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ApprofondimentiEconomia Mar 19 settembre 2023

Il barile si avvicina ai 100 dollari: negli Stati Uniti si allontana la recessione e la Cina torna a correre

L'oro nero continua la sua parabola ascendente grazie alla crescita economica degli Stati Uniti e della Cina. Il barile si avvicina ai 100 dollari: negli Stati Uniti si allontana la recessione e la Cina torna a correre
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Il barile si avvicina ai 100 dollari

In attesa della decisione sui tassi della Fed in arrivo domani, il petrolio si avvicina a quota 100 dollari al barile (oggi il Brent è a 94,8, Wti a 92,4) e gli analisti temono che il costo della vita possa ripartire al rialzo a causa del costo dei carburanti.

La settimana scorsa l’OPEC ha diffuso le stime per il quarto trimestre 2023, che indicano un deficit globale di oltre 3 milioni di barili al giorno. Anche importanti organizzazioni del settore, come l’Aie e l’Eia, hanno previsto una produzione insufficiente a soddisfare la domanda nella parte finale dell’anno, inducendo diversi operatori a stimare un rialzo dei prezzi.

Gli Stati Uniti potrebbero evitare la recessione

Sul lato della domanda, invece, a buttare “benzina sul fuoco” sono i crescenti segnali che gli Stati Uniti potrebbero evitare una recessione, mentre i dati provenienti dalla Cina su vendite al dettaglio e produzione industriale superiori alle stime hanno indicato che per il Dragone il peggio è alle spalle.

In Cina, i dati dell’Ufficio nazionale pubblicati hanno anche evidenziato che la lavorazione delle raffinerie di petrolio è salita al record di 64,69 milioni di tonnellate in agosto, in crescita del 19,6% rispetto all’anno precedente e pari a 15,23 milioni di barili al giorno (bpd).

Nessun ribasso di prezzo in vista

Per Vontobel, “è possibile un ulteriore rialzo dei prezzi del petrolio, mentre il ribasso è protetto non solo dall’OPEC, ma anche dal governo statunitense, che intende ricostituire le sue riserve di emergenza di petrolio un po’ alla volta, puntando a un prezzo intorno ai 70 dollari, che essenzialmente fornisce un altro strato di sostegno a un possibile prezzo minimo.”

Inoltre, “il petrolio potrebbe effettivamente rappresentare una minaccia per le tendenze disinflazionistiche a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi, considerando che è stata proprio la componente energetica a contribuire maggiormente alla disinflazione negli ultimi mesi.”

I riflessi negativi sui consumatori italiani

Il rialzo del greggio ha riflessi importanti sui consumatori, alle prese con carburanti più costosi. In Italia, la benzina alla pompa ha già superato i 2 euro al litro e il diesel ha raggiunto quota 1,94 euro. Il tema è particolarmente caldo anche negli Usa, dove rappresenta un argomento caro a molti elettori in vista delle presidenziali dell’anno prossimo.

Secondo gli analisti di Fxempire, la traiettoria rialzista del mercato petrolifero rimane imperterrita, riflettendo il sentiment prevalente del mercato. Gli hedge fund hanno costantemente acquistato futures sul petrolio greggio nelle ultime settimane, spinti principalmente dalla crescente domanda di benzina e diesel. Il mercato si trova, infatti in una fase di backwardation, ovvero una situazione in cui il prezzo cash (consegna immediata del sottostante) è superiore ai prezzi futuri impliciti nei corrispondenti contratti futures, sintomo che la domanda è tanto forte da giustificare un sovrapprezzo per avere subito la materia prima.

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