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In evidenzaMercati Lun 09 ottobre 2023

I venti di guerra affondano la Borsa e infiammano il petrolio

Apertura in deciso ribasso per Milano, in linea con le altre piazze europee. Vendite sui bancari con lo spread a quota 209. Vola Leonardo I venti di guerra  affondano la Borsa e infiammano il petrolio
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Piazza Affari apre in calo

Apertura in calo per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che segna una flessione dell’1% nelle prime battute. La Borsa milanese è in linea con altre piazza continentali, con Francoforte che segna un calo dello 0,57% mentre Parigi apre in ribasso dello 0,44%. A pesare sui mercati sono principalmente i venti di guerra in Medio Oriente, con l’offensiva scatenata da Hamas contro Israele. In deciso rialzo il prezzo del petrolio.

Si riaccende lo spread, bancari in forte calo

A guidare le vendite sul listino milanese sono però soprattutto i titoli bancari. Bper Banca guida i ribassi sul listino principale, in calo del 3,3%. Segue a ruota Monte dei Paschi -3,07% e Banco Bpm -3%. La conseguenza delle tensioni internazionali è stata per il mercato italiano il rialzo dello spread. Il differenziale con il Bund tedesco tocca infatti i 209 punti base.

Vola Leonardo, acquisti sui titoli petroliferi

Non mancano titoli che traggono beneficio dalle tensioni in Medio Oriente. Star del paniere principale di Piazza Affari è infatti il gruppo della difesa Leonardo, in progresso di quasi il 5%. Forti acquisti anche sul comparto del petrolio, con Eni +1,7% seguita da Tenaris e Saipem

Opec+ pronta a misure aggiuntive

I produttori dell’Opec+ hanno dichiarato di essere pronti a “adottare misure aggiuntive” se necessario a seguito di un incontro dell’8 ottobre a margine di una settimana sul clima dell’Unfccc a Riyadh, il giorno dopo l’attacco a sorpresa dei militanti di Hamas contro Israele. “I ministri hanno riaffermato la disponibilità dei paesi della Dichiarazione di cooperazione ad adottare ulteriori misure in qualsiasi momento come parte dei loro continui sforzi per sostenere la stabilità del mercato e costruire sulla forte coesione dei paesi Opec+”, ha affermato il gruppo in una dichiarazione a Agenzia di stampa saudita Spa. Il ministro dell’Energia saudita, Prince Abdulaziz, ha dichiarato a S&P Global Commodity Insights che il potenziale impatto sui prezzi del greggio derivante dall’escalation del conflitto “dipendeva da una serie di fattori”. I ministri dell’Opec+ hanno rifiutato di commentare gli eventi in corso in Israele e Palestina. 

Crolla Juventus

 Tonfo di Juventus a Piazza Affari dopo i conti in rosso e l’annuncio di un nuovo aumento di capitale. I titoli del club bianconero perdono il 14,4% a 0,2416 euro, mettendo a segno la peggiore performance del listino milanese  Venerdì a mercati chiusi la società ha annunciato di aver chiuso l’esercizio 2022-2023 (al 30 giugno 2023) con una perdita di 123,7 milioni di euro (perdita di 239,3 milioni al 30 giugno 2022), «in parte influenzata dagli effetti negativi sui ricavi e sui costi correlati agli esiti dei procedimenti sportivi italiani e internazionali». Inoltre, la società stima che sarà in rosso anche il primo trimestre del nuovo esercizio, con perdite superiori al terzo del capitale sociale. Di fronte a questa situazione e per realizzare gli obiettivi del piano 2023/24–2026/27 – che è stato aggiornato – il consiglio di amministrazione ha definito le linee guida di una manovra di rafforzamento patrimoniale da attuarsi mediante la riduzione del capitale sociale al minimo legale e contestuale aumento del capitale sociale, a pagamento, per 200 milioni di euro. Si tratta del terzo aumento di capitale in quattro anni per il club bianconero. Per quanto riguarda i conti, inoltre, il patrimonio netto del Gruppo al 30 giugno 2023 è pari a 42,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto al saldo di € 164,7 milioni del 30 giugno 2022, per effetto della perdita dell’esercizio 2022/2023 (-123,7 milioni) e della movimentazione della riserva da fair value attività finanziarie (+1,1 milioni). Al 30 giugno 2023 l’indebitamento finanziario netto ammonta a 339,9 milioni, in aumento di 186,9 milioni rispetto a un anno prima (153 milioni).

Tornando al rafforzamento patrimoniale, l’azionista di controllo, la holding Exor (-0,41% alla Borsa di Amsterdam), si è impegnata a sottoscrivere la quota di aumento di capitale di propria pertinenza, pari al 63,8%, e ha inoltre manifestato la propria disponibilità ad effettuare versamenti in conto futuro aumento di capitale per 128 milioni di euro circa. Sabato, in occasione dell’inaugurazione al Cern di Ginevra dello Science Gateway, John Elkann, amministratore delegato di Exor, ha affermato che questo per Juventus «è un anno zero, perché è l’anno in cui la Juventus riparte e lo fa su delle basi reali», aggiungendo che «quest’anno la stagione 2023-24 da un lato celebra il legame di cent’anni che la mia famiglia ha con la Juventus e che la Juventus ha con la mia famiglia ed è anche un anno zero». A margine dell’apertura dei nuovi spazi del Cern di Ginevra, progettati da Renzo Piano e di cui la fondazione Stellantis è stato il più grande finanziatore, Elkann ha sottolineato che «la solidità che questo aumento di capitale dà, permette alla Juventus di progettare un futuro che è forte in campo e anche fuori dal campo», precisando che «quello che sappiamo è che se uno è forte fuori in campo è anche più forte in campo».

Per gli analisti di Equita, «la ricapitalizzazione della Juventus non rappresenta una sorpresa», aggiungendo che per «Exor si tratta di un investimento che rappresenta solo lo 0,4% del Nav, ma sommato agli altri due aumenti di capitale degli ultimi 4 anni in totale Exor ha iniettato nella Juventus quasi 600 milioni di euro (2% del Nav) ben superiore ai 450 milioni del valore della partecipazione al prezzo di mercato di venerdì» scorso, prima dell’annuncio dell’aumento di capitale.

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