Lufthansa torna in pole per la vendita di Ita e senza Msc
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Imprese Ven 18 novembre 2022

Lufthansa torna in pole nella data room per la vendita di Ita e senza Msc

Sorpasso in alta quota. Per la cessione di Ita Airways il governo ha ormai deciso di puntare su Lufthansa, ribaltando la decisione. Lufthansa torna in pole nella data room per la vendita di Ita e senza Msc LUFTHANSAAEREOAEROMOBILEAEROPLANO
Redazione Verità&Affari
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Lufthansa in gara per Ita

Sorpasso in alta quota. Per la cessione di Ita Airways il governo ha ormai deciso di puntare su Lufthansa, ribaltando la decisione dell’esecutivo precedente che aveva scelto la cordata guidata dal fondo americano Certares, in alleanza commerciale con Air France-Klm e Delta Airlines.

Secondo quanto riportato questa mattina dal Corriere della Sera, il Tesoro ha aperto la data room con i numeri riservati dell’ex Alitalia alla compagnia aerea tedesca. Non però a Msc, che pure si era presentata in cordata con Lufthansa per ottenere l’80% di Ita (così il 60% della compagnia sarebbe andato ai tedeschi, il 20% a Msc e il restante 20% allo Stato italiano). Nessuna autorizzazione nemmeno per il fondo Certares, la cui offerta (che lasciava al ministero dell’Economia il 49,99% delle azioni e il potere di designare il presidente di Ita) ad agosto era stata ritenuta la migliore dal governo Draghi.

Già a fine ottobre il governo Meloni aveva messo fine alla trattativa in esclusiva con gli americani, riaprendo totalmente la partita. La decisione di puntare su Certares infatti non era piaciuta al centrodestra, che non ne aveva fatto mistero. «Ci ha colti di sorpresa», aveva ammesso Giancarlo Giorgetti, all’epoca ministro dello Sviluppo economico, aggiungendo la sua preoccupazione per il fatto che «l’offerta di Certares non preveda un partner industriale visto che Delta e Air France sarebbero presenti solo sul fronte delle alleanze».

Contrarietà all’operazione era stata espressa anche da Giorgia Meloni, all’opposizione ma già da tempo in testa a tutti i sondaggi, la quale si era espressa in favore di una azienda che rimanesse in mani pubbliche. «Secondo me bisognava valutare la possibilità di mantenere la nostra compagnia di bandiera, non ci facciamo certo un figurone a essere, forse, l’unico grande paese occidentale che non ha una propria compagnia di bandiera», aveva detto l’attuale premier.

 

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