Con lo stop al gas quest’anno l'Italia rischia di finire in recessione
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Economia Ven 15 luglio 2022

Con lo stop al gas quest’anno l'Italia rischia di finire in recessione

L’economia italiana corre sulle montagne russe, ma quella europea non vive meglio tanto che si parla senza mezzi termini di recessione. Con lo stop al gas quest’anno l'Italia rischia di finire in recessione
Riccardo Pelliccetti
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Riccardo Pelliccetti

Riccardo Pelliccetti, triestino, è stato caporedattore e inviato speciale per 20 anni de Il Giornale, dopo aver lavorato per diversi quotidiani, periodici e riviste web, occupandosi di politica estera e difesa. Ma è tornato alla sua passione: l’economia. Ha pubblicato i libri “La via dell’esodo” (1997), “I nostri marò” (2013) e “Le verità negate” (2020).

Il rischio recessione per l’Italia

L’economia italiana corre sulle montagne russe, ma quella europea non vive meglio, tanto che il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni parla senza mezzi termini di rischio recessione. Quest’anno la crescita italiana sarà superiore alle previsioni, ma nel 2023 sarà molto al di sotto delle aspettative. La Commissione Ue fa sapere che nel 2022 il Pil dovrebbe aumentare del 2,9% rispetto al 2,4% indicato a maggio, mentre il prossimo anno la crescita rallenterà notevolmente con il Pil allo 0,9% contro l’1,9% previsto, facendo indossare all’Italia la maglia nera nell’Eurozona. «L’economia italiana si è dimostrata più resiliente grazie alla vivace attività edilizia», afferma Bruxelles, sottolineando però che «la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, il calo della fiducia di imprese e consumatori, i colli di bottiglia nell’offerta e i costi di finanziamento oscurano le prospettive».

il peso dell’inflazione

Nelle previsioni d’estate della Commissione Ue si affronta anche il tema inflazione che toccherà il 7,4% quest’anno per poi diminuire al 3,4% nel 2023. «Mentre le pressioni sui prezzi delle materie prime energetiche dovrebbero attenuarsi solo il prossimo anno, è probabile che la grave siccità nel nord Italia aggraverà l’impennata dei prezzi dei generi alimentari per i consumatori». Secondo Bruxelles, anche «le pressioni salariali sono destinate ad aumentare nell’orizzonte di previsione».

Ma se l’Italia piange, l’Eurozona non ride. La crescita, infatti, rallenterà al 2,6% quest’anno e all’1,4% nel 2023, stime riviste al ribasso rispetto a maggio che prevedevano il Pil rispettivamente al 2,7% e al 2,3%. Il conflitto in Ucraina continua a incidere negativamente sull’economia europea, che rimane particolarmente vulnerabile a causa dell’elevata dipendenza energetica dalla Russia. «Nel complesso – spiega la Commissione Ue – l’economia è destinata a continuare a espandersi, ma a un ritmo notevolmente più lento». I costi record delle materie prime, poi, hanno causato un effetto domino provocando una fiammata dei prezzi su tutti i generi e servizi. Per questo motivo nel 2022 l’inflazione volerà a livelli record, toccando il 7,6%. Un’altra stima corretta che vira negativamente al rialzo, visto che a maggio era previsto un tasso del 6,1%. Nel 2023, invece, l’inflazione dovrebbe scendere al 4%. «Molti dei rischi negativi prefigurati in primavera si sono concretizzati», spiega la Commissione. La guerra in Ucraina «ha esercitato ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi dell’energia e delle materie prime alimentari aumentando le pressioni inflazionistiche, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e innescando una risposta di politica monetaria più rapida».

Secondo Bruxelles, «nuovi aumenti dei prezzi del gas potrebbero far salire ulteriormente l’inflazione e soffocare la crescita». Ma non solo. «Gli effetti di secondo impatto – si sottolinea – potrebbero a loro volta amplificare le pressioni inflazionistiche e portare a un più forte inasprimento delle condizioni finanziarie» che «comporterebbe anche maggiori rischi per la stabilità finanziaria». Insomma, il rischio recessione è concreto.

Con le incognite legate al «corso della guerra e all’affidabilità delle forniture di gas», le previsioni economiche per l’Ue sono soggette a forti incertezze e rischi al ribasso – afferma il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. «Per navigare in queste acque agitate, l’Europa deve mostrare leadership, con tre parole che definiscono le nostre politiche: solidarietà, sostenibilità e sicurezza». Gentiloni spiega che nelle previsioni di primavera è stata presentata una simulazione basata sul taglio completo delle importazioni di gas dalla Russia, con limitate possibilità di sostituzione a breve termine. «Questo “scenario severo” – dice – porterebbe l’economia Ue in recessione nella seconda metà di quest’anno e deprimerà ulteriormente l’attività economica il prossimo anno. Alla luce degli eventi recenti, questo rischio è diventato più di un semplice scenario ipotetico, per il quale dobbiamo prepararci».

Il tetto al prezzi del gas?

Non ci sono al momento soluzioni percorribili. «La Commissione sta valutando tra le varie opzioni possibili anche la possibilità, in caso di emergenza, di presentare una proposta per porre un tetto al prezzo del gas – afferma Gentiloni -. Non è una proposta di cui si discuterà nei prossimi giorni. È una possibilità futura nel caso di un’ulteriore deterioramento». Il commissario Ue si sofferma anche sulla situazione politica italiana. «Se non ci fosse un governo di larghissima maggioranza, si tratterebbe di inventarlo in questo momento. Creare invece situazioni opposte certamente non favorisce il nostro Paese». Gentiloni ripete che «siamo in acque molto agitate e potremmo trovarci a dover fronteggiare una tempesta perché abbiamo una guerra in corso, rischi sulle forniture energetiche e un’inflazione molto alta. Quindi è il momento della coesione nazionale».

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