Ecco tutti i balzelli "odiosi" che il governo Meloni vuole cancellare
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AperturaAuto Sab 13 maggio 2023

Ecco tutti i balzelli "odiosi" che il governo Meloni vuole cancellare

Il Superbollo auto, dopo undici anni, ha i giorni contati. Lo ha confermato il ministro dei Trasporti Salvini. Ecco tutti i balzelli "odiosi" che il governo Meloni vuole cancellare AUTO AUTOMOBILI SPORTIVE LUSSO
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Tutti i balzelli “odiosi” che il governo Meloni vuole cancellare

Il governo punta ad abolire il superbollo auto. Ad annunciare la prossima eliminazione della tassa per le vetture di lusso è stato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che l’ha definita una “tassa odiosa”. Ma, aggiungiamo noi, anche inutile. Il superbollo fa infatti parte di quei balzelli, usciti dal cilindro del professor Monti o altri premier pronti a tartassare gli italiani, che si sono rivelati addirittura dannosi per l’erario.  A suo tempo Monti  prevedeva un introito di 170 milioni di euro, scovando pure dell’evasione, ma lo Stato in questi anni ha finito per perderci.

L’introduzione della super stangata infatti ha generato introiti marginali tra i 70 e i 100 milioni all’anno (contro la cifra globale pagata dagli italiani per il bollo auto che arriva a 5,2 miliardi) ma ha finito per dimezzare il mercato delle auto potenti con conseguente perdita di Iva e Ipt. Inoltre, calcolando la cifra da pagare in base alla potenza e non sul valore effettivo dell’auto, non ha colpito solo i modelli top ma anche quelli di fascia medio alta e l’usato distruggendo ulteriormente il settore. Il crollo delle immatricolazioni ha determinato una perdita di circa 140 milioni di euro per l’erario.

Dove Meloni ha pronta la forbice

La cancellazione del superbollo dovrebbe avvenire nell’ambito della delega fiscale, che punta ad abolire una miriade di microtasse che si sono rivelate un flop. E sono davvero molte le imposte “odiose”  introdotte in questi anni da sedicenti supertecnici che hanno provocato dei buchi nel bilancio dello Stato: si va dalla  tassa di laurea alle tasse di pubblico insegnamento, dall’imposta sugli intrattenimenti alla maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti sino alla tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale. E ancora  l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati per finire alla tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto e l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

 Il caso Tobin tax

Altro balzello flop di cui con insistenza si chiede la cancellazione o la riscrittura è la Tobin tax. La tassa sulle transazioni finanziarie,  introdotta nel 2013 ha prodotto da subito  esiti nefasti. Il gettito che il governo auspicava, circa un miliardo di euro,  è stato da subito inferiore ai  300 milioni di euro. In compenso c’era stato un netto calo del 15% delle operazioni con  una fuga di investimenti verso le piazze finanziarie estere dove la Tobin tax era  ancora sconosciuta  rendendo il mercato italiano meno ricco, liquido e quindi più vulnerabile ad attacchi speculativi. 

Ma esemplare per quanto riguarda la miopia di un esecutivo è stata la tassa di proprietà (riedizione della vecchia tassa di stazionamento) sulle barche sempre ideata dal governo Monti e  abolita solo anni dopo. Da un lato non aveva portato nelle casse dello Stato i soldi sperati (solo 20 milioni contro i 100 previsti), dall’altro aveva avuto l’effetto di far scappare all’estero gli yacht a beneficio delle vicine coste di Francia, Croazia e  Grecia. Non solo: il balzello aveva provocato una voragine di  arrivi del 30% per cento. E soprattutto meno acquisti di barche con problemi al settore della nautica (di cui l’italia è leader).

Superbollo con i giorni contati, ma come funziona?

Il Superbollo auto che presto dunque sparirà, prevede un costo addizionale di 20 euro per ogni kW in più oltre alla soglia di 185 kW, un importo che va a sommarsi a quello del bollo auto normale. Per capire meglio  vediamo degli esempio concreti. L’Audi SQ7 Quattro Tiptronic ha una potenza di 373 kW (507 cv), quindi bisogna pagare il bollo più l’imposta aggiuntiva sulla soglia eccedente i 185 kW, ossia 188 kW. In questo caso l’importo del Superbollo da versare allo stato è di 3.760 euro (20 euro per 188 kW).

Detto questo, la decisione di legare il valore di un’auto alla sua potenza, senza considerare l’effettivo valore, ha prodotto enormi storture. Ancora un esempio: una Porsche Panamera diesel del valore di 84mila euro (con alcuni accessori può sfiorare i 100mila) e con 184 kwcioè uno in meno del limite dei 185 kw previsti per accedere alla soglia del superbollo – non paga la tassa.  Dopo l’invenzione del turbo e con la tecnologia attuale, creare cavalli partendo da un piccolo motore non è così difficile, tanto che oggi piccole auto potenti dal costo non proibitivo pagano più tasse della super berlina di lusso Porsche.

L’annuncio di Salvini è stato ben accolto dall’Aci, che promuove a pieni voto l’iniziativa. “Finalmente,  dopo ben 11 anni, si mette mano al superbollo dell’auto, una tassa tanto iniqua quanto inutile”, ha affermato il presidente dell’Automobile Club Angelo Sticchi Damiani.  “Questa supertassa – ha aggiunto Damiani – rappresenta un’anomalia italiana, il cui unico effetto è quello di distorcere e deprimere il mercato automobilistico nazionale, che annovera, tra l’altro, i più prestigiosi costruttori automobilistici mondiali. La sua abolizione riconsegnerà piena libertà nella produzione e nell’acquisto dell’auto, senza artificiali limitazioni”.

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