«Il consumatore del futuro? Con lo smartphone nel metaverso»
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Digitale Mar 19 luglio 2022

«Il consumatore del futuro? Con lo smartphone nel metaverso»

Carlo Noseda, presidente di Iab Italia da un lato è soddisfatto di come internet stia crescendo e diventando centrale in ogni area. «Il consumatore del futuro? Con lo smartphone nel metaverso»
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Come sarà il consumatore del futuro

La connessione? È indispensabile come la corrente elettrica. Chi non ha capacità o possibilità di connettersi è come se vivesse al buio. Chi non può accedere al metaverso è come se non avesse le chiavi di casa. In Italia si dibatte su molte cose, ma sul fatto che siamo il fanalino di coda in Europa per infrastrutture digitali sembra interessare a pochi. Un errore che rischiamo di pagare caro».

Il presidente di Iab Italia

Carlo Noseda, presidente di Iab Italia – il dipartimento italiano della più importante Associazione nel campo della pubblicità digitale del mondo e che ne rappresenta l’intera filiera – da un lato è soddisfatto di come internet stia crescendo e diventando centrale in ogni area della comunicazione e della vita. Dall’altro però appare preoccupato per la scarsa lungimiranza di chi deve prendere alcune decisioni.

Partiamo dalle cose positive…

«La ricerca dell’Osservatorio internet media del Politecnico di Milano conferma come il digital sia il primo media nel nostro Paese. Il mercato pubblicitario nella sua interezza ha chiuso il 2021 a +18% e si stima si attesterà su un +3% alla fine dell’anno in corso. Rispetto alla previsione complessiva di quest’anno, i dati di Upa rilasciati a inizio luglio sullo spending 2022 stimano una chiusura d’anno a -1%, indice quindi sostanzialmente di stabilità da parte delle aziende investitrici. L’advertising online a fine 2021 raggiunge infatti i 4,3 miliardi di euro, con una crescita del 24% rispetto al 2020. E internet emerge come media numero uno per raccolta con una crescita del 24% e una fetta di mercato del 46%, superiore a quella della Tv (40%) e della stampa (7%)». 

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