Illy, in Borsa entro il 2026. Raddoppio della produzione a Trieste
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AperturaImprese Sab 30 settembre 2023

Illy, in Borsa entro il 2026. Raddoppio della produzione a Trieste

Cristina Scocchia da inizio 2022 è l'amministratore delegato di Illy, il colosso del caffè con sede a Trieste. Illy, in Borsa entro il 2026. Raddoppio della produzione a Trieste
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

La quotazione in Borsa? “Entro il 2026”. Il rincaro delle materie prime? “Abbiamo aumentato i nostri listini di appena il 3% a gennaio e del 3% lo scorso anno, a fronte di un aumento dei costi delle materie prime del 17%. Anche in questo modo si è un’impresa sostenibile”. I prossimi obiettivi? “Crescere in Cina, la patria del tè, dove puntiamo a triplicare il fatturato”. Cristina Scocchia da inizio 2022 è l’amministratore delegato di Illy, il colosso del caffè con sede a Trieste.

Un’eccellenza italiana, simbolo dell’espresso, che proprio quest’anno compie 90 anni e che continua a crescere. Anche nel primo semestre ha registrato un incremento del 5% dei ricavi, sui 567,7 milioni di euro di fatturato del bilancio 2022. Ma a spiccare, nei conti, è stata la redditività, in crescita a doppia cifra con il +21%.

“Merito del lavoro per migliorare l’efficienza operativa che è stato fatto – spiega Scocchia – e della scelta decisa di puntare sull’espansione internazionale ed in particolare sugli Stati Uniti, che ci ha premiato con un incremento delle vendite del 16% nel primo semestre su quel mercato, e ora sulla Cina”. La scalata al colosso asiatico da parte del gruppo è appena iniziata. Con settembre è diventato operativo l’accordo quadriennale con Hangzhou Onechance Tech, gigante delle vendite da 800 milioni di capitalizzazione quotato sulla Borsa di Shenzen.

Sarà lui la testa di ponte per conquistare il mercato cinese, online e nella Gdo. Mentre il canale Horeca sarà presidiato direttamente da Illy. “La Cina è per noi un mercato con enormi potenzialità – prosegue l’ad -. Anche se la stragrande maggioranza beve ancora il tè, la penetrazione del caffè sta aumentando. A Shanghai abbiamo anche aperto una filiale. Puntiamo a triplicare entro il 2026 il fatturato fatto là l’anno scorso”.

Il 2026 è anche la data, entro la quale l’azienda si prefissa di raggiungere un altro importante traguardo: la quotazione in Borsa. Il periodo preciso non è ancora stato calendarizzato, ma in casa Illy si lavora in quella direzione, avendo già adeguato il bilancio ai principi contabili internazionali. “La quotazione è un obiettivo contenuto nel nostro piano e una sfida che io ho personalmente accettato – conferma la top manager -. Una data ufficiale non l’abbiamo ancora decisa, anche perché dipenderà da come andranno i mercati e il contesto macroeconomico”.

Ovvero, leggasi, il rischio del palesarsi di una recessione. “In realtà, voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e credo che sia importante rimanere ottimisti come manager e imprenditori, perché vuol dire anche continuare ad investire nelle imprese – puntualizza Scocchia -. Siamo tutti preoccupati dal contesto macroeconomico, ma gli indicatori ci dicono che l’Italia chiuderà in positivo il 2023. Certo, si può far meglio, ma guardando i dati mi piace pensare, che la recessione forse l’abbiamo scampata”. 

In ogni caso, in Illy sono preparati. E anche l’aumento del costo del denaro, con i tassi della Bce al 4,5%, non crea eccessiva preoccupazione. “Siamo un’azienda, che ha una buona capacità di generare cassa. L’impatto per noi è minore”, prosegue. Gli investimenti sono, quindi, confermati. Ad iniziare dal raddoppio della capacità produttiva dello stabilimento di Trieste, in particolare per l’area della tostatura. Lavori da 120 milioni per sostenere la crescita. Con uno sguardo anche all’M&A. “Non ne facciamo una strategia proattiva – aggiunge Schocchia -, ma non escludiamo la possibilità di aprirci ad operazioni straordinarie. In base al piano possiamo raggiungere tutti i nostri obiettivi in maniera organica. Puntiamo a crescere due volte il mercato, ma soprattutto ad avere un ebitda ancora più forte”.

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