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AutoIn evidenza Lun 18 settembre 2023

Flop dell'auto elettrica: Volkswagen taglia ancora. E i lavoratori Stellantis tremano

Dopo la fabbrica di Zwickau anche Dresda si ferma. I timori dei lavoratori in sciopero alla ex Fiat di Melfi in fase di trasformazione green Flop dell'auto elettrica: Volkswagen taglia ancora. E i lavoratori Stellantis tremano SEDE VOLKSWAGEN
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Flop dell’auto elettrica, Volkswagen taglia

Il Gruppo Volkswagen taglia ancora sul fronte dell’auto elettrica. E la decisione si traduce in una, seppur indiretta, doccia fredda anche sulle aspettative dei lavoratori Stellantis di Melfi in sciopero.  La casa tedesca, a distanza di meno di una settimana dall’annuncio della sospensione della produzione nello stabilimento di Zwickau potrebbe ridimensionare la produzione di auto green anche nella fabbrica di Dresda, dove viene assemblata la ID.3. Secondo Bloomberg infatti lo stabilimento che attualmente impiega circa 300 lavoratori  potrebbe essere chiuso del tutto all’interno di un piano di revisione generale delle strategie del colosso tedesco.

Una revisione dettata dalla volontà di tagliare i costi e aumentare i profitti, per rispondere anche al calo delle vendite di auto elettriche.  La fabbrica gioiello di Dresda, la cosiddetta “fabbrica di vetro” era  stata inaugurata nel 2002 per volere dell’allora numero uno di Volkswagen Ferdinand Piech per produrre l’ammiraglia di super lusso nata per fare concorrenza a Bmw e Mercedes ma mai capace di sfondare davvero. Sempre stando a quanto riportato dalla testata tedesca i costi operativi annuali dell’impianto oscillano tra i 60 e i 70 milioni di euro e lo stop alla produzione comporterebbe un risparmio di circa 20 milioni di euro all’anno.

Quale destino per Melfi

Lo scarso successo delle auto green, certificato dal cambio di rotta di  Volkswagen, piomba sullo sciopero attuato nello stabilimento Stellantis di Melfi. Una agitazione che ha interessato anche  le fabbriche dell’indotto di tutto il territorio. Al di là della solita guerra di cifre (per i sindacati l’adesione è stata del 90% mentre per l’azienda del 25%) sul tappeto c’è la strategia per l’Italia del gruppo ex-Fiat. L’amministratore delegato Tavares ha promesso al governo di tornare a produrre in Italia un milione di vetture (oggi sono 400 mila) con una strategia tutta basata sull’elettrico. Ora, a fronte del flop green anche in Germania (ben più avanti dell’Italia sull’elettrico) è comprensibile la preoccupazione dei lavoratori di uno degli stabilimenti, quello lucano, che risulta centrale nei piani di riconversione “alla spina” degli impianti della Casa italo-francese.

Negli Usa anche la “settimana di 4 giorni”

Intanto negli Stati Uniti non si ferma lo sciopero, il primo nella storia, che coinvolge  contemporaneamente le fabbriche delle Big Three, ovvero Ford, General Motors e Stellantis (Jeep e Chrysler). Ed i lavoratori, oltre ad una serie di rivendicazioni chiedono ora anche  una settimana lavorativa di 32 ore. Se il sindacato dell’auto dovesse riuscire a ottenere questo risultato, sarebbe un momento di passaggio cruciale verso la settimana di quattro giorni per altri settori. . Anche se la settimana corta non dovesse entrare nel nuovo accordo, concordano i commentatori americani,  si tratta comunque di “un punto di svolta” per il solo motivo di essere stata rivendicata.

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