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AperturaEconomia Mer 08 novembre 2023

Manovra, il 5 dicembre sciopero dei medici contro il taglio delle pensioni

Le associazioni di categoria indicono una giornata di protesta. Il ministro: governo al lavoro per trovare una soluzione Manovra, il 5 dicembre sciopero dei medici contro il taglio delle pensioni Medici in corsia
Redazione Verità&Affari
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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: i medici e i dirigenti sanitari non si accontentano delle buone intenzioni espresse in questi ultimi giorni da esponenti della maggioranza e del governo e proclamano per il 5 dicembre uno sciopero di 24 ore  contro la legge di bilancio, che prevede un sostanzioso taglio alle loro pensioni.

I sindacati: stangata per 50 mila dipendenti

«Le misure contenute nella legge di bilancio in discussione al Senato»,  dichiarano in una nota Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente di Cimo-Fesmed, i sindacati di categoria, «non sono in grado né di risollevare il Servizio sanitario nazionale dalla grave crisi in cui si trova né di soddisfare le richieste della categoria che rappresentiamo. Ci saremmo aspettati», aggiungono Di Silverio e Quici, «uno sblocco, anche parziale, del tetto alla spesa per il personale sanitario e un piano straordinario di assunzioni, e invece nessuno ne fa nemmeno cenno. Dopo tante parole e belle intenzioni, ci saremmo dunque aspettati un vero cambio di rotta che mettesse al centro il Servizio sanitario nazionale, e invece siamo stati bersagliati dal taglio dell’assegno previdenziale compreso tra il 5% e il 25% all’anno, una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti. E non ci tranquillizzano», sottolineano i due leader sindacali, «le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da esponenti del governo in merito a possibili modifiche parziali del provvedimento, e non alla sua completa eliminazione. Misureremo nei prossimi giorni la reale disponibilità del governo, non solo a parole, pronti a mitigare o inasprire la protesta anche con altre eventuali giornate di sciopero da proclamare nel rispetto della normativa vigente».

Il ministro: al lavoro per una soluzione

L’intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari del Sistema sanitario nazionale, il gruppo di sindacati che comprende i dirigenti medici, veterinari e sanitari del Ssn, Aaroi-emac, Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm federazione veterinari e medici, Uil Fpl medici e veterinari e Cisl medici, da parte sua, annuncia «forme di mobilitazione finalizzate a modificare la legge di bilancio», dunque una protesta che assumerà forme diverse dallo sciopero proclamato da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed: «In rappresentanza dei 135.000 dirigenti medici, veterinari e sanitari che lavorano nei servizi pubblici», sottolineano le sigle in una nota,  «l’intersindacale chiede un incontro al ministro della Salute per rivedere i provvedimenti di questa legge di bilancio». Il rischio è che, se non verrà modificata la norma sul taglio delle pensioni, i medici che ne hanno la possibilità andranno in pensione prima che entri in vigore, sguarnendo gli ospedali. «Il governo», dice il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a Radio24, «sta lavorando per cercare di trovare una soluzione considerando la grave carenza di medici e sanitari. E io sono fiducioso che si trovi un accomodamento».

Calandrini (FdI): margini stretti per le modifiche

Equilibrista la dichiarazione del presidente della commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini di Fratelli d’Italia:  «Il governo», argomenta, «sta considerando con attenzione le perplessità in tema pensioni espresse dal comparto sanitario. Qualche aggiustamento in corso d’opera è naturale ma occorre tenere presente il contesto storico complesso, la congiuntura economica difficile e anche le tante risorse stanziate per il comparto, a partire dal rinnovo dei contratti. Questa non è una manovra che taglia ma sono necessari dei compromessi, le risorse non sono infinite. Oggi (ieri, ndr)», aggiunge Calandrini, «sono iniziate le audizioni in Senato e, anche se i margini sono stretti per eventuali modifiche, naturalmente saremo attenti alle istanze presentate dalle varie parti. Per quanto concerne il comparto Sanità, il governo Meloni ha stanziato ben 136 miliardi di euro, un importo ragguardevole che supera le risorse impegnate anche negli anni del Covid, comprensive delle spese dei vaccini. L’obiettivo resta quello di migliorare l’offerta sanitaria e questa passa inevitabilmente per la soddisfazione del corpo lavoratori. Sono fiducioso in una soluzione che contempererà tutte le esigenze sul tavolo».

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