Fascicolo sanitario, entro giugno si cambia. Regioni al lavoro
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AperturaDigitale Dom 09 aprile 2023

Fascicolo sanitario, entro giugno si cambia registro. Regioni al lavoro

Obiettivo: usare i fondi del Pnrr per realizzare il Fascicolo elettronico sanitario 2.0. Sarà una svolta per i cittadini Fascicolo sanitario, entro giugno si cambia registro. Regioni al lavoro Medici in corsia
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Fascicolo sanitario elettronico in arrivo

Aziende private e Stato al lavoro per una sanità digitale. In mezzo ci cittadini che attendono un sistema efficace e all’avanguardia. Che non imponga loro di dover reinserire i dati a ogni piè sospinto. Sullo sfondo poi i soldi del Pnrr che serviranno ad implementare l’infrastruttura e consentire finalmente cge vengano scambiati i dati al posto delle cartelle cliniche in pdf.

Il passaggio è insomma epocale. Entro la fine di giugno poi per le Regioni è prevista obbligatoriamente la convergenza su un sistema strutturato di dati per tutta una serie di referti: pronto soccorso, lettere di dimissioni ospedaliere, referti radiologici e laboratorio analisi di laboratorio.

Tecnicamente le soluzioni ci sono tutte

Sul tavolo c’è la telemedicina che nel nostro paese vede in prima linea Engineering e Almaviva.  Le due aziende si sono infatti di recente aggiudicate la concessione Agenas per la progettazione, realizzazione e gestione del sistema tecnologico per far funzionare le cura a distanza per dieci anni. Un primo passo importante per incrementare i servizi telematici per i cittadini nella sanità che però resta concentrata nelle mani delle Regioni.

Obiettivo: Fse 2.0 grazie ai fondi del Pnrr

“E’ un disegno molto articolato con componenti centrali e regionali. Noi di Almaviva stiamo collaborando con diverse Regioni come la regione Sardegna con cui stiamo convergendo verso Fse 2.0 previsto dal Pnrr. Un lavoro che stiamo svolgendo anche per la Regione Campania” spiega Massimo Anelli, responsabile sanità Almaviva.

“Dal punto di vista operativo le Regioni stanno convergendo verso il nuovo scenario nazionale. E’ ovvio che è un  puzzle e che in questo momento ogni soggetto deve mettere in campo tutte le proprie competenze perchè, secondo la nostra visione, siamo davvero nell’ultimo miglio. E’ uno sforzo importante, ma, come stiamo vendendo su molte Regioni, c’è la massima volontà e stiamo vedendo già i primi risultati” aggiunge.

Lo scenario sta quindi mutando rapidamente. “In questo momento, le Regioni sono già interoperative con l’attuale sistema dell’Fse su cui anche noi collaboriamo come interconnessione. Il sistema consente alle Regioni di far parlare i diversi fascicoli sanitari. La sfida del Pnrr su cui tutti siamo impegnati invece è una  evoluzione di questo paradigma dove c’è la possibilità di scambiare anche dei servizi. Come Almaviva abbiamo sviluppato un mix fra besta pratictse e tecnologie che fa convergere le attuali infrastrutture del Fse verso le nuove infrastrutture 2.0 definite nell’ambito del Pnrr.

I cambiamenti per i pazienti

“Per il cittadino cambia il fatto che, nel momento in cui si rivolge al servizio sanitario, avrà a disposizione tutta una serie di informazioni aggiuntive che potranno migliorare il processo di cura e l’accuratezza della diagnosi. Oggi è quasi obbligatorio per il cittadino che si sposta di regione in regione dover portare il cartaceo dei referti. Con il nuovo Fse 2.0 consentirà al cittadino di avere la sua storia sanitaria in formato digitale ben più strutturato rispatto a quello attuale e quindi di poter avere maggiori inforazioni per far funzionare al meglio il processo di cura.  Detta in altri termini, in futuro verranno scambiati i dati al posto dei semplici referti che sono già oggi disponibili sull’Fse.

Sullo sfondo resta il problema della gestione dei dati

Il governo di Mario Draghi ha immaginato il Polo strategico nazionale dove far convergere i dati delle pubbliche amministrazioni. Ma i dati sanitari sono nelle mano delle partecipate pubbliche delle Regioni che non solo li gestiscono, ma in alcuni casi hanno anche infrastrutture di rete e cloud. Difficile immaginare che possa essereci una convergenza verso un unico sistema di stoccaggio delle informazioni. Non a caso il sottosegretario Alessio Butti, ha immaginato la creazione di un modello federato in cui accanto al Psn continuino a lavorare anche le partecipate pubbliche che rispondono a specifici requisiti di sicurezza definiti dall’Autorità sulla cybersecurity.

 

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