Pubblicità, lo smartphone ci ascolta davvero: ecco la scoperta
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ApprofondimentiDigitale Ven 29 dicembre 2023

Pubblicità, lo smartphone ci ascolta davvero: ecco la scoperta

La società di marketing Cox Media Group (CMG) ha ammesso di ascoltare le conversazioni degli utenti, tramite i microfoni di smartphone. Pubblicità, lo smartphone ci ascolta davvero: ecco la scoperta
Redazione Verità&Affari
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La società di marketing Cox Media Group (CMG) ha ammesso di ascoltare le conversazioni degli utenti, tramite i microfoni di smartphone, tablet, smart TV e altri dispositivi, per creare annunci pubblicitari personalizzati in base ai loro interessi. Come riportato da 404 Media, fino a pochi giorni fa sul sito della società – in una pagina poi rimossa – era pubblicizzato il servizio “Active Listening” volto ad analizzare le conversazioni in tempo reale per trovare potenziali clienti. Un sistema che, veniva spiegato, consente di comprendere meglio i comportamenti dei consumatori, fornendo annunci personalizzati su diverse piattaforme, tra cui TV in streaming, audio in streaming, siti web, YouTube e motori di ricerca.

Alle aziende veniva offerta la possibilità di scegliere un territorio entro un raggio di 10 o 20 miglia, dove Active Listening ascolterà le conversazioni sfruttando i microfoni dei dispositivi. “Immagina l’impatto che potrebbe avere sul tuo business la possibilità di targettizzare clienti sulla base delle loro conversazioni quotidiane” sottolineava CMG in un riquadro pubblicitario sul proprio sito. La società forniva anche degli esempi di possibili stralci di conversazioni che Active Listening avrebbe potuto carpire: “L’assicurazione dell’auto mi scade fra un mese, mi serve una nuova polizza”; “Dobbiamo pensare seriamente a una pensione integrativa”; “Un mini van sarebbe perfetto per noi”.

Un’operazione del tutto legale, spiegava la società, in quanto autorizzando le app presenti sui propri dispositivi ad accedere al microfono e a utilizzare i dati, i consumatori forniscono, di fatto, il consenso a tali pratiche. “È legale che telefoni e dispositivi ti ascoltino. Quando il download o l’aggiornamento di una nuova app richiede ai consumatori un accordo sui termini di utilizzo di più pagine da qualche parte nelle clausole scritte in piccolo, l’ascolto attivo è spesso incluso”, ha affermato CMG Local Solutions dichiarando di partnership pubblicitarie con Amazon, Microsoft e Google. Interpellato sul tema Google ha detto a 404 Media che con Android 11 e versioni successive, le app non possono accedere al microfono o alla fotocamera mentre sono in esecuzione in background, anche se gli utenti, con la loro installazione, hanno concesso l’autorizzazione esplicita per farlo. Amazon ha spiegato che “il prodotto descritto non sarebbe utilizzabile sui dispositivi Echo, perché non condividiamo le registrazioni vocali con terze parti”. Apple ha dichiarato che nessuna app può accedere al microfono o alla fotocamera di un iPhone o iPad senza autorizzazione, affermando inoltre che i dati raccolti per l’assistente vocale Siri “non vengono utilizzati per creare un profilo di marketing e non vengono mai venduti a nessuno”. Da parte di Microsoft non è pervenuta nessuna risposta.

Dopo la scoperta di 404 Media, Cox Media Group ha precisato che le sue aziende “non ascoltano alcuna conversazione, ma hanno accesso ad un set di dati aggregati, anonimizzati e completamente crittografati di terze parti che possono essere utilizzati per il posizionamento di annunci pubblicitari”. In pratica, secondo la società, l’accesso di CMG Local Solutions ai dati pubblicitari basati sulla voce viene raccolto da piattaforme e dispositivi di terze parti “secondo i termini e le condizioni forniti da tali app e accettati dai loro utenti”. (Teleborsa) 

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