L'inflazione spegne l'acquisto delle auto, mazzata sulle rate
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AperturaAuto Lun 17 luglio 2023

L'inflazione spegne anche l'acquisto delle auto, mazzata sulle rate da pagare

L'allarme di Federcarrozzieri. Meno favorevoli anche le offerte pubblicizzate dalle Case. Parco auto sempre più vecchio. L'inflazione spegne anche l'acquisto delle auto, mazzata sulle rate da pagare
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il carovita spegne l’acquisto dell’auto. La conferma (dopo i dati sulle immatricolazioni di giugno, con una crescita del mercato legata soprattutto a contratti aziendali) arriva anche da una indagine di Federcarrozzieri, che ha fatto i conti di  quanto occorre spendere in più per comprare l’auto, non disponendo della cifra necessaria,  in questo periodo di inflazione galoppante.

La ricerca prende in considerazione, ad esempio, un prestito per l’auto  da 10.000 euro della durata di 90 mesi: ebbene la rata mensile passa dai 139,22 euro di dicembre 2021 agli attuali 147,75 euro. Ma il tasso di interesse globale può raggiungere anche il 12,27%, con la conseguenza che chi chiede un prestito da 10mila euro da rimborsare in 5 anni, si ritrova a pagare 3.229 euro tra interessi e spese varie.

Finanziamenti meno favorevoli

In crescita anche i costi dei finanziamenti proposti dalle case automobilistiche. Le attuali promozioni pubblicizzate sui siti dei vari marchi di auto, spiega l’associazione dei carrozzieri, prevedono un Taeg medio compreso tra il 7,5% e il 9% applicato a chi decide di acquistare una vettura a rate, contro un tasso medio del 4%-5,5% di due anni fa. I più colpiti dalla corsa dei tassi sono coloro che hanno scelto un finanziamento di importo più elevato per una durata più bassa.

Parco auto sempre più vecchio

La conseguenza è che le condizioni sempre peggiori di prestiti e finanziamenti spingono molte famiglie a rinunciare a cambiare l’auto, con un progressivo invecchiamento del parco circolante. L’ultimo annuario statistico dell’Aci  ha calcolato che in Italia l’età media delle auto sulle strade italiane è di  12,6 anni, in crescita di ulteriori 4 mesi rispetto al 2021. E su oltre 40 milioni di auto circolanti, le Euro 0, 1 e 2 (che hanno almeno 19 anni) sono il 17%. Di più. Se a queste aggiungiamo anche le Euro 3  la percentuale di auto vecchie e inquinanti che andrebbero tolte quanto prima dalla circolazione sale fino al 27%.

Solo il 5% cambia l’auto con frequenza

E questa massa di auto vecchie rischia di andare in pensione sempre più tardi. Se a livello nazionale  il 15% degli automobilisti cambia l’auto ogni 5-6 anni e il 12,5% ogni 7-8 anni, dalle ultime statistiche emerge che solo il 5,3% dei nostri connazionali sostituisce la propria vettura con maggior frequenza, mentre oltre il 20% lo fa non prima che siano trascorsi almeno 10 anni. 

Il boomerang dell’auto elettrica

In questa situazione il diktat dell’Unione europea che dal 2035 ha deciso il divieto di vendita delle auto diesel e benzina appare non solo irrealistico ma addirittura controproducente. Le vetture a spina, infatti, costano mediamente il 30% in più del medesimo modello a motore endotermico. E se gli italiani non risecono ad acquistare un’auto tradizionale, non possono certo pianificare una maggiore spesa per la vettura green. Succederà quindi, come denunciano le associazioni di categoria, che gli automobilisti a coro di contanti (e di fronte a prestiti sempre piùonerosi)  si terranno le vecchie auto pericolose ed inquinanti.

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