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GovernoIn evidenza Sab 28 ottobre 2023

Affitti brevi, in manovra si fa strada la cedolare secca al 26% ma solo dalla seconda casa in poi

Compromesso tra le richieste di Forza Italia e di Fratelli d'Italia. Per chi ha un solo appartamento la tassazione non cambia. Affitti brevi, in manovra si fa strada la cedolare secca al 26% ma solo dalla seconda casa in poi
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

La cedolare secca salirà dal 21 al 26% solo nel caso in cui si affitti più di un appartamento con contratti di locazione di durata non superiore ai 30 giorni.
Lo prevede l’ultima bozza della manovra che a questo punto mette d’accordo Fratelli d’Italia e Forza Italia, contraria a un aumento delle tasse sui proprietari di immobili. L’aliquota della cedolare, attualmente fissata al 21%, “è innalzata al 26 per cento in caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta”, si legge nella bozza.

E si aggiunge, per i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, che “qualora siano destinati alla locazione breve più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta ovvero nel caso in cui non sia esercitata l’opzione per l’applicazione del regime” della cedolare secca “la ritenuta si considera operata a titolo di acconto”.

Si tratta della quarta versione della legge di bilancio chiusa venerdì sera e che introduce uno sconto ai proprietari di casa a proposito degli affitti brevi, uno dei temi che più di altri ha acceso le polemiche all’interno della maggioranza.

Secondo il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa il giudizio molto negativo su questa misura non cambia. «Fare queste distinzioni è sbagliato concettualmente – spiega – crea confusione e alimenta l’elusione e il nero. Non ci siamo».

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