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ApprofondimentiEconomia Mer 05 luglio 2023

Eurovita, salvati i clienti pagheranno i bondholder

I 160 milioni di titoli subordinati restano nella società che andrà il liquidazione. Dal fondo sovrano Gic alle piccole banche, chi rischia di rimetterci Eurovita, salvati i clienti pagheranno i bondholder EUROVITA ASSICURAZIONI SEDE DI MILANO SEMAFORO VERDE
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

I bondholder Eurovita restano fuori dal salvataggio

Alla fine, gli unici a rimetterci nel dissesto Eurovita potrebbero essere loro. I detentori dei bond subordianti della compagnia. Il salvataggio “di sistema” annunciato il 30 giugno scorso tutela i 353 mila clienti della società controllata dal fondo Cinven. Ma lascia fuori i detentori dei 160 milioni di bond, che non sono compresi nell’accordo sul salvataggio. I bond resteranno nella “vecchia” compagnia destinata alla liquidazione coatta. I detentori delle tre emissioni (tutte subordinate: 5 e 40 milioni emesse nel 2015 e 115 milioni emessa nel 2020) saranno dunque rimborsati sulla base di quanto verrà recuperato dalla cessione degli asset. Al momento, si spiega, non è possibile fare una stima di quanto potranno recuperare i detentori dei bond. 

Il fondo Gic

Non si tratta in questo caso di risparmiatori. Il principale detentore dei bond Eurovita è il fondo sovrano di Singapore, Gic, che ha circa 700 miliardi di dollari di asset. Tra le altre cose, Gic ha in pancia anche 110 milioni di bond Eurovita. A seguire una serie di banche italiane, da Raiffeisen alla Popolare di Puglia e Basilicata fino a Sara Assicurazioni. Al momento, i titoli hanno congelato il pagamento delle cedole. L’ultima volta il 10 febbraio scorso, quando è stato annunciato che a causa del commissariamento imposto dall’Ivass Eurovita avrebbe posticipato il pagamento della cedola (il 6,75%) sul bond da 115 milioni che scadrà nel 2030. Nel dicembre del 2022, prima del commissariamento, era stato posticipato il pagamento della cedola (6%) anche per il bond da 40 milioni

Cosa resterà nella società in liquidazione

Nell’ambito dell’accordo per il salvataggio, le polizze, i clienti e altri asset della compagnia verranno trasferiti a una newco. Gli azionisti della newco saranno Unipol, Generali, Intesa Vita, Poste Vita e Allianz. Le cinque compagnie successivamente si divideranno i clienti, probabilmente accorpandoli per banche distributrici. Fino al 31 ottobre i riscatti restano bloccati. Non chiaro quali asset resteranno nella compagnia in liquidazione, che potranno essere destinati quindi al rimborso dei creditori compresi i bondholder. 

 

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