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Primo pianoRisparmio Lun 18 dicembre 2023

Risparmio, gli italiani vere formichine investono in obbligazioni

Secondo l'indagine Intesa Sanpaolo, la quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia. Risparmio, gli italiani vere formichine investono in obbligazioni
Redazione Verità&Affari
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Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi hanno presentato l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023. La ricerca analizza l’impatto dell’inflazione subita e attesa sui comportamenti dei risparmiatori e i suoi effetti su redditi, consumi, liquidità, obiettivi, scelte concrete di investimento e di indebitamento. Ecco alcune evidenze della ricerca

Il 95% delle famiglie dichiara di essere finanziariamente indipendente, in aumento rispetto al 93% dell’Indagine 2022, a conferma che (malgrado le difficoltà dello scenario) l’autonomia reddituale resiste.

La quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia (54,7% vs. 53,5% nel 2022). Sale anche la percentuale media di reddito risparmiata (12,6%, dall’11,5% del 2022).

Tra le motivazioni del risparmio, risaltano la casa (30 per cento) e i figli (16 per cento); solo il 5 per cento degli intervistati dichiara di aver accantonato risorse per far fronte all’aumento dei prezzi. Per un terzo del campione, il risparmio è genericamente precauzionale, cioè senza un’intenzione precisa.

Tra gli investimenti finanziari salgono le obbligazioni, che raggiungono il 28 per cento dei portafogli di chi le detiene e assorbono in parte la flessione del risparmio gestito. La Borsa resta un «terreno da dissodare»: vi ha operato negli ultimi 12 mesi solo il 4,2 per cento del campione. Nell’ambito degli investimenti alternativi, dominano l’oro (che interessa il 23 per cento degli intervistati) e i fondi etici ESG (13 per cento).

Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l’86 per cento degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un’assicurazione per coprire le spese mediche; il 68 per cento non ha un’assicurazione vita.

Solo il 38 per cento del campione è in grado di dare una definizione corretta dell’inflazione: oltre un quarto la confonde con il livello dei prezzi; qualcuno con il deprezzamento della valuta; altri con lo scostamento dal target della Banca Centrale Europea.

A conferma di questa difficoltà di orientamento, oltre un terzo circa degli intervistati indica la detenzione di liquidità e obbligazioni a tasso fisso tra i comportamenti più idonei da tenere nel caso di inflazione. Il 30 per cento cita invece il «mattone»; poco più del 10 per cento l’oro e i «beni rifugio».

A fronte del ritorno dell’inflazione, le famiglie italiane hanno avuto il buon senso di non vendere tutto per panico e di continuare a risparmiare. Emerge tuttavia chiara dall’Indagine l’esigenza di maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, sia per i giovani che per gli adulti, per poter affrontare con consapevolezza il nuovo contesto.

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