L’idrogeno verde sbarca a Milano, c’è anche Garrone tra i soci De Nora
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Finanza Mar 21 giugno 2022

L’idrogeno verde sbarca a Milano, c’è anche Garrone tra i soci De Nora

L’idrogeno verde, nuova frontiera della transizione ambientale arriva in Borsa. Industrie De Nora procede spedita verso Piazza Affari. L’idrogeno verde sbarca a Milano, c’è anche Garrone tra i soci De Nora
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

La quotazione di Industrie De Nora a Milano

L’idrogeno verde, nuova frontiera della transizione ambientale arriva in Borsa. Industrie De Nora (sede principale a Lambrate, Milano) procede spedita verso Piazza Affari incurante delle montagne russe dei listini. Giravolte da togliere il fiato che, per esempio hanno spinto la tedesca Nucera (di cui il gruppo italiano possiede il 34%) a rimandare il debutto.

De Nora, invece, si presenta ai nastri di partenza proponendo una forchetta di prezzo tra 13,5 e 16,5 euro per azione, corrispondenti a una capitalizzazione post aumento di capitale tra 2,72 e 3,28 miliardi. Il fatto che l’azienda abbia deciso di andare avanti nonostante la precarietà dei listini dimostra che sia i principali azionisti (la famiglia De Nora che ha il 64% e la Snam con il restante 36% ) sia gli advisor (Credit Suisse, Goldman Sachs, Bank of America, Mediobanca e UniCredit) sono abbastanza fiduciosi nel successo finale.

Una Warren Buffet al femminile

A confermarlo la comunicazione che San Quirico, la cassaforte della famiglia Mondini Garrone (Erg) e 7-industries, che gestisce il patrimonio della miliardaria di origine israeliana Ruthi Wertheimer. Una sorta di Warren Buffett al femminile la cui fama, al momento, non è paragonabile a quella dell’oracolo di Omaha. Il fondo della Wertheimer è specializzato in investimenti di minoranza a lungo termine in aziende industriali a tecnologia avanzata guidate da famiglie e imprenditori. I due «corner investor» metteranno sul piatto 100 milioni ciascuno e alla fine avranno poco meno del 3% a testa. Alessandro Garrone, vicepresidente esecutivo di Erg sarà nominato amministratore indipendente a partire dal giorno dello sbarco in Piazza Affari di De Nora. Con questa operazione la dinastia genovese consolida la scelta green che, per un gruppo nato con il petrolio, è stata imprevedibile e fonte di non poche tensioni in famiglia (soprattutto con il patriarca Riccardo, fondatore dell’impero alla fine della guerra).

La vendita della raffineria Isab di Siracusa

I Garrone hanno venduto la raffineria Isab di Siracusa e, con il ricavato si sono lanciati sulle energie pulite. Proprio la settimana scorsa hanno fatto entrare, seppure indirettamente, un socio australiano nel capitale di Erg per finanziare gli investimenti. Il primo passo con De Nora il cui collocamento, si annuncia un successo. Il gruppo di Lambrate è un pezzo pregiato del sistema industriale italiano con pochi concorrenti anche a livello globale. Ad andare sul mercato sarà circa il 17,4% del capitale post aumento. Le azioni saranno rinvenienti in parte per massime 14.814.815 dall’aumento di capitale e in parte, per complessive massime 20.260.868 azioni, poste in vendita da Federico De Nora e Norfin e Snam.

Infine gli azionisti venditori hanno accordato a Credit Suisse, una opzione per l’acquisto di un massimo di 5.261.352 azioni aggiuntive pari al 15% delle azioni oggetto di offerta allo scopo di stabilizzare le quotazioni. Snam era entrata nel capitale di De Nora nel 2020, valorizzando complessivamente l’azienda 1,2 miliardi ma prima dello scoppio della guerra in Ucraina – tra gli addetti ai lavori, riporta la Radiocor – si parlava di una valorizzazione fino a 5 miliardi. La caduta dei mercati ha tagliato l’offerta a 3,8 miliardi come massimo. Fondato nel 1923 da Oronzio De Nora, il gruppo è leader mondiale nella fornitura di elettrodi per processi elettrochimici. Gli ultimi brevetti (ne possiede già 270) rendono sempre più competitiva la produzione di idrogeno tramite elettrolisi dell’acqua.

Raddoppiano gli utili

Nel 2021 ha realizzato ricavi totali per 616 milioni (dai 500 milioni del 2020), un margine operativo di 121 milioni (da 81 milioni del precedente esercizio) e un utile d’esercizio di oltre 66 milioni di euro sostanzialmente raddoppiato dai circa 33 milioni del 2020, il tutto a fronte di un indebitamento finanziario netto 189 milioni, incrementatosi di 94 milioni da fine 2020, dopo investimenti complessivo nell’anno per circa 34 milioni.

Il processo di crescita dell’azienda si è sviluppato tanto in maniera organica, grazie alla continua innovazione, quanto per linee esterne, attraverso importanti acquisizioni negli Usa, nel Regno Unito, in Giappone e in Italia. De Nora è presente oggi con 25 sedi operative in 10 paesi con 5 centri di ricerca in Italia, Usa e Giappone. Il portafoglio di proprietà intellettuale del gruppo comprende attualmente circa 260 famiglie di brevetti con più di 2.700 estensioni territoriali.

Come ricorda il sito Be Beez De Nora il 5 maggio ha firmato con la Commissione Ue, insieme ad altri produttori europei, una dichiarazione d’intenti nell’ambito della European clean hydrogen alliance. Il documento stabilisce i riferimenti di una nuova partnership che mira a facilitare e promuovere l’attuazione delle tecnologie dell’idrogeno verde nell’Unione europea

Alleanza europea

L’alleanza si pone l’obiettivo di migliorare il quadro normativo attuale al fine di supportare una crescita rapida e sostenibile del mercato dell’idrogeno rinnovabile, perfezionare i programmi di finanziamento dell’Unione Europea per l’implementazione e lo sviluppo delle tecnologie a idrogeno e facilitare l’integrazione delle catene di valore per la produzione di elettrolizzatori all’interno dell’Unione.

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