Il caso della Silicon Valley Bank e i rischi per tutto il settore tech
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Investimenti Dom 12 marzo 2023

Il caso della Silicon Valley Bank e i rischi per tutto il settore tech

Il caso della Silicon Valley Bank e gli eventuali contraccolpi alla parte “giovane” del settore tecnologico internazionale Il caso della Silicon Valley Bank e i rischi per tutto il settore tech
Daniela Turri
di 
Daniela Turri

Analista tecnico mercati finanziari (futures, indici, azioni, valute, commodities, cryptovalute) e consulente finanziario. Basa le proprie analisi e proiezioni sulla lettura grafica, utilizzando varie tecniche nonché i principi generali dell'analisi tecnica grafica.Svolge anche attività di formazione attraverso webinar e seminari. Giornalista pubblicista collabora con La Verità.

I rischi per il settore visti dal Semiconductor Index 

Venerdì 10 marzo la Federal Deposit Insurance Corp. (agenzia federale di assicurazione sui depositi) ha reso noto che che le autorità della California hanno chiuso la Silicon Valley Bank (SIVB), istituto con circa 209 miliardi di dollari in asset e 175.4 miliardi in depositi (a fine 2022 veniva classificata quattordicesima banca Usa per attività totali in miliardi di dollari USA, da Statista.com) e ne assumono il controllo, di fatto decretandone il fallimento. La clientela era composta soprattutto da società tecnologiche californiane finanziate da venture capital (principalmente quindi start-up).

Un fallimento di tali proporzioni non si vedeva dal 2008 (crisi mutui subprime). La FDIC provvederà a vendere le attività della banca fallita; ha promesso di rimborsare i depositanti assicurati fino a $ 250.000 entro lunedì 13/marzo, mentre ai depositanti non assicurati verranno forniti certificati di amministrazione controllata (potrebbero anche ricevere un dividendo anticipato nei prossimi giorni). Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha comunicato alla House Ways and Means Committee che la situazione è attentamente.

Le cause del fallimento della Silicon Valley Bank

A quanto scrive il The New York Times, il fallimento della Silicon Valley Bank è stato causato da una corsa agli sportelli dopo che la società aveva annunciato una perdita di circa 1.8 miliardi di dollari e di conseguenza un aumento di capitale. La perdita era stata causata dalla scelta della direzione della banca di vendere 21 miliardi di dollari di obbligazioni con una perdita di 1.8 miliardi di dollari perché, a quanto pare, molte di quelle obbligazioni rendevano in media solo l’1.79% in un momento di rialzo drastico dei tassi e non voleva incappare in un downgrade di Moody’s.

Sino ad allora la banca non era insolvente, ma alla notizia investitori e depositanti hanno reagito con una corsa agli sportelli (e trasferimenti bancari on-line) prelevando ben 42 miliardi nella sola mattinata del 9 marzo, provocando un effetto a catena, che ha portato la banca ad avere un saldo di cassa negativo per circa 958 milioni di dollari alla chiusura del 9 marzo. Sulla base delle attuali informazioni in circolazione, sembra che il collasso avrebbe potuto essere evitato: una pessima scelta di comunicazione a clienti e pubblico ha creato un vuoto di fiducia e la corsa a disinvestire da SVB.

Le ripercussioni sul settore tecnologico

In queste ultime ore la Bank of England ha deciso di chiudere la filiale britannica della Silicon Valley Bank affermando che “… non ha posizione critica nel sistema finanziario del Paese”. Certamente vi è però preoccupazione per eventuali contraccolpi alla parte “giovane” del settore tecnologico internazionale. Prendiamo spunto da questa serie di notizie per dare un occhiata al Philadelphia Semiconductor Index (SOX), indice azionario considerato il benchmark del settore dei semiconduttori.

Creato nel 1993 dalla Borsa di Filadelfia, è composto dalle 30 maggiori società statunitensi principalmente coinvolte nella progettazione, distribuzione, produzione e vendita di semiconduttori (I semiconduttori sono componenti cruciali nei dispositivi elettronici, fondamentali per realizzare qualsiasi componente elettronica e soprattutto chip e microchip necessari per far funzionare smartphone, tablet, PC, smart TV, console, sistemi per auto…). Tra le società che lo compongono vi sono: Advanced Micro Devices, Applied Materials, Broadcom, Intel, KLA corp., Micron Tehnology, NVIDIA, ON, Qualcomm, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co., Teradyne, Texas Instruments…).

Il fatturato dei big

Nel 2022 Intel ha generato entrate per 58,4 miliardi di dollari e Samsung per 65,6 miliardi di dollari, posizionandole tra le maggiori aziende del settore. Nel 2022, le vendite di semiconduttori hanno raggiunto nel mondo i 580,13 miliardi di dollari USA, ed il tasso di crescita anno su anno nel 2022 ha toccato il 4,4%. I semiconduttori sono componenti cruciali nei dispositivi elettronici, fondamentali per realizzare qualsiasi componente elettronica e soprattutto chip e microchip necessari per far funzionare smartphone, tablet, PC, smart TV, console, sistemi per auto…

Il 2022 dell’indice SOX era iniziato bene, con nuovi massimi a 4068 per questo indice, poi sceso di quasi il -50% (ma alcuni singoli titoli sono scesi di più) sino a toccare i 2090pt in ottobre/2022, per poi recuperare, risalendo sino ai 3168pt di febbraio, chiudendo venerdi a 2923pt. L’analisi evidenzia una oscillazione futura che sarà accompagnata da fasi di stallo alternate a movimenti ad elevata volatilità che tenderanno a ripercorrere gran parte del movimento del 2022, con ribassi a 2650 e 2200/2000 che rientrano nella norma, cosi come risalite sui 3100/3150pt. Notare come la resistenza a 3180punti abbia frenato il rialzo a febbraio e vada quindi monitorata (il superamento di tale livello consentirebbe all’indice di progredire verso i 4000/420pt). Supporto: area 1900pt.

Che cos’è un semiconduttore

Un semiconduttore è una sostanza che conduce elettricità in alcune ma non in tutte le circostanze. I produttori sono in grado di personalizzare la conducibilità di un semiconduttore, ad esempio introducendo una sensibilità al calore o alla luce o alterando la conducibilità in base alla direzione della corrente. I semiconduttori sono un componente importante di molti dispositivi elettronici di uso comune tra cui smartphone, tablet e PC.

Gli smartphone dovrebbero dominare una parte importante del mercato dei semiconduttori in futuro, soprattutto perché questi dispositivi diventano più avanzati e in grado di supportare tecnologie come la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR), il 5G e l’intelligenza artificiale (AI). I semiconduttori da utilizzare nei server e nei data center sono destinati a diventare un’opportunità ancora più importante, con l’innovazione dei semiconduttori necessaria per supportare i data center cloud e l’aumento dell’edge computing.

Il caso della Sia

La Semiconductor Industry Association (Sia) il 3 marzo 2023 ha comunicato che le vendite globali dell’industria dei semiconduttori sono state pari a 41,3 miliardi di dollari nel mese di gennaio 2023, in calo del 5,2% rispetto al totale di dicembre 2022 di 43,6 miliardi di dollari e del 18,5% in meno rispetto al totale di gennaio 2022 di 50,7 miliardi di dollari.

Secondo il World Semiconductor Trade Industry (www.wsts.org) nel 2023 il mercato globale dei semiconduttori dovrebbe diminuire del 4,1% a 557 miliardi di dollari, trainato dal segmento delle memorie. In quest’ultima previsione, questa categoria dovrebbe scendere a 112 miliardi di dollari nel 2023, con un calo del 17% rispetto all’anno precedente. Altre categorie principali mostrano una crescita a una cifra come Optoelettronica, Sensori, Discreto e Analogico. Si prevede che tutte le regioni rimarranno piatte nel 2023, solo l’Asia del Pacifico dovrebbe diminuire del 7,5% su base annua.

John Neuffer, presidente e ceo di Sia, ha affermato: “Nonostante le vendite record nel 2022, il mercato globale dei semiconduttori si è notevolmente raffreddato durante la seconda metà dell’anno e tale tendenza è continuata durante il primo mese del 2023″. Aggiungendo: “Nonostante l’attuale recessione ciclica a breve termine, le prospettive a lungo termine per il mercato dei semiconduttori rimangono solide a causa del ruolo sempre crescente dei chip nell’alimentare le tecnologie critiche di oggi e di domani”.

A livello regionale, le vendite mensili sono leggermente aumentate a gennaio in Europa (0,6%), ma sono diminuite in Giappone (-2,1%), Asia Pacifico/tutti gli altri (-2,7%), Americhe (-7,9%) e Cina (-8,0%). Le vendite annuali sono aumentate in Europa (0,9%) e Giappone (0,7%), ma sono diminuite nelle Americhe (-12,4%), in Asia Pacifico/Tutti gli altri (-19,5%) e in Cina (-31,6%).

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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