Biotech, Acker (Janus): "In arrivo di 75 nuovi farmaci" - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Investimenti/In evidenza
In evidenzaInvestimenti Lun 15 maggio 2023

Biotech, il gestore Andy Acker (Janus): "L'arrivo di 75 farmaci darà una nuova spinta al settore"

Il biotech ha perso terreno in Borsa, ma per il gestore Andy Acker di Janus il lancio di nuovi farmaci darà spinta al settore Biotech, il gestore Andy Acker (Janus): "L'arrivo di 75 farmaci darà una nuova spinta al settore"
Gianluca Baldini
di 
Gianluca Baldini

L’arrivo di 75 farmaci darà una nuova spinta al biotech

C’è crisi nel biotech? A uno sguardo rapido si potrebbe pensare di sì, ma un occhio più attento potrebbe notare l’esatto contrario. Ne ha parlato con Verità & Affari Andy Acker, gestore di Janus Henderson.

Come sta andando il settore biofarmaceutico?

“A giudicare dalla performance dei titoli biotecnologici negli ultimi due anni, si potrebbe pensare che il potenziale di crescita del settore si sia arenato, se non esaurito del tutto. Dal picco di febbraio 2021, un ampio indice che include le società biotecnologiche a bassa e media capitalizzazione, principale motore di innovazione del settore, è sceso di quasi il 60%. Ma se si guarda al di là della performance di mercato in generale, la storia cambia radicalmente.

L’anno scorso, i proventi della vendita dei cosiddetti blockbuster (ovvero i farmaci che generano un fatturato annuo almeno pari a 1 miliardo di dollari) hanno superato i 460 miliardi di dollari, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Solo cinque anni fa, quei ricavi erano appena la metà. Inoltre, il numero di farmaci blockbuster è cresciuto rapidamente: nel 2022 ce ne sono stati quasi 120, nel 2000 soltanto due”.

Quali aspetti stanno condizionando sia positivamente che negativamente i titoli del settore?

“La correzione che ha colpito i titoli biotech si può attribuire a molte ragioni, tra cui le valutazioni che si sono ampliate eccessivamente durante il COVID-19 e l’incertezza normativa nella fase di avvicendamento ai vertici della Food and Drug Administration (FDA). Più di recente, l’aumento dei tassi d’interesse ha rappresentato un vento contrario. Ma nel frattempo, l’innovazione del settore ha guadagnato slancio e presto potrebbe essere troppo difficile da ignorare.

Quest’anno, sono più di 75 i medicinali in attesa di approvazione da parte della FDA, il che potrebbe comportare un numero record di lanci di nuovi farmaci per l’anno in corso. (Attualmente, il record è di 59 nel 2018.) Inoltre, molte delle terapie in esame potrebbero rappresentare delle scoperte mediche in grado di modificare lo standard di cura e segnare l’inizio di cicli di prodotto decennali”.

In particolare, su quali ambiti si focalizzerà il settore biofarmaceutico?

La ricerca sia per malattie rare che diffuse da sempre apre nuove frontiere per il settore. Le vendite dei prodotti anti-COVID-19, per esempio, hanno superato i 90 miliardi di dollari nel 2022 per una malattia che non esisteva nemmeno tre anni fa. Mentre si prevede che queste entrate diminuiranno nel 2023, altri mercati finali di vaste proporzioni – obesità, diabete, emofilia, cancro e malattia di Alzheimer, per citarne alcuni – potrebbero registrare una forte crescita dei ricavi.

In uno studio clinico in fase avanzata dello scorso anno per l’obesità, per esempio, una terapia ha permesso di ottenere una perdita di peso di oltre il 20%, un livello raggiungibile in precedenza solo con la chirurgia bariatrica. A gennaio, la FDA ha approvato Leqembi per l’Alzheimer, il primo trattamento che rallenta chiaramente il tasso di declino cognitivo nelle prime fasi della malattia”.

Quali sono le sfide in termini di risultati economici per i player del settore?

“Arginare l’emorragia di ricavi sta diventando sempre più una necessità per le aziende farmaceutiche ad alta capitalizzazione. Nei prossimi cinque anni, si prevede una perdita di entrate dalle vendite di farmaci per oltre 160 miliardi di dollari, a causa della scadenza dei brevetti e della concorrenza di generici e biosimilari. Allo stesso tempo, l’Inflation Reduction Act, approvato nel 2022, consentirà al governo federale degli Stati Uniti di negoziare i prezzi per alcuni farmaci selezionati, a partire dal 2026. Sebbene l’impatto di queste e altre disposizioni rimanga incerto, alcune case farmaceutiche hanno già lanciato l’allarme per le ricadute negative su alcune iniziative di ricerca e/o sul fatturato.

Confidiamo che il settore sarà in grado di gestire sia la perdita dell’esclusività che i cambiamenti normativi (si prevede che le vendite globali di farmaci con prescrizione raggiungeranno 1.600 miliardi di dollari entro il 2028, con un aumento del 40% rispetto al 2022). Ma per continuare a crescere molte grandi aziende farmaceutiche dovranno intensificare l’attività di sviluppo commerciale, anche attraverso fusioni e acquisizioni”.

Che accorgimenti bisogna avere per investire nel biofarmaceutico?

“Le sfide imminenti sottolineano la necessità di identificare le società più a rischio, ma anche quelle che potrebbero essere avvantaggiate. Come abbiamo notato lo scorso anno, le aziende farmaceutiche ad alta capitalizzazione hanno una disponibilità di cassa stimata in 500 miliardi di dollari per rifornire le pipeline di prodotti. Riteniamo che la combinazione di valutazioni basse e accelerazione dell’innovazione crei un potenziale di rialzo: tra le operazioni annunciate negli ultimi mesi, molte hanno offerto premi del 100% o più. Se continueranno a essere sviluppati nuovi farmaci innovativi per esigenze mediche di ampia portata al momento non soddisfatte, ci aspettiamo di vederne altre simili”.

 

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
Condividi articolo