Eurovita, salvati i clienti pagheranno i bondholder
I 160 milioni di titoli subordinati restano nella società che andrà il liquidazione. Dal fondo sovrano Gic alle piccole banche, chi rischia di rimetterci EUROVITA ASSICURAZIONI SEDE DI MILANO SEMAFORO VERDEI bondholder Eurovita restano fuori dal salvataggio
Alla fine, gli unici a rimetterci nel dissesto Eurovita potrebbero essere loro. I detentori dei bond subordianti della compagnia. Il salvataggio “di sistema” annunciato il 30 giugno scorso tutela i 353 mila clienti della società controllata dal fondo Cinven. Ma lascia fuori i detentori dei 160 milioni di bond, che non sono compresi nell’accordo sul salvataggio. I bond resteranno nella “vecchia” compagnia destinata alla liquidazione coatta. I detentori delle tre emissioni (tutte subordinate: 5 e 40 milioni emesse nel 2015 e 115 milioni emessa nel 2020) saranno dunque rimborsati sulla base di quanto verrà recuperato dalla cessione degli asset. Al momento, si spiega, non è possibile fare una stima di quanto potranno recuperare i detentori dei bond.
Il fondo Gic
Non si tratta in questo caso di risparmiatori. Il principale detentore dei bond Eurovita è il fondo sovrano di Singapore, Gic, che ha circa 700 miliardi di dollari di asset. Tra le altre cose, Gic ha in pancia anche 110 milioni di bond Eurovita. A seguire una serie di banche italiane, da Raiffeisen alla Popolare di Puglia e Basilicata fino a Sara Assicurazioni. Al momento, i titoli hanno congelato il pagamento delle cedole. L’ultima volta il 10 febbraio scorso, quando è stato annunciato che a causa del commissariamento imposto dall’Ivass Eurovita avrebbe posticipato il pagamento della cedola (il 6,75%) sul bond da 115 milioni che scadrà nel 2030. Nel dicembre del 2022, prima del commissariamento, era stato posticipato il pagamento della cedola (6%) anche per il bond da 40 milioni.
Cosa resterà nella società in liquidazione
Nell’ambito dell’accordo per il salvataggio, le polizze, i clienti e altri asset della compagnia verranno trasferiti a una newco. Gli azionisti della newco saranno Unipol, Generali, Intesa Vita, Poste Vita e Allianz. Le cinque compagnie successivamente si divideranno i clienti, probabilmente accorpandoli per banche distributrici. Fino al 31 ottobre i riscatti restano bloccati. Non chiaro quali asset resteranno nella compagnia in liquidazione, che potranno essere destinati quindi al rimborso dei creditori compresi i bondholder.