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ImpresePrimo piano Dom 24 settembre 2023

Pelli, Voltolin (GM Leather): "Vince chi entra nel segmento del lusso e punta alla sostenibilità"

Il gruppo conciario quotato sull'Egm ha tra i suoi clienti Salvatore Ferragamo e vuole crescere nel luxury. Pelli, Voltolin (GM Leather): "Vince chi entra nel segmento del lusso e punta alla sostenibilità"
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Non è un momento facile per l’industria conciaria italiana alle prese con l’inflazione galoppante, il calo dei consumi e le tensioni geopolitiche che hanno provocato un rallentamento della domanda a partire dalla fine dello scorso anno. Tranne per quelle aziende che sono riuscite a entrare nel segmento del lusso, alzando il livello dei loro prodotti.

Il percorso intrapreso dal gruppo veneto GM Leather, attivo nel settore della lavorazione e della commercializzazione delle pelli destinate alla realizzazione di prodotti per i settori dell’arredamento, della pelletteria e della moda, quotato sul segmento Egm di Borsa italiana, che due anni fa aveva clienti prevalentemente nel comparto dell’arredamento, scesi ora a quota 70% a favore del lusso. “E vogliamo crescere ancora nel luxury anche attraverso delle acquisizioni” conferma a Verità e Affari l’amministratore delegato Simone Voltolin “fino a farlo diventare il settore predominante”.

Nel giugno scorso il gruppo di Arzignano ha annunciato l’avvio della collaborazione con Salvatore Ferragamo per la fornitura di pelli destinate alla produzione di articoli di pelletteria, risultato raggiunto dopo un percorso di collaborazione durato oltre un anno e finalizzato alla realizzazione delle campionature in grado di rispettare i requisiti del cliente.

Si è appena concluso il Mipel, la più importante fiera della pelletteria, a cui voi avete partecipato. Com’è andata?

“C’è stata una bella risposta a livello di buyer e sono tornati anche i cinesi, anche se i grandi gruppi della moda hanno scarsa visibilità sul futuro a causa del rallentamento dell’economia mondiale. È una bella sfida”.

Voi continuate a investire e da qualche mese avete rilevato la Conceria Palladio.

“Era un nostro terzista e con l’ingresso nel gruppo abbiamo internalizzato la prima fase produttiva. Inoltre, l’operazione è altamente strategica e si inserisce all’interno del percorso incentrato sulla sostenibilità avviato negli ultimi anni, che ha portato Gm Leather a essere un interlocutore di riferimento per i grandi brand firmatari del Fashion Pact che hanno l’obiettivo di ottenere un approvvigionamento di materie prime per il 25% a basso impatto ambientale entro il 2025”.

Quindi Gm Leather sta lavorando molto sul fronte della sostenibilità?

“Per noi è fondamentale, perché il lusso ci chiede prodotti sempre più green e tracciabili, molto di più di quello che avviene nel mondo dell’arredamento. Comunque, la vocazione green è parte del nostro dna. Infatti, la pelle che lavoriamo è lo scarto dell’industria della macellazione. Senza intervento del settore conciario queste pelli dovrebbero essere smaltite diversamente con impatto ambientale enorme”.

Infatti, anche quando il mondo era chiuso per Covid voi avete sempre lavorato…

“Nei primi giorni di lockdown il governo aveva chiuso anche le concerie, ma poi i grandi macelli hanno sollevato il problema che senza un nostro intervento le pelli sarebbero marcite visto che i consumi alimentari procedevano nella norma o addirittura aumentavano. Per questo ci hanno subito riaperto, inserendoci, giustamente, nella filiera alimentare”.

Dopo l’acquisizione di Conceria Palladio avete in mente altre operazioni? Il vostro è un settore molto frammentato…

“In effetti c’è molto spazio per fare acquisizioni, ma il problema è far maturare la mentalità degli imprenditori che non sono così propensi ad aggregarsi. Ma certamente, il rallentamento che sta colpendo il nostro settore creerà delle opportunità interessanti che noi possiamo cogliere”.

A proposito, come sta andando il vostro mercato?

“Noi realizziamo il 90% del fatturato all’estero e posso dire che gli Stati Uniti stanno tenendo bene, mentre la Germania è ferma ormai da più di un anno. Siamo presenti anche nel Far East, soprattutto con la nostra controllata Snam, e forniamo prodotto finito e pelli grezze a concerie di Thailandia, Cina e India”.

Da oltre un anno siete quotati sull’Egm. Lo rifarebbe?

“Sono molto contento della mia scelta, perché la quotazione è stata un’esperienza bellissima, che ci ha aiutato ad accrescere l’immagine dell’azienda presso i nostri clienti. Detto questo, l’Egm è un mercato illiquido e servirebbero delle innovazioni per renderlo più appetibile anche ai grandi investitori come i fondi pensione.”

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