Governo Meloni in manovra alla ricerca di coperture
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ApprofondimentiGoverno Mar 19 settembre 2023

Governo Meloni in manovra alla ricerca di coperture

Dal gioco alla web tax, dai spending review alla sforbiciata per detrazioni e deduzioni. Così il governo cerca le risorse per la manovra Governo Meloni in manovra alla ricerca di coperture GIORGIA MELONI
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Per il governo di Giorgia Meloni sta diventando un vero e proprio rompicapo. Non solo bisognerà stabilire le priorità politiche della manovra, ma anche verificare dove andare a prendere i soldi per finanziare le misure. Al Tesoro tecnici e consulenti sono al lavoro ormai da mesi per trovare la quadratura del cerchio. Sanno bene che non esiste un’unica soluzione, ma che da qualche parte bisognerà togliere se si vuole realizzare una manovra da 30 miliardi che ha come obiettivo principale il taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi che da solo vale circa 9 miliardi.

Senza contare che, al momento, l’intervento del governo non tiene conto di possibili rialzi nei prezzi dei carburanti che pure sono già in atto. Al momento, non è previsto alcun intervento per contenere il carobollette per famiglie ed imprese. Lo scenario resta comunque in continua evoluzione anche in fuzione di fattori esterni come l’innalzamento dello spread. Un argomento così sensibile che nel 2011 portò alla fine del governo di Silvio Berlusconi per aprire le porte all’esecutivo tecnico di Mario Monti. Se si limita al massimo il deficit, dove sarà possibile trovare il denaro per finanziare la manovra 2023? Ci sono diverse opzioni sul tavolo. Inclusa l’eterna lotta all’evasione fiscale.

Riparte la spending review

 Ad agosto il governo Meloni ha fissato le nuove soglie di tagli per i ministeri. Si tratta di 300 milioni nel 2024, 500 milioni nel 2025, 700 nell’anno successivo pere una sforbiciata complessiva da 1,5 miliardi in tre anni. I ministeri hanno indicato l’elenco delle spese che posso essere diotte e ora tocca al Tesoro dare il via libera entro il primo marzo 2024 con un decerto ministeriale sui tagli. A differenza del passato, Giorgia Meloni ha chiesto ai ministri di non procedere a tagli lineari. Ma di scegliere dove recuperare risorse per spostarle su misure su cui punta il governo.

Non sarà quindi “un elenco di voci da tagliare”, come ha spiegato la premier, ma i ministri dovranno slezionare misure che non sono in linea con l’indirizzo politico dell’esecutivo. Un esempio? Le detrazioni da Superbonus oppure il Reddito di cittadinanza. L’unica eccezione è prevista per le spese sostenute per i progetti legati a doppio filo con il Pnrr. Per il governo, questa voce è particolarmente significativa perchè rappresenta l’una vera opportunità sul tavolo per il rilancio dell’economia. Sempre che i progetti riescano a produrre uan ricchezza tale da ripagare poi anche i nuovi debiti contratti. 

Nuove tasse per le multinazionali italiane e straniere

E’ uno degli argomenti di cui si discute da anni senza successo. In particolare, l’esecutivo immagina di una tassa sulle multinazionali con un’aliquota del 15%  per i gruppi italiani e stranieri con un fatturato consolidato di almeno 750 milioni di euro. Questa misura dovrebbe essere in grado di portare nelle casse pubbliche circa 3 miliardi. Risorse che, in parte, dovrebbero consentire di limitare l’impatto della tassa sugli extraprofitti bancari delle banche di prossimità, come vorrebbe Forza Italia. L’intervento si ispira alla tassa sui giventi del web adottata in Francia. Ma c’è una controindicazione: Oltralpe l’intervento ha finito col pesare comunque sui clienti con un aumento dei prezzi dei servizi digitali di circa il 2%. 

Nel mirino le vincite al gioco

Nuove tasse in vista per il comparto. La decisione non è stata ancora presa, ma il governo sembra intenzionato a tassate questo segmento di business.Nel dettaglio, l’idea è di incrementare l’imposta su vincite da Lotto, Superenalotto e Gratta e Vinci. Attualmente i vincitori riverano nelle casse pubbliche il 20% del premio per gli importi superiori a 500 euro. L’aliquota è già sostanziosa, ma l’esecutivo vorrebbe portarla al 23-25%. Nel contempo, sempre per alimentare le entrate, sta anche valutando una proroga delle concessioni per le scommesse online e un allungamento delle concessioni per slot machine fino al 2025. 

La revisione di deduzioni e detrazioni 

Ben più complessa è la revisione della giugla di detrazioni e deduzioni esistenti nel sistema fiscale italiano. Della questione, prevista all’interno del programma elettorale di Fratelli d’Italia, si sta occupando il viceministro Maurizio Leo. Secondo diversi economisti, nelle pieghe del bilancio statale, è possibile reperire fra i 50 e i 100 miliardi di euro. Denaro che potrebbe essere utilizato diversamente a vantaggio di crescita e occupazione. Infine, un capitolo importante è quello della lotta all’evasione fiscale e contributiva, da sempre all’ordine del giorno dei governi italiani. Senza però che mai sia stato realizzato un provvedimento capace di intaccare in maniera sensibile l’economia sommersa del Paese. Difficile quindi quantificarne le entrate di eventuali interventi ad hoc come ad esempio la sanatoria sulle cassette di sicurezza. 

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