La Bce trascina a fondo Milano, Btp vicini al 4% e lo spread fa paura
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ApprofondimentiEconomia Sab 11 giugno 2022

La Bce trascina a fondo Milano. Btp vicini al 4% e spread a 234 fanno paura

Christine Lagarde costa alle Borse europee 265 miliardi. Milano ne brucia 39. All’indomani della conferenza stampa del capo della Bce. La Bce trascina a fondo Milano. Btp vicini al 4% e spread a 234 fanno paura
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Gli effetti della dichiarazione di Lagarde sulle Borse

Christine Lagarde costa alle Borse europee 265 miliardi. Milano, da sola, ne brucia 39. All’indomani dell’infelice conferenza stampa del capo della Bce i mercati colano a picco mentre lo spread si impenna. Milano affonda del 5,17% tornando ai livelli di marzo. Allargando lo sguardo all’Europa non migliora lo scenario e Piazza Affari si conferma maglia nera. Parigi cede il 2,69%, Francoforte il 3,08% e Londra il 2,12%. Lo spread si avvicina a quota 230 punti e il rendimento del Btp si arrampica verso quota 4%.

Il bluff di Francoforte

A causare questo problema è stata la comunicazione incerta di Christine Lagarde. L’esistenza dello scudo anti-spread è stata accennata ma non definita. Questo spingerà il mercato a «vedere il bluff», cioè quale sarà il livello di tolleranza della Banca centrale prima di imbracciare effettivamente l’arma. In questo senso i precedenti non sono incoraggianti. Tre anni fa alla sua prima conferenza stampa Christine Lagarde fece un esordio da brividi annunciando che non era compito della Bce stringere gli spread. Lo tsunami sui mercati impose una rapida retromarcia. Ma com’è noto i listini hanno memoria d’elefante e gambe di coniglio.

Purtroppo dalla riunione di giovedì sono scaturite gravi incertezze che porteranno ad un ulteriore ampliamento degli spread e in particolare di quello italiano e di quello spagnolo nei confronti del Bund. Tutto questo indebolirà l’euro con effetti sull’import e quindi sull’inflazione. Avremo un ulteriore ribasso della moneta europea nei prossimi mesi con un possibile raggiungimento della parità nei confronti del dollaro e quindi anche il mancato effetto calmiere sull’inflazione. Perché con un euro che si deprezzerà ulteriormente il costo della materia prima che noi importiamo dall’estero aumenterà.

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