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AperturaLavoro Dom 07 maggio 2023

Rasizza (Agenzie per l'impiego): "Perché promuovo il decreto lavoro del governo Meloni"

"Parlare di precariato è sbagliato e il reddito di cittadinanza una mostruosità." Parla Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis e presidente di Assosomm Rasizza (Agenzie per l'impiego):  "Perché promuovo il decreto lavoro del governo Meloni" ROSARIO RASIZZA OPENJOBMETIS
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Rasizza: perché promuovo il decreto lavoro

“Il precariato? E’ una parola che non ha più senso nel mercato del lavoro attuale. E il sindacato che oggi sbraita contro il decreto  lavoro, dovrebbe tornare a fare davvero  sindacato, ed occuparsi di chi, specie al Sud, si spacca la schiena per una paga da fame. Non delegare il proprio compito di denuncia a programmi  come le Iene mentre si fa la passerella in Tv o si viaggia per l’Italia con auto da 100mila euro”. E’ un fiume in piena Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, l’associazione italiana delle agenzie per il Lavoro e amministratore delegato di Openjobmetis, unica agenzia per il lavoro quotata in Borsa. Lo abbiamo raggiunto all’indomani dell’approvazione delle misure sul lavoro varate dal governo Meloni con la sinistra che alza le barricate.

Dottor Rasizza, perché il solo parlare di aver precarizzato l’impiego la manda in bestia?

“Intanto vorrei fare una premessa. Posto che occorre analizzare bene il testo, sono convinto che il decreto lavoro vada nella giusta direzione. Anche perché non precarizza proprio nulla. Il numero massimo dei contratti a termine, che in molti non sanno che è fissato per legge, non viene toccato. E’ invece stata semplificata la disciplina delle causali di assunzione e questa è una novità che dà tranquillità ad azienda e dipendente. Ora si fa infatti riferimento alla norma europea che rimanda ai contratti nazionali di lavoro. E poi dobbiamo intenderci sul termine precario”.

Cosa intende?

“Parlare genericamente di precari facendo passare l’idea che sia sinonimo di sfruttamento rischia di portare fuori strada.  Qual’ é quell’azienda che assume subito un lavoratore a scatola chiusa? Nessuna. Troppa rigidità in ingresso equivale a creare disoccupati o lavoro nero. La nostra esperienza in questo senso è emblematica. Come Openjobmetis forniamo lavoro a quasi novemila aziende. Ebbene, la stragrande maggioranza dei contratti a termine una volta apprezzato il lavoratore, si trasforma in impiego a tempo indeterminato. Mi domando chi, all’inizio della propria carriera non sia  passato attraverso  periodi di prova. Io, a differenza di chi fa demagogia, promuovo il lavoro proprio contro le forme di sfruttamento. Per questo trovo corretto il testo del governo. Unico punto da migliorare è quello dei voucher per gli stagionali. Risolve un grave problema ma è un boccone ghiotto per chi ha una attività e non pianifica”.

Il governo Meloni ha colpito anche il reddito di cittadinanza. Anche in questo caso le polemiche non mancano

“Il reddito di cittadinanza è una mostruosità che ha fallito tutti gli obbiettivi. Ma era facile già dall’inizio capire che non è con l’assistenzialismo che si promuove l’impiego. Noi che ci occupiamo da decenni di inserimento nel mondo del lavoro con migliaia di persone che oggi hanno trovato un posto fisso, sappiamo bene che l’unica strada per uscire dalla disoccupazione è la formazione. I fondi per il reddito di cittadinanza vanno spesi in formazione tenendo conto che nel nostro Paese esiste il mismacht, il disequilibrio, tra domanda ed offerta di lavoro. Ci sono interi settori alla ricerca di operai o professionisti che non trovano. Questo è un vero, grande problema”.

Eppure i sostenitori del reddito di cittadinanza dicono che ora si condanna gente alla povertà

“Sostenere gli indigenti o chi in effetti non è nelle condizioni di lavorare è un conto, promuovere l’impiego un altro. Le faccio un esempio. Una signora  durante un programma televisivo ha raccontato la sua storia: percepiva il reddito di cittadinanza ma avrebbe voluto lavorare. Io per caso guardavo la televisione e mi sono interessato alla vicenda: l’abbiamo convocata e in breve tempo ha trovato un impiego. Ebbene, dopo pochi mesi, quando le è stato prospettato di passare ad un contratto a tempo indeterminato, lei ha portato in azienda alcuni referti medici che certificavano la sua inabilità a svolgere quelle funzioni. Certo, il lavoro presupponeva un  forte  impegno. Ma chi oggi non si impegna? E’ solo un esempio, per carità, e non voglio generalizzare, ma certamente il reddito di cittadinanza stava creando, soprattutto nei giovani, una certa apatia. Però voglio essere ben chiaro e mi ripeto: un Paese civile deve sostenere i bisognosi. Ma chi viene posto nelle condizioni di lavorare deve farlo, per la propria dignità e per salvaguardare la tenuta del sistema”.

Cosa si aspetta sul fronte dell’occupazione? I dati appena diffusi sul Pil italiano sono migliori del previsto, questo si percepisce sul fronte della sua agenzia per il lavoro?

“Abbiamo una rete capillare 150 filiali sparse in tutto il territorio nazionale con 800 dipendenti diretti a stretto contatto con il tessuto produttivo. Le dico questo per farle  comprendere quanto il nostro osservatorio non sia solo una bella statistica costruita sulla carta. Ebbene, in effetti da gennaio stiamo assistendo ad una rinnovata domanda di lavoratori. E parlo di contratti chiari e rispettosi delle normative. Occorre sfruttare la crescita ma abbiamo bisogno di un Paese con meno ammortizzatori sociali e più politiche attive per il lavoro. 

 

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