Vodafone rilancia il risiko delle telecomunicazioni
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AperturaTlc Mar 14 novembre 2023

Vodafone rilancia il risiko delle telecomunicazioni

Ripartono i giochi nel consolidamento delle telecomunicazioni italiane. Vodafone fa il primo passo. Alla finestra Iliad e Fastweb (Swisscom) Vodafone rilancia il risiko delle telecomunicazioni Vodafone
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

“Stiamo valutando una serie di opzioni per l’Italia-  dice l’ad di Vodafone Margherita  Della Valle – Il mercato è impegnativo, ma la situazione è molto diversa da quella spagnola”. Vodafone dunque potrebbe cedere le sue attività nel nostro paese che rendono poco a causa dell’altissima competizione tra i gestori. Alla finestra ci sono due operatori, come Iliad e Fastweb (controllata da Swisscom), che vedono la base clienti in crescita e i conti in ordine anche grazie a un basso numero di dipendenti, a differenza dei maggiori gestori. 

Vodafone ha presentato i conti del semestre che hanno visto il ritorno alla crescita della Germania, ossia il suo mercato più grande. In Italia i ricavi da servizi nei sei mesi sono stati pari a 2,098 miliardi in contrazione dell’1,3% ma con trend in miglioramento.  Il gigante britannico delle tlc  è tra i più attivi in fatto di merger e cessioni. Infatti ha annunciato la vendita delle attività in Spagna e la fusione della sua divisione in Gran Bretagna con Three dei cinesi di Hutchison nel giugno scorso.

Il caso europeo

Il paradosso delle tlc in Europa, un mercato che vale 300 miliardi di euro, è la grande difficoltà di crescita del settore che negli anni è stato molto bersagliato dai regolatori Ue che hanno favorito la concorrenza. Il risultato delle basse tariffe di tlc europee in confronto con quelle degli Stati Uniti è che una serie di gestori infrastrutturati faticano a tenere il passo con gli investimenti. Del resto da una consultazione della Commissione Ue sul futuro delle reti è emerso che  “i troppi lacci regolatori e la mancata armonizzazione in vigore nella Ue impediscono alle aziende Tlc di concludere fusioni transfrontaliere e creare così player abbastanza forti da competere a livello globale”. 

E dunque mentre i grandi Ott, ossia da Google,  Facebook, Amazon sono diventati giganti mondiali proprio grazie all’uso delle autostrade digitali, ossia le reti di tlc, le aziende che le gestiscono non riescono ad avere la giusta remunerazione. Per questo un gruppo numeroso di cosiddetti “incumbent”, ossia gli ex-monopolisti tra cui Telecom Italia aveva proposto alle Ue di avere un contributo dagli Ott per finanziare lo sviluppo delle reti.

Ma la proposta di “Fair Share”, ossia di condivisione degli investimenti è stata bocciata. Il problema è stato spostato al 2025 quando la Ue elaborerà un nuovo “Digital Network act”. Però la situazione è evidente tanto che il commissario Ue Thierry Breton ha riconosciuto che“gli operatori di telecomunicazioni hanno bisogno di dimensioni maggiori e agilità per adattarsi a questa rivoluzione tecnologica, ma la frammentazione del mercato li frena”.

Il consolidamento è condizionato da regole troppo stringenti

Quindi forse sarebbe meglio, prima del consolidamento, cambiare le regole. L’Italia infatti è un esempio di come i merger tra operatori possano fare molto bene alla concorrenza, e quindi agli utenti, ma molto male agli operatori che operano in quel mercato. Il caso è quello della fusione tra Wind e Tre che, a causa dei “rimedi” chiesti dall’Ue per approvare il merger, ha portato in Italia un quarto operatore, Iliad, che ha determinato a un verticale abbassamento delle tariffe nella telefonia mobile. 

E quindi anche la recente operazione decisa dal cda di Tim di scorporo della rete che dovrebbe portare, nei desiderata del governo, alla creazione di una rete unica con Open Fiber potrebbe anche portare alla creazione di un altro gestore di rete. Infatti tra i “rimedi” richiesti dalle varie autority Antitrust, italiana ed europea, ci potrebbe essere quella di scorporare alcuni settori della  rete nelle aree nere, ossia quelle più redditizie. E anche in questo caso alla finestra ci potrebbe essere Fastweb che già dispone di una valida rete in fibra ottica. 

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