La truffa milionaria della cannabis, 12 indagati per Juicy Fields
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Cronaca Gio 18 agosto 2022

La truffa milionaria della cannabis, 12 indagati per Juicy Fields

Dodici indagati e circa 10 milioni di euro sequestrati. Sullo scandalo di Juicy Fields arriva la magistratura tedesca. La truffa milionaria della cannabis, 12 indagati per Juicy Fields
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

La truffa di Juicy Fields

Dodici indagati e circa 10 milioni di euro sequestrati. Sullo scandalo di Juicy Fields arriva la magistratura tedesca, che tra martedì e ieri ha ordinato alla polizia tedesca una serie di perquisizioni e acquisizioni di documenti a Berlino e in un’altra località tedesca. L’operazione, coordinata dalla procura della Repubblica di Berlino ed eseguita dagli uomini della Polizia Criminale di Stato di Berlino, ha riguardato gli uffici di quattro società oltre agli appartamenti privati dei degli indagati. Secondo quanto reso noto dalla stessa procura, sono stati sequestrati «numerosi documenti» relativi all’attività della piattaforma, che nel luglio scorso ha chiuso i conti dei clienti lasciando un numero ancora indefinito di investitori senza la possibilità di recuperare i propri soldi.

Lo schema di Juicy Fields

Lo schema di Juicy Fields, attivo dal 2020, offriva agli investitori la possibilità di partecipare alla coltivazione, raccolta e vendita di piante di cannabis terapeutica, tramite serre virtuali, promettendo rendimenti anche superiori al 100% all’anno. La partecipazione era possibile con investimenti minimi di 50 euro e l’offerta, riportano le autorità tedesche, sarebbe volutamente rivolta anche a piccoli investitori. L’indagine della procura di Berlino ha ora lo scopo di chiarire se le «piantagioni» dichiarate agli investitori esistessero effettivamente o se i partecipanti siano stati ingannati nell’ambito di un cosiddetto «schema piramidale», con i vecchi investitori che sarebbero stati liquidati degli ultimi arrivati.

Ma l’indagine della procura tedesca – competente perché almeno fino ai primi mesi del 2022 la società operativa aveva sede a Berlino – dovrà anche fare chiarezza sulle reali dimensioni del buco di Juicy Fields. La società dichiarava nei mesi scorsi, prima del collasso, oltre 500 mila investitori, per somme che dai 50 euro minimi arrivavano fino a 180 mila euro. Secondo le stime circolate nei primi giorni dopo la chiusura dei conti, la cifra svanita nello schema di Juicy Fields potrebbe raggiungere alcuni miliardi di euro, mentre le dimensioni della truffa sono letteralmente globali: Juicy Fields aveva raccolto fondi dal Sudamerica, da una serie di paesi africani e in Asia, oltre che praticamente in tutti i paesi europei.

Gli italiani truffati

In Italia sarebbero alcune migliaia le persone coinvolte, che dall’11 luglio scorso hanno avviato una serie di iniziative per cercare di recuperare i propri fondi. Una azione collettiva è stata promossa dal Siti (Sindacato italiano tutela investimenti), che avrebbe raccolto alcune decine di adesioni. Ma sul caso stanno lavorando anche una serie di studi legali su mandato di singoli o di piccoli gruppi di investitori.

Altro passaggio chiave da chiarire è quello delle responsabilità: da luglio è iniziato un rimpallo tra due diverse «cordate» di manager e soci che si accusano vicendevolmente del caos innescato con la chiusura dei conti, che è proseguito fino a qualche giorno fa. L’ultimo passaggio è stata una email, prima di Ferragosto, che prometteva una rapida ripartenza del servizio con una dotazione di fondi di alcuni milioni di euro.

Il ruolo della Bafin

Oltre all’Ufficio di polizia criminale, nell’operazione decisa contro Juicy Holdings Bv – società di diritto olandese che sarebbe subentrata alla prima società di diritto tedesco – «per violazione della legge sugli investimenti è stata coinvolta anche l’Autorità federale di vigilanza finanziaria (BaFin)», spiega la procura di Berlino, aggiungendo che «le indagini sono in corso». Proprio la BaFin per prima, nel marzo scorso, aveva avviato gli accertamenti sullo schema di Juicy Fields, imponendo in giugno di cessare la raccolta di nuovi fondi. Ordine che però la società ha disatteso.

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