Pronta la riforma del Reddito di cittadinanza, ecco le novità
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CronacaIn evidenza Ven 28 ottobre 2022

Pronta la riforma del Reddito di cittadinanza, sarà una delle prime misure del governo

Lavoro obbligatorio per gli under 50, così cambierà il Reddito di cittadinanza. Sarà una delle prime misure in Consiglio dei ministri. Pronta la riforma del Reddito di cittadinanza, sarà una delle prime misure del governo
Franco Bechis
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Franco Bechis

La revisione del Reddito di cittadinanza

Il governo di Giorgia Meloni si è già messo al lavoro per inserire in una delle prime misure che verranno varate dal consiglio dei ministri, collegata alla legge di Bilancio, anche una prima riforma del reddito di cittadinanza con l’obiettivo non di ottenere risorse per altro, ma di cambiarne proprio lo spirito facendo restare al suo interno i risparmi che mai ne derivassero. Il principio è semplice: non cancellare la misura di sostegno a chi davvero ne ha bisogno, ma cambiare le regole che invece stanno disincentivando la ricerca di un lavoro per chi potrebbe trovarne uno.

MARINA CALDERONE

Continuerà a ricevere come oggi l’assegno chiunque sia inabile al lavoro e anche tutta quella fascia che ha perso il lavoro a pochi anni dal diritto alla pensione e non riesce più a riconvertirsi. Il nuovo sistema invece punterà a non fare diventare il reddito di cittadinanza un sussidio infinito per tutta la fascia di 20-40enni che invece a un lavoro potrebbe essere indirizzata eventualmente anche attraverso uno specifico iter formativo.

I lavori socialmente utili

Come? Innanzitutto rispolverando un antico meccanismo, quello dei lavori socialmente utili (lsu) per i Comuni. È stato un sempre-verde in decine di manovre finanziarie, soprattutto nelle aree di Napoli e Palermo, ma non aveva funzionato per un motivo molto semplice: i lavori socialmente utili dovevano essere svolti per comuni in ordinaria amministrazione che però non avevano i poteri datoriali né cercavano di averli in qualche modo. Lo stipendio correva regolarmente, poi però molti non si presentavano al lavoro, comunicando qualche improbabile malattia, impedimento familiare o anche nulla, tanto nessuno era in grado di verificare e tanto meno di sanzionare.

Oggi quel sistema verrà rispolverato con un’altra filosofia. È proprio la crisi energetica a favorirla: i comuni sono in crisi per le super bollette, qualcuno è anche in condizioni vicine al dissesto di bilancio. Il governo agirà in due modi: ridurrà i trasferimenti, bloccando le assunzioni di cui pure gli enti locali hanno bisogno.

4 ore di lavoro al giorno

In cambio metterà a disposizione dei comuni il piccolo esercito dei percettori del reddito di cittadinanza under 55 e ovviamente abili al lavoro, che per potere percepire il sussidio dovranno lavorare per gli enti locali nei settori da loro individuati almeno 4 ore al giorno, a cui si aggiungeranno alte due ore di formazione al lavoro obbligatoria ove necessaria. Per legge ai comuni si daranno poteri speciali per verificare che effettivamente chi deve andare al lavoro poi lo faccia con regolarità. La sanzione principale di una assenza ingiustificata diventerebbe quella della segnalazione ad Anpal e Inps che porterebbe (anche questo previsto dalla nuova legge) alla immediata revoca del reddito di cittadinanza.

L’idea della riforma

Lo scopo della riforma nelle intenzioni del nuovo governo è duplice: ridurre la platea dei percettori dell’assegno che potrebbero benissimo lavorare e fare piazza pulita di quel sistema che oggi unisce il reddito di cittadinanza a una notevole area di economia sommersa. Uomini e donne percepiscono l’assegno mensile e poi lavorano magari nel fine settimana in nero servendo a qualche locale per arrotondare.

Raggiungono in questo modo con poco sforzo entrate sufficienti a rifiutare poi un’offerta di vero lavoro in chiaro con stipendi fra 1.200 e 1.500 euro mensili. Dovendo lavorare davvero mentre percepiscono il sostegno, non avrebbero tempo e probabilmente nemmeno voglia di fare altri lavoretti per arrotondare. In queste condizioni sarebbe più attrattiva un’offerta di lavoro alla luce del sole.

Man mano che con il nuovo sistema dovessero arrivare risparmi di spesa, sarebbero inizialmente dirottati a rafforzare il sistema di controlli sugli stessi percettori del reddito di cittadinanza, andando a verificare in modo più puntuale ed esteso la fondatezza delle autodichiarazioni di chi chiede la misura per potere scoprire prima che lo facciano indagini della guardia di finanza o vere e proprie inchieste i cosiddetti «furbetti del reddito».

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