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AperturaIndustria Gio 18 gennaio 2024

Ex Ilva, Mittal non vuole farsi da parte. Metinvest firma per Piombino

Scontro nel cda di AdI. Oggi il governo incontra i sindacati mentre si blocca l'indotto di Taranto. Via al rilancio del polo toscano Ex Ilva, Mittal non vuole farsi da parte. Metinvest firma per Piombino
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Il governo spinge sull’amministrazione straordinaria per l’ex Ilva e oggi, giovedì 18 gennaio, incontra i sindacati. ArcelorMittal non ci sta e si prepara a una offensiva legale. Le imprese dell’indotto di Taranto si fermano. La Ue torna a premere sulle autorità italiane sul rispetto degli impegni in materia ambientale. Se il dossier dell’ex Ilva si complica se possibile ogni ora di più, va verso una nuova proprietà l’altra grande acciaieria italiana, la ex Lucchini di Piombino. Il gruppo ucraino Metinvest e Danieli hanno firmato ieri sera l’accordo per il rilancio dell’impianto toscano, dove entrerà al fianco di Danieli per sostituire gli indiani di Jsw.

Lo scontro in consiglio

Ieri al cda di Acciaierie d’Italia Holding si è consumato l’ennesimo scontro tra i rappresentanti di Invitalia e quelli di ArcelorMittal. Il nodo è l’amministrazione straordinaria del gruppo. Il gruppo franco-indiano vuole evitare la procedura di amministrazione, che di fatto azzererebbe il valore della partecipazione. Le condizioni finanziarie di AdI sono tali da lasciare poco spazio al negoziato, che si è chiuso con la comunicazione di Invitalia di non essere disposta ad acquisire la quota di ArcelorMittal. 

Si ferma l’indotto di Taranto

Dalle sei di questa mattina si è invece bloccato l’indotto dello stabilimento tarantino. Le associazioni Aigi (a cui aderisce l’80% delle imprese dell’indotto ex Ilva), Casartigiani e Confapi Industria hanno deciso “la sospensione ad oltranza di tutte le attività lavorative svolte dalle proprie associate all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto”  non avendo avuto rassicurazioni sulla tutela dei crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia. “Per senso di responsabilità verso i lavoratori, la cittadinanza ed il territorio”, hanno spiegato le associazione delle imprese, saranno garantite “esclusivamente le prestazioni attinenti la sicurezza degli impianti“.

La Commissione Ue

La Commissione europea sta intanto “valutando le informazioni comunicate dalle autorità italiane nelle scorse settimane”. Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue, interpellato dall’Ansa riguardo sulla procedura di infrazione sull’ex Ilva di Taranto, su cui nel 2014 ha inviato un parere motivato all’Italia. “La Commissione ha monitorato attivamente i progressi delle autorità italiane nell’affrontare le questioni di mancato rispetto della direttiva sulle emissioni industriali. Le autorità italiane hanno adottato nel 2017 un piano ambientale con l’intenzione di risolvere tali problemi entro il 23 agosto 2023”. La procedura di Bruxelles sull’impianto di Taranto era stata aperta dalla Commissione nel 2013, con l’arrivo nel 2014 di un parere motivato all’Italia, cosa che precede la fase di contenzioso. Secondo l’Esecutivo europeo, l’Italia non garantisce che il funzionamento dell’impianto ex Ilva rispetti la normativa dell’Ue relativa alle emissioni industriali, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute umana e l’ambiente. 

Firmato l’accordo per Piombino con Metinvest e Danieli

Se la crisi dell’ex Ilva resta in alto mare, per Piombino si fa concreta la prospettiva di rilancio. Ieri è stato invece firmato il protocollo d’intesa per Piombino tra Ministero delle imprese, Regione Toscana, Metinvest e Danieli per il polo siderurgico di Piombino. Il primo passaggio è la realizzazione dello studio di fattibilità. Una volta operativo, il progetto darà lavoro a 1500 persone. Martedì era arrivato un tassello del piano di rilancio dell’impianto toscano: la proroga per la Cassa integrazione in deroga per i 1350 lavoratori di Jsw Steel Italy. Ci sono risorse fino al gennaio 2025.

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