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ImpresePrimo piano Mar 07 novembre 2023

Istat: nel 2021 le imprese industriali e dei servizi sono quasi 4,4 milioni

Il numero di attività in Italia è in aumneto del 2,5% e possono contare su oltre 17 milioni di lavoratori. Istat: nel 2021 le imprese industriali e dei servizi sono quasi 4,4 milioni
Redazione Verità&Affari
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(Teleborsa) – Nel 2021 le imprese industriali e dei servizi sono quasi 4,4 milioni (+2,5% rispetto al 2020). Generano un valore aggiunto di 898 miliardi in crescita, rispetto all’anno precedente, del 21,6% (37,4% nelle Costruzioni, 20,5% nell’Industria in senso stretto e 20,3% nei Servizi), recuperando la marcata flessione (-10,5%) del 2020; l’aumento è significativo anche rispetto al 2019 (+8,8%). Incrementi a due cifre si registrano per il margine operativo lordo-Mol (+33,9%), il fatturato (+22,4%) e il costo del lavoro (11,8%). Rispetto al 2019: +16,5% il Mol, +8,5% il fatturato e +2,4% il costo del lavoro. Lo rileva l’ISTAT sottolineando le imprese organizzate in gruppi generano il 64,2% del fatturato totale e il 57,2% del valore aggiunto, che cresce del 21,4% rispetto al 2020 e del 9,9% rispetto al 2019 recuperando anche in questo caso il crollo del 2020 (-9,5%).

Occupati 17 milioni di addetti

Le imprese attive nell’Industria e nei servizi di mercato – si legge nel report – sono 4,4 milioni e occupano oltre 17 milioni di addetti (+2,9% sul 2020; +1,1 sul 2019), di cui 12,4 milioni di dipendenti (+3,5% sul 2020; +1,6% sul 2019). Il 79,5% delle imprese opera nel settore dei Servizi, occupa il 67,3% degli addetti e produce il 55,8% del valore aggiunto totale, con una crescita dell’occupazione pari alla media generale (+2,9%). Più contenuto l’incremento dell’occupazione nell’Industria in senso stretto (+1,3% sul 2020, sia per addetti sia per dipendenti) con un saldo ancora lievemente negativo (-0,1%) rispetto ai valori registrati nel 2019 per gli addetti (+0,6% per i dipendenti). L’Industria in senso stretto occupa il 24,1% degli addetti e realizza il 36,4% del valore aggiunto totale. Circa il 12% delle imprese è attivo nelle Costruzioni. Il settore produce il 7,8% del valore aggiunto totale e registra gli aumenti più consistenti per l’occupazione (+7,5% gli addetti e +10,8% i dipendenti). Le imprese con oltre 250 addetti (0,1% del totale) mostrano una variazione del +4,3%, sia per addetti sia per dipendenti. In termini assoluti, in questa classe dimensionale, i dipendenti in più sono quasi 167mila (il 40,1% dell’incremento del totale dei dipendenti).

Il 3,6% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo (158.776 imprese in 104.278 gruppi), con oltre 6,2 milioni di addetti (+4,9% sul 2020). Sono i gruppi multinazionali a trainare la crescita dell’occupazione (+9,5% sul 2020) e in particolare le multinazionali estere (+11,2%). I gruppi domestici restano invece in calo (-1,1%). Soltanto il 2,2% delle imprese organizzate in gruppi occupa 250 addetti e oltre (il 59,5% del totale addetti), ma arriva a produrre il 58,6% del valore aggiunto dei gruppi. La dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi ritorna ai valori del 2019 (39,1 addetti contro 38,6 del 2020), per il totale delle imprese attive nell’Industria e nei servizi rimane stabile (3,9 addetti). Per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali i valori sono molto più consistenti: la dimensione media oscilla tra 107,2 addetti per le imprese di gruppi con governance estera e 129,7 di quelle dei gruppi con governanceitaliana. In calo sul 2020 la dimensione media dei gruppi domestici (19,5 contro 20,4 addetti).

Dopo il calo del 2020 (-10,5%), l’anno successivo riprende la crescita del valore aggiunto (+21,6%) che aveva fatto registrare un andamento positivo, seppur in rallentamento, nei sei anni precedenti la crisi pandemica. I dati evidenziano variazioni rilevanti anche per il margine operativo lordo (+33,9%), il fatturato (+22,4%) e il costo del lavoro (11,8%). Tali misure sono in crescita anche rispetto al 2019 (+16,5% il margine operativo lordo, +8,5% il fatturato e +2,4% il costo del lavoro).

L’aumento del valore aggiunto è più elevato per le imprese più piccole: +24,1% nella classe 0-9 addetti, +27,7% per la classe 10-19 addetti e +24,7% nella classe 20-49 addetti. Per queste imprese si registrano anche i valori più elevati nella crescita del costo del lavoro, rispettivamente +12,7%, +13,9% e +14,0%. La crescita per le imprese con oltre 50 addetti, pur rilevante, è più contenuta: +18,1% nella classe 50-249 addetti e +18,9% nella classe 250 addetti e oltre. Per queste ultime, l’incremento del costo del lavoro è del 10,4%.

La crescita del fatturato oscilla tra il 20,1% delle imprese nella classe 0-9 addetti e il 23,4% di quelle nella classe 20-49. Molto più ampi gli scostamenti del margine operativo lordo che passano dal +29,5% registrato nella classe 0-9 al +53,9% delle imprese nella classe 10-19 per l’effetto combinato della variazione di valore aggiunto e costo del lavoro. Si conferma l’eccezionale performance delle piccole imprese anche nell’ambito dei gruppi di impresa, con un incremento del valore aggiunto maggiore rispetto al dato medio e rispettivamente del 30,2% nella classe 0-9 addetti, del 29,8% nella classe 10-19 addetti e del 27,9% nella classe 20-49; la crescita, anche nel caso delle imprese appartenenti a gruppi, è più contenuta per le imprese nelle classi 50-249 e 250 addetti e oltre (+19,8% in entrambe le classi). Trainano la crescita le imprese multinazionali con governance estera per le quali si registra una crescita del valore aggiunto del 28,1%. Poco sopra la media, invece, la crescita delle multinazionali italiane (+21,8%) mentre per i gruppi domestici si arriva soltanto al +15,0%

L’incremento del valore aggiunto rispetto al 2020 riguarda tutti i settori, anche se spicca nettamente il settore delle Costruzioni che rasenta il 40% (+37,4%). Nell’Industria in senso stretto e nei Servizi si supera comunque il 20% (rispettivamente +20,5% e +20,3%). Rispetto al 2019, l’incremento medio del valore aggiunto è dell’8,8%, con differenze marcate tra i diversi settori: +32,8% nelle Costruzioni, +9,9% nell’Industria in senso stretto e +5,5% nei Servizi. Rispetto al 2020, il margine operativo lordo nelle Costruzioni cresce del 58,7% mentre il costo del lavoro sale del 21,7%. Nel comparto, il 3,3% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo, occupa il 17,3% degli addetti e il 26,1% dei dipendenti e realizza il 27,6% del valore aggiunto del settore.

Il margine operativo lordo nell’Industria in senso stretto è in aumento del 33,8% sul 2020 mentre l’incremento del costo del lavoro è del 10,4%. L’8,3% delle imprese nel settore è organizzato in strutture di gruppo che impiegano il 53,7% degli addetti e il 59,7% dei dipendenti e realizzano il 72,2% del valore aggiunto dell’Industria in senso stretto.
Nei Servizi, margine operativo lordo e costo del lavoro crescono rispettivamente del 31,2% e dell’11,4%. Il 3,2% delle imprese fa parte di un gruppo, occupa il 32,6% degli addetti del settore e il 47,3% dei dipendenti e realizza il 51,5% del valore aggiunto dei Servizi.

La produttività nominale del lavoro cresce del 27,9% per le Costruzioni. Più contenute le variazioni nell’Industria in senso stretto (+18,9%) e nel settore dei Servizi (+17,0%). La produttività, in generale, è maggiore per le imprese appartenenti a gruppi (oltre 82mila e 700 euro contro i 35mila e 400 delle imprese indipendenti) anche considerando la suddivisione in classi di addetti. In particolare, lo scarto continua ad ampliarsi nelle micro-imprese dove l’indicatore per le imprese in gruppi è più del triplo di quello delle imprese non appartenenti a gruppi (quasi 111mila euro contro 30mila e 700 euro), dato influenzato soprattutto dalle imprese multinazionali del settore industriale.

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