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EconomiaPrimo piano Lun 11 settembre 2023

Ue taglia stime crescita Pil: Italia +0,9% e Germania in recessione

La Commissione europea rivede al ribasso le stime sulla crescita in Europa. L'Italia si ferma al +0,9%. Ue taglia stime crescita Pil: Italia +0,9% e Germania in recessione
Redazione Verità&Affari
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Ue taglia stime crescita Pil: Italia +0,9% e Germania in recessione

(Teleborsa) – Brutte notizie arrivano dalla Commissione europea, che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’Eurozona, condizionata perlopiù 0dalla Germania, per cui si attende una recessione nel 2023. Il Summer Economic Forecast di Bruxelles conferma che l”economia dell’UE continua a crescere ad un passo ridotto ed indica una crescita del PIL nel 2023 allo 0,8% dall’1% delle previsioni precedenti e per il 2024 una crescita all’1,4% anziché dell’1,7%. Rivista al ribasso anche la crescita dell’Eurozona allo 0,8% nel 2023 (dall’1,1%) ed all’1,3% nel 2024 (dall’1,6%).

Germania in recessione a -0,4%

Un rallentamento indotto soprattutto dalla Germania che, a causa della frenata delle esportazioni, finirà in recessione nel 2023 con una stima di PIL a -0,4% (nelle stime precedenti si segnalava una crescita dello 0,2%). Ridotte anche le previsioni per il 2024 a +1,1% da +1,4%.

Gli ultimi dati confermano un’attività economica più lenta nella prima metà del 2023 – conferma Bruxelles – a causa dei formidabili shock che l’UE ha subito. La debolezza della domanda interna, in particolare dei consumi, mostra che l‘inflazione sta pesando più di quanto previsto, nonostante il calo dei prezzi dell’energia ed un mercato del lavoro eccezionalmente forte, che ha registrato tassi di disoccupazione ai minimi storici, una continua espansione dell’occupazione e un aumento dei salari.

Tagliate anche le stime dell’inflazione Ue

“Nel frattempo, il rallentamento del mercato creditizio dimostra che l’inasprimento della politica monetaria sta impattando sull’economia”, sottolinea la Commissione, secondo cui “l’impatto della politica monetaria restrittiva è destinato a proseguire nei mesi a venire e si si attende una crescita più bassa anche nel 2024”.

Tagliate anche le stime d’inflazione, che si prevede raggiungerà in UE il 6,5% nel 2023 (rispetto al 6,7% in primavera) ed il 3,2% nel 2024 (rispetto al 3,1%) e nell’Eurozona il 5,6% nel 2023 (rispetto al 5,8%) ed il 2,9% nel 2024 (rispetto al 2,8%). Le previsioni sulla crescita die prezzi, tuttavia, restano in entrambi gli anni superiori all’obiettivo della BCE, che quindi proseguirà con una manovra restrittiva sin quando l’inflazione non si riporterà sul target del 2%.

In Italia Pil in aumneto dello 0,9%

Quanto all’Italia, in linea con il resto dell’UE dovrebbe registrare un aumento del PIL dello 0,9% in rallentamento rispetto all’1,2% delle precedenti previsioni macroeconomiche, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8% a fronte dell’1,1% atteso in precedenza. Un decelerazione è intervenuta nel secondo trimestre – si spiega – trainata dal calo della domanda interna e degli investimenti sulle costruzioni, in particolare dallo stop al Superbonus, che aveva spinto l’attività delle costruzioni energicamente negli ultimi due anni. Limata la stima d’inflazione della Penisola per il 2023 al 5,9% (dal 6,1% precedente) e confermata la stima sul 2024 al 2,9%

“In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, ha spiegato il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni, questa fase di rallentamento non “non è particolarmente italiana e coinvolge diversi Paesi”, anche se il nostro Paese “potrebbe essere colpito più di altri” dalla recessione in Germania. Il commissario, declinando le polemiche sul dossier Ita si è detto fiducioso che “l’economia italiana possa reagire in modo positivo”. L’Italia – ha aggiunto – “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa, perché fanno parte di un contesto, che è quello che abbiamo presentato oggi, che e’ un contesto che riguarda l’insieme dei paesi europei”.

La Commissione, comunque, sulla base della stabilizzazione degli indicatori di breve termine, come quello della produzione, attende un marginale rimbalzo dell’economia italiana nella seconda metà dell’anno.

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