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AperturaEconomia Dom 07 maggio 2023

Fiocchi (Fdi): "Pur di sostenere il delirio verde l’Europa arriva a taroccare i dati"

L’ultima follia green dell’Europa è buttare via tutti gli imballaggi riciclati e sostituirli col vuoto a rendere. Significa sprecare più acqua, emettere più CO2 e penalizzare l’industria italiana Fiocchi (Fdi): "Pur di sostenere il delirio verde l’Europa arriva a taroccare i dati"
Carlo Cambi
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Carlo Cambi

Fiocchi (Fdi): delirio verde, la Ue arriva a taroccare i dati

L’ultima follia green dell’Europa è buttare via tutti gli imballaggi riciclati e sostituirli col vuoto a rendere. Significa sprecare più acqua, emettere più CO2 e soprattutto penalizzare uno dei comparti d’eccellenza dell’industria italiana e una delle più alte adesioni al dovere civico da parte degli italiani. La Commissione vuole imporre entro giugno il regolamento sugli imballaggi che contraddice quelli varati appena un decennio fa impedendo ogni discussione al Parlamento di Strasburgo. A mettersi di traverso è il gruppo dei Conservatori di cui è leader Giorgia Meloni. «Dobbiamo fermarli», spiega Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia e membro della commissione parlamentare che discute tra l’altro il regolamento imballaggi. «Sono in preda a un doppio delirio: quello verde e quello di fine mandato. In particolare il vicepresidente olandese Frans Timmermans ha perso ogni contatto con la realtà e se si tratta di varare provvedimenti che penalizzano l’Italia lui è il primo».

Perché?

«Frans Timmermans è il primo nemico della logica. Sta imprimendo un’accelerazione folle, starei per dire antidemocratica, a tutti i provvedimenti green; se da questo ne deriva un danno per l’Italia ora governata dal centrodestra per lui che è un socialista, ambientalista olandese è un valore aggiunto. Gli avevano affidato un pacchetto di oltre 200 miliardi per le politiche verdi, ma ora glielo stanno sfilando perché si sono resi conto che sta facendo politiche contrarie al consenso e ai bisogni reali delle popolazioni E siccome da ottobre in avanti di fatto l’Europa viene bloccata in attesa delle prossime elezioni, lui vuole finire il lavoro a qualsiasi costo».

In che senso a qualsiasi costo?

«Anche al punto di taroccare i dati; ha una sua folta pattuglia di funzionari Ue ancora più deliranti sul green dello stesso Timmermans, ma il vento sta cambiando».  

La maggioranza Ursula scricchiola?

«Sì e sanno bene che il prossimo Parlamento sarà di centrodestra. Il Ppe si sta riposizionando, ci sono Paesi che sulle follie verdi stanno facendo marcia indietro: la Svezia, patria di Greta, sta chiedendo di rallentare, così la Finlandia e persino la Danimarca. Un esempio: vogliono arrivare al tutto elettrico anche per i camion. È semplicemente impossibile. I costi sarebbero insostenibili e così anche i paesi del Nord ora chiedono un ripensamento. La guerra in cui ci ha trascinato Vladimir Putin ha fatto aprire gli occhi a molti a Strasburgo che si chiedono se la Germania, per propri interessi, non ci stia trascinando verso un’altra dipendenza: stavolta dalla Cina per l’elettrico. Ormai a questa svolta radicalmente verde a dispetto e a discapito delle popolazioni ci credono Ursula von der Leyen, Timmermans, i deputati del Pse tra cui sommamente quelli del Pd e i loro funzionari. Ma sanno benissimo che dopo il 2024 non ci sarà più la maggioranza Ursula».

Così hanno fretta e, per esempio, ci penalizzano sugli imballaggi?

«Esattamente. L’Italia è leader nel riciclaggio: abbiamo raggiunto già adesso gli obiettivi che l’Ue aveva fissato per il 2030 e siamo la nazione che ha la migliore e più produttiva tecnologia sul riciclo. Lo abbiamo fatto tenendo fede al regolamento Ue tutt’ora vigente. Ora vogliono azzerare tutto per farci passare al riuso. Ma ce lo vedete quello che si compra l’hamburger che riporta indietro il contenitore che poi al fast food devono lavare e sterilizzare per adoprarlo di nuovo? Sono arrivati alla follia di una bottiglia di vetro uguale per tutti e per tutto: dallo shampoo al Barolo. Senza contare che la bottiglia è un fattore di riconoscibilità e di qualità del prodotto. Me le figuro le cantine che vendono vini a migliaia di euro che fanno il giro dei ristoranti a ritirare i vuoti… Sono follie. L’unica concessione che fanno è che queste confezioni da riusare possono essere prodotte con un massimo del 40% di materiale riciclato.  Per l’Italia dal punto di vista industriale è un danno di decine di miliardi per non dire dell’occupazione. Decidono senza alcuna valutazione credibile di impatto ambientale, economico e sociale».

Ma c’è ostilità verso il governo italiano? La posizione francese qualcosa indica?

«Non direi, anzi c’è meno ostilità in Europa che non in Italia. I francesi montano questo caso per nascondere le loro responsabilità: è colpa loro il caos che c’è in Libia e in Tunisia. Hanno il problema della tenuta di Macron, devono demonizzare Giorgia Meloni per sbarrare la strada alla Le Pen. Ma a Strasburgo dell’Italia si parla molto bene. C’è anche un altro dato; ora noi eurodeputati sentiamo il sostegno di Roma.  Fino a qualche mese fa pareva che qualsiasi cosa decidesse la Commissione fosse inemendabile. Anche se era contro gli interessi degli italiani».

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