Record di investimenti all'estero delle Case cinesi. E lo "scudo" Usa inguaia l'Europa
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AutoIn evidenza Ven 01 marzo 2024

Auto, record di investimenti all'estero delle case cinesi. E lo "scudo" Usa inguaia l'Europa

Nel 2023 toccata la quota record di 30 miliardi. Non più acquisizioni ma realizzazione diretta di impianti industriali per batterie e auto elettriche. Le speranze che Pechino freni Auto, record di investimenti all'estero delle case cinesi. E lo "scudo" Usa inguaia l'Europa Stabilimento di produzione cinese
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Gli Stati Uniti riescono ad arginare l’avanzata delle auto elettriche cinesi, l‘Europa invece resta terra di conquista. E’ quanto emerge da una ricerca  della società di analisi Rhodium che ha quantificato gli investimenti di Pechino in Usa e Vecchio Continente nel 2023.

Ebbene, a livello complessivo gli investimenti diretti esteri di Case e fornitori cinesi in Occidente  hanno raggiunto il nuovo record di 28,2 miliardi di dollari (oltre 26 miliardi di euro), che superano i 30 miliardi se nel conteggio vengono fatti rientrare gli investimenti come la nuova fabbrica Byd in Ungheria di cui mancano ancora dei riscontri dettagliati.  Si tratta di una cifra superiore ai 29,7 miliardi del 2022, che già veniva considerato un traguardo impensabile fino a cinque anni prima.

Negli Usa solo il 10% degli investimenti

La ricerca evidenzia uno spostamento del baricentro geografico degli investimenti di Pechino dal Nord America all’Europa, Asia e Nord Africa. Verso gli Stati Uniti infatti è diretto appena il 10% del totale degli investimenti del Dragone. Ciò a causa delle nuove regole imposte dall’amministrazione Biden come lo scudo verso nuovi impianti industriali cinesi e gli incentivi a solo favore dei modelli prodotti con almeno il 75% dei componenti realizzati in Stati Uniti, Messico o Canada.   

Stabili invece gli investimenti verso l’Unione europea dove ai 7,3 miliardi finora conteggiati vanno aggiunti i fondi stanziati a cavallo della fine dell’anno   per nuove fabbriche. Tra Medio Oriente e Nord Africa è il Marocco ad aver attratto la maggior parte dei capitali a partite dai 6,3 miliardi annunciati da Gotion per una fabbrica di batterie da 100 GWh. Gli stanziamenti in Asia coinvolgono soprattutto Thailandia e Corea del Sud, mentre in Nord America si è passati da 4,8 miliardi di dollari a 2,7 miliardi di dollari.

Invasione diretta, non più acquisizioni

La gran parte delle iniziative riguarda per ora le batterie, con progetti per lo più di tipo “greenfield” (la realizzazione da zero di fabbriche o l’avvio di progetti industriali rappresentano il 95% del totale), mentre un tempo prevalevano le acquisizioni di siti e aziende già attive e consolidate) e sempre più diversificati . Per il 2024, è previsto per l’Europa  l’inizio di una forte invasione finalizzata alla  produzione di veicoli elettrici tra Europa. Investimenti legati alla richiesta del via libera alla costruzione di stabilimenti in cambio della creazione di centinaia di posti di lavoro.

La difesa da parte dell’Occidente

Rhodium mette in evidenza quindi che in questo momento l’Europa sta pagando le conseguenze del protezionismo statunitense che ha spinto le Case del Dragone a puntare tutto proprio sul Vecchio Continente. L’Ue, a parte una inchiesta anti-dumping che sta andando per le lunghe, non sembra intenzionata a scontrarsi con la Cina che resta un partner fondamentale nell’interscambio Ue.

Un aiuto all’industria europea, secondo gli analisti, potrebbe venire però dalla stessa  Pechino, perché i politici cinesi  sarebbero “sempre più preoccupati per il trasferimento di tecnologia e lo spostamento all’estero della produzione di soluzioni pulite a valore aggiunto, in un momento in cui la Cina ha urgente bisogno di creare nuovi motori per la crescita economica interna”. Ma intanto, per ora, l’assalto continua.

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