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AperturaEconomia Dom 07 maggio 2023

Prestiti alle imprese, costi triplicati in un anno e mezzo

I tassi dei finanziamenti erano all'1,3% a dicembrec 2021, oggi sono al 3,9%. E le aziende aspettano a fare gli investimenti Prestiti alle imprese, costi triplicati in un anno e mezzo Un lavoratore all'opera in un'azienda
Gianluca Baldini
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Gianluca Baldini

Imprese, in un anno e mezzo triplicato il costo del denaro

Ormai non appare una novità, ma ciò non significa che faccia piacere. Ogni volta che la Bce decide di alzare i tassi di interesse, i finanziamenti alle imprese italiane diventano più cari. Il 4 maggio non fa eccezione: con l’obiettivo di proteggere l’economia europea da una recessione, il costo del denaro è da diversi mesi sempre più salato e la linfa che dà vita alle attività imprenditoriali italiane continua a risentirne.

Salgono i tassi per le imprese

I dati diffusi dall’Abi non lasciano dubbi. Secondo l’ultimo rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana, a marzo 2023 i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati dello 0,5% rispetto a un anno prima (+1% a febbraio). In particolare, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 3,90% (3,55% il mese precedente; 5,48% a fine 2007). Non stupisce, insomma, che le aziende ne abbiano fin sopra i capelli tra inflazione al galoppo, costi delle materie prime alle stelle e tassi per finanziare nuovi progetti in continua ascesa.

Come spiega l’Abi, l’indice di fiducia delle imprese, a marzo 2023, nell’area dell’euro ha registrato un valore pari a -0,2 (+0,4 nel mese precedente), in Germania è passato da +2,3 a -0,1 mentre in Francia è passato da -6,1 a -3,7 (unico in salita).

Costi triplicati

Insomma, non serve una laurea in finanza per capire cosa stanno passando gli imprenditori. Se l’ultimo tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese oggi gravita intorno al 3,90%, solo a dicembre 2021 era al di sotto dell’1,3%. In particolare, tra dicembre 2021 e 2022 il costo era quasi triplicato, avvicinando al 3,5%.

L’unico risultato certo con tutti questi rialzi dei tassi, insomma, è che il numero di finanziamenti richiesti dalle imprese continua a calare. Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a febbraio 2023 il tasso di variazione dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultato pari a -0,5% (stabile nel mese precedente, -5,9% a novembre 2013, il picco negativo).

Le aziende alla finestra

In tutto il 2022 il tasso di prestiti erogati alle imprese è stato in caduta libera. Le domande sono infatti calate, nell’anno solare 2022, del 5,7% rispetto al 2021: con una contrazione più marcata per le imprese individuali, quelle di norma più piccole, rispetto alle società di capitali, le Spa, che hanno normalmente dimensioni maggiori (dati Crif).

Così, il taglio medio richiesto nel 2022 è aumentato, in crescita del 16,8% a quota 124.000 euro. Il problema è che a farla da padrone sono spesso solo le grandi aziende, mentre quelle più piccole restano al palo in attesa di finanziamenti meno salati.

Anche le sofferenze, i prestiti non ripagati, sono in lieve ma costante aumento. A febbraio di quest’anno erano a quota 15,5 miliardi di euro, in leggero aumento: erano 15,3 miliardi a gennaio e 14,2 miliardi a dicembre 2022.

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