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In evidenzaRisparmio Gio 08 giugno 2023

Eurovita, banche e assicurazioni unite per il salvataggio ma divise sulle tecnicalità

L'incontro sotto l'egida del Mef è servito a ribadire l'impegno per arrivare a una soluzione. Scontata la proroga del blocco dei riscatti Eurovita, banche e assicurazioni unite per il salvataggio ma divise sulle tecnicalità EUROVITA ASSICURAZIONI SEDE DI MILANO
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Eurovita, banche e assicurazioni unite per il salvataggio

La volontà di salvare Eurovita e i suoi 353 mila clienti c’è ed è condivisa da tutti i soggetti interessati. Sulle tecnicalità per arrivare alla messa in sicurezza delle polizze c’è ancora molto da lavorare. Il tavolo sotto l’egida del Mef è servito soprattutto per ribadire l’interesse di banche e assicurazioni ad arrivare a una soluzione chiara e in tempi rapidi, che possa tutelare in primis i titolari delle polizze. 

Lo schema dell’intervento

Lo schema delineato è quello di un aumento di capitale da 500 milioni finanziato dalle cinque compagnie assicurative (Unipol, Intesa Vita, Poste Vita, Allianz e Generali). Una proroga ulteriore del blocco dei riscatti non oltre settembre, anche se tra le fonti interpellate nessuno indica date precise. Primo dello sblocco, le cinque compagnie procederebbero allo spezzatino, prendendo ciascuno una fetta di Eurovita. Sullo schema d’intervento c’è anche l’accordo delle banche. Che dovrebbero “coprire” le assicurazioni, anticipando la liquidità ai propri clienti titolari di polizze Eurovita che volessero riscattarle. E portando loro a scadenza le polizze. La qualità degli attivi di Eurovita, ad una prima ricognizione, è stata giudicata buona o comunque soddisfacente. Malgrado un eccessivo sbilanciamento su titoli illiquidi e titoli ad alto rischio, inseriti in portafoglio nella ricerca di rendimenti più elevati prima dei rialzi dei tassi.

Grandi banche e piccoli istituti

Ma resta il nodo delle piccole banche che hanno venduto i prodotti Eurovita attraverso i loro sportelli, anello debole della complessa costruzione. Gli oneri dei riscatti potrebbero infatti causare problemi di tenuta ad alcuni di questi istituti. Su questo c’è stata la disponibilità della banche più grandi per fornire linee di liquidità. L’interesse richiesto su queste linee è stato giudicato comunque troppo elevato. Ma i grandi istituti hanno fatto presente che su queste somme avrebbero comunque dovuto effettuare accantonamenti. E che per abbassarli ulteriormente sarebbe stato necessario uno schema di garanzia pubblica, tale da poter contabilizzare questa esposizione come rischio sovrano. E quindi poter accantonare percentuali dell’esposizione più basse. Su questo passaggio si è incagliato il negoziato nei giorni scorsi, fino all’incontro chiarificatore di ieri. Restano poi una serie di temi contabili, si spiega, ancora da risolvere. Ma come detto se pure è stata ribadita la volontà, i problemi sollevati restano ancora sul tavolo

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