Dl Capitali in dirittura d'arrivo. Voto plurimo solo per le quotande
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AperturaMercati Mer 19 aprile 2023

Dl Capitali in dirittura d'arrivo. Voto plurimo solo per le quotande

Il testo del dl Capitali potrebbe essere approvato entro fine anno. Prevede voto plurimo e semplificazione dell'iter di Ipo Dl Capitali in dirittura d'arrivo. Voto plurimo solo per le quotande PIazza affari
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il testo per favorire lo sviluppo di Piazza Affari è in Commissione finanze

Se tutto filerà liscio, il dl Capitali dovrebbe diventare legge entro fine anno. Ha richiesto due anni di lavoro. L’iter del testo è infatti partito con il governo di Mario Draghi sotto la guida del sottosegretario Federico Freni. Il documento è stato poi perfezionato dall’esecutivo di Giorgia Meloni con un testo che anche l’opposizione sembra condividere.

Giovanni Natali, presidente di AssoNEXT

“L’impressione è che ci possa essere un testo bipartisan da adottare nell’interesse del Paese e delle piccole e medie imprese che hanno bisogno di reperire capitali sul mercato, soprattutto ora che i tassi d’interesse sono saliti” spiega Giovanni Natali, presidente di AssoNEXT, Associazione Italiana delle pmi quotate. Ma quali sono i pilastri di questa riforma del mercato dei capitali? E soprattutto potrà riportare a casa società italiane quotate all’estero o servirà per facilitare lo sbarco in Borsa di nuove aziende?

Il voto plurimo è una delle novità più rilevanti del testo

“Ci allineiamo agli standard internazionali” chiarisce Natali. Basti pensare che grandi collocamenti come quello di Facebook sono stati effettuati prevedendo l’emissione di azioni senza diritto di voto. “Il tema è rilevante per gli imprenditori italiani che temono di perdere il controllo della propria azienda portandola in Borsa – prosegue –. Con il voto plurimo si supera questo problema e si può avere il controllo della società anche solo con il 10% del capitale”.

Questa regola però varrà solo per le società che si quoteranno dopo che il Dl capitali diventerà legge. Non torneranno indietro quindi le società, come Exor o Mfe che hanno scelto l’Olanda come quartier generale. Il motivo? Servirebbe una riforma statutaria che porterebbe in dote la possibilità per i soci dissenzienti di esercitare il diritto di recesso con un conseguente esborso per le casse aziendali.

Semplificato il processo di quotazione

La seconda grande novità del disegno di legge è la drastica riduzione dei tempi per il collocamento in Borsa. Attualmente la procedura prevede che la Consob debba autorizzare il via libera alla richiesta di quotazione entro sessanta giorni dal deposito della documentazione.

“Peccato che sistemicamente accade che i tempi siano di gran lunga più lunghi perché l’autorità di vigilanza sospende l’istruttoria per incompletezza della domanda – chiarisce Natali – Inizia così una trattativa che va dai sei agli otto mesi prima di arrivare al via libera al prospetto ed infine allo sbarco in Borsa”. Con il dl Capitali si cambierà registro.

“Il testo prevede che il termine di 60 giorni dal deposito della documentazione resti valido anche nel caso in cui la documentazione sia incompleta. Questa previsione, assieme al voto plurimo, rappresenta una vera e propria rivoluzione copernicana gli imprenditori che non hanno più scuse per non quotarsi”. I costi, del resto, sono in buona parte finanziati dallo stato.

Con il bonus Ipo, appena rinnovato dal governo, c’è infatti una copertura del 50% fino a 500 mila euro. In pratica se i costi ammontano ad un milione, l’imprenditore potrà sfruttare il bonus per 500 mila euro e poi la deducibilità Ires del 27%. “A conti fatti, quindi, i tre quarti dei costi del collocamento sono a spese dello Stato” precisa il presidente di Assonext.

Più trasparenza per attirare gli investitori internazionali

Il terzo pilastro del dl capitali prevede poi che anche le pmi quotate su MTF come il nostro Egm ex Aim possano realizzare un solo bilancio secondo i principi contabili internazionali. Al momento, complici le norme del codice civile sul bilancio semplificato, questa facoltà non è concessa per cui c’è una duplicazione degli adempimenti contabili.

“Ma se c’è un solo bilancio secondo le regole internazionali, c’è maggiore trasparenza anche per gli investitori internazionali che possono consultare con facilità e immediatezza la documentazione contabile dell’azienda in cui intendono investire” riprende Natali. “E’ un tassello importante perché nessuno ti dà dei soldi se non sei certificato, trasparente e con un progetto aziendale di qualità” conclude .L’argomento non è da poco soprattutto nel momento in cui i tassi non sono più a zero e prendere denaro in prestito in banca è diventato più costoso rispetto ad un passato recente.

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