Tassi; parlano cinque banche centrali. Attese per Fed e Giappone
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AperturaBanche Lun 18 marzo 2024

Tassi: parlano otto banche centrali Attesa per Fed e Giappone che potrebbe alzarli dopo 17 anni

Oltre a Stati Uniti, Giappone  e Regno Unito, si riuniscono anche le banche centrali di Brasile, Svizzera, Norvegia e Turchi Tassi: parlano otto banche centrali Attesa per Fed e  Giappone che potrebbe alzarli dopo 17 anni
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

La sorpresa del Giappone

Comincia la settimana decisiva per capire quando comincerà il taglio dei tassi. Una risposta da cui dipende il futuro dei mercati Tranne le BCE, infatti, nei prossimi giorni si riuniranno le principali banche centrali del mondo. Comincerà stanotte il Giappone che potrebbe annunciare il primo aumento dal 2007 e porre fine alla lunga stagione dei tassi negativi. In ogni caso sarà un movimento di ampiezza limitata passando da -0,1% a +0,1%.  A spingere è stato l’andamento delle buste paga diffuso venerdì mattina dalla federazione dei sindacati. L’obbligo di stoppare la spirale fra prezzi e salari ha convinto del tutto il board guidato dal presidente Kazuo Ueda a procedere con la storica decisione. Dal report è emerso che  nell’ultimo anno c’è stato un incremento della retribuzione del 5,3%, il  più forte degli ultimi trent’anni.

La Fed immobile

Ma i mercati sono concentrati sulla conclusione della riunione di due giorni della Fed di mercoledì. Si prevede che la banca centrale manterrà i tassi stabili. Qualsiasi segnale su possibili riduzioni sarà tenuto sotto osservazione, soprattutto perché i dati sull’inflazione più caldi del previsto per febbraio hanno messo i mercati in guardia rispetto ai segnali aggressivi della banca centrale.  L’andamento dei futures sconta ora una probabilità del 57% che la Fed tagli i tassi a giugno, rispetto al 71% di lunedì scorso. Il mercato ha anche ridotto il numero di tagli  previsti quest’anno a meno di tre, rispetto ai tre-quattro di inizio anno. Un’indagine delle aspettative di inflazione a un anno, una misura monitorata dalla Fed, è rimasta invariata al +3,0% a marzo. Anche le prospettive di inflazione a cinque anni delineate dall’indagine sono rimaste stabili al +2,9% per il quarto mese consecutivo.

Attenzione ai dati

L’attenzione si concentrerà sul Summary of Economic Projections (SEP) della Fed, che riassume le previsioni di politica monetaria dei membri della Fed e potrebbe segnalare la posizione attesa entro la fine dell’anno.

Cina

Mercoledì sarà la giornata anche della banca centrale cinese. La settimana scorsa a sorpresa, oltre ad aver confermato il tasso ad un anno al 2,5%, la PBoC ha drenato liquidità dal sistema bancario (non accadeva da 16 mesi), mettendo quindi fine alla possibilità di stimoli e al contempo preparando a minore liquidità futura.

Banca d’Inghilterra

Nel Regno Unito, la Banca d’Inghilterra dovrebbe mantenere i tassi fermi nella riunione di questa settimana, ma un taglio dei tassi è previsto per agosto.

Gli indici di S&P Global

Gli operatori attendono anche una serie di altri dati economici, tra cui quelli relativi ai PMI di S&P Global, alla fiducia dei consumatori GfK, ai prezzi alla produzione, al commercio al dettaglio, all’indebitamento netto del settore pubblico e agli ordini di fabbrica CBI.

Eurozona

Oltre a Stati Uniti, Giappone  e Regno Unito, anche le banche centrali di Brasile, Svizzera, Norvegia e Turchia sono attese prendere decisioni sui tassi di interesse, mentre si prevede che gli indici sull’attività economia elaborati da S&P Global indichino una stabilizzazione dell’attività del settore privato nell’Eurozona a marzo, con una minore contrazione nel settore manifatturiero e un’espansione dei servizi. Tuttavia, alcuni paesi come Germania e Francia potrebbero ancora registrare una contrazione dell’attività nei servizi.

L’appuntamento della Bce

Proprio per ridare slancio alle economie dei due principali Paesi della Ue la Bce potrebbe precedere la Fed nel processo di riduzione dei tassi. Il primo appuntamento potrebbe essere a giugno. In quella occasione il tasso d’interesse dovrebbe essere ridotti dello 0,5%, un altro 0,5% o addirittura 0,75% potrebbe arrivare  con due successive delibere entro il 31 dicembre portando i tassi nella Ue  fino al 3,50%. Nel corso del 2025  la riduzione potrebbe procedere più spedita. Se l’inflazione tornerà attorno al 2%, anche il costo del denaro potrebbe essere portato attorno a quel livello.  La stretta creditizia, infatti, ha determinato conseguenze piuttosto gravi.  Sono aumentate di oltre 1 miliardo di euro, infatti, le rate dei prestiti non pagate e lo stock dei finanziamenti si è ridotto di oltre 30 miliardi. Da gennaio 2023 a gennaio 2024, le sofferenze bancarie riconducibili alle imprese sono cresciute di quasi il 7%, salendo da 17 miliardi e 300 milioni a 18 miliardi e mezzo, segnale di difficoltà, da parte della clientela, a gestire l’indebitamento finanziario con i tassi in aumento.

 

 

 

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