Ma i Comuni quanto spendono davvero per anagrafe e elezioni?
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ApprofondimentiCronaca Mer 30 agosto 2023

Ma i Comuni quanto spendono davvero per tenere aperta l'anagrafe e le elezioni?

I dati messi nero su bianco da Openbilanci, la piattaforma online sui bilanci comunali della Fondazione Openpolis. Ma i Comuni quanto spendono davvero per tenere aperta l'anagrafe e le elezioni?
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Messina, Torino e Padova sono le tre città con più di 200mila abitanti che spendono di più per i servizi dell’anagrafe e le consultazioni popolari. Sono uscite pari rispettivamente a 24,21 euro pro capite, 21,91 e 19,92. Si registrano invece valori minori a Trieste (13,73), Firenze (9,99) e Napoli (3,24). Dati messi nero su bianco da Openbilanci, la piattaforma online sui bilanci comunali della Fondazione Openpolis.

Tra le città italiane con più di 200mila abitanti – viene specificato – non sono disponibili i dati di Palermo perché alla data di pubblicazione non risulta accessibile il bilancio consuntivo 2021.

Generalmente- si legge – gli andamenti di spesa sono stati piuttosto stabili. Dal 2017, Messina è sempre la grande città che spende di più tra quelle considerate. Inoltre, il capoluogo siciliano registra nel 2018 il valore di spesa maggiore degli ultimi sei anni (35,22 euro pro capite). Tra il 2016 e il 2021, solo Padova riporta un incremento nelle uscite, che è pari al 29%. Gli altri comuni invece vedono un calo. Il più consistente è quello di Roma (-25%).

Prendendo in considerazione tutte le amministrazioni italiane, il valore medio di spesa è pari a 22,79 euro pro capite. I comuni che spendono di più sono quelli valdostani (83,22), trentini (43,71) e altoatesini (39,43) mentre uscite minori si registrano per quelli della Toscana (18,58), del Veneto (18,16) e della Puglia (13,80). (Teleborsa) 

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