Garofalo Health Care accelera nella crescita: "Questi i nostri prossimi piani"
I piani della Garofalo Health Care, unica realtà della sanità privata italiana ad essere quotata in Borsa a Milano.
L’ultima operazione, messa a segno a Roma, è quella che forse al gruppo sta più a cuore. E non è un gioco di parole, visto che l’obiettivo è di realizzare un centro cardiovascolare d’eccellenza. Si tratta di un ritorno alle origini per la Garofalo Health Care, unica realtà della sanità privata italiana ad essere quotata in Borsa: 322 milioni di ricavi nel 2022, 21 milione di utile, 33 strutture sanitarie in 8 regioni per 4300 addetti.
Ritorno a Roma
Con l’acquisto del gruppo romano Aurelia 80, operazione da 48 milioni, che prevede l’acquisizione della struttura privata accreditata Aurelia Hospital e delle partecipazioni in altre 3, sempre nella capitale, è come se si riavviasse il nastro dei ricordi di famiglia. Perché tutte quelle cliniche erano state fondate negli anni ’50 dal professore Raffaele Garofalo. Storico medico e padre di Maria Laura Garofalo, fondatrice e azionista di controllo della Garofalo Healthcare.
La crescita
Una crescita del gruppo che dura da 20 anni e che ha avuto la sua accelerazione con la quotazione nel 2018. E confermata dalla semestrale (che sarà presentata a settembre) e che si preannuncia “migliore della trimestrale”, che era già oltre le attese. “Siamo riusciti a dimostrare al mercato che sappiamo gestire ed efficientare le strutture sanitarie – dice l’amministratore delegato Maria Laura Garofalo -. In questi anni siamo cresciuti in maniera più rapida di quello che avevamo previsto e ci siamo riusciti grazie alla nostra organizzazione che, all’interno di un budget fissato, lascia ai manager l’autonomia necessaria per esprimere anche le sensibilità del territorio in cui opera”.
Pochi mesi prima dell’operazione su Aurelia 80, il gruppo aveva messo il proprio timbro anche sul Sanatorio Triestino, struttura giuliana con 80 posti letto per la chirurgia e 40 nella Rsa. È quindi appagata per ora la voglia di espansione? “Se potessimo crescere ancora a Trieste non ci dispiacerebbe, il Friuli Venezia Giulia è una regione che ci piace. Ma ora ci dobbiamo concentrare sulla ristrutturazione del gruppo romano. Pur mantenendo, ovviamente, gli occhi aperti sul mercato”, risponde Garofalo.