositando un atto d’accusa lo scorso settembre.

«Non possiamo lasciare le nocciole in balia di pochi speculatori», ha commentato l’assessore comunale Hilmi Güler in un’intervista al quotidiano turco Hürriyet. Da Ferrero, invece, hanno liquidato la questione dell’antitrust con poche parole: «Confermiamo che l’Autorità Garante della concorrenza ha avviato un’indagine. Stiamo agendo nel pieno rispetto dei requisiti legali e abbiamo fiducia nel processo».

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