A Piazza Affari avvio molto guardingo. Apple non incanta. Giù Mps
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In evidenzaMercati Mar 06 giugno 2023

Piazza Affari in ribasso. Apple non incanta. Giù Pirelli

Piazza Affari al rallentatore mentre continua il rally di Mps che secondo fonti di stampa sarebbe nel mirino di Bper banca. Piazza Affari in ribasso. Apple non incanta. Giù Pirelli
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

L’Australia a sorpresa alza i tassi. Brutto segno per i mercati

Indice piatto a Piazza Affari (-0,3%).  Ancora in controtendenza Mps (+2,1%), galvanizzata dalle notizie di stampa di un possibile ingresso il prossimo ano di Bper che al contrario perde terreno (-1,12%). Male anche Pirelli (-1,5%) in attesa dell’audizione di oggi a Palazzo Chigi sulla Golden Power che il governo potrebbe imporre per stoppare gli appetiti dei soci cinesi.

Giù petrolio e gas

Perde il petrolio: il Wti segna -1,22% a 71,27 dollari, il Brent scivola dell’1,11% a 75,86 dollari. Volatile il prezzo del gas naturale ad Amsterdam: dopo un avvio in rialzo che l’aveva riportato sopra quota 30 euro per megawattora, il future luglio cede il 3,7% a 27,4 euro.

Analisi della tendenza

Ieri segnali di stanchezza nella chiusura piatta di Wall Street. L’S&P500 è rimasto sulle posizioni di partenza intorno a 4.273 punti, senza riuscire a rompere la forte resistenza a 4.300 punti. Morgan Stanley vede l’S&P500 a 3.900 punti a fine 2023 a causa di un ridimensionamento degli utili aziendali. 

Il botto del petrolio non ha risvegliato gli Energetici. Ieri hanno chiuso in lieve calo sia a Wall Street sia in Europa perchè probabilmente si guarda con preoccupazione agli effetti della stretta monetaria sull’evoluzione del quadro macro.

Il Nasdaq fermo

Anche il Nasdaq (13.229) è rimasto al palo, confermando la violazione dell’area discriminante posizionata intorno a 12.900/13.100 senza allungare più di tanto. Anche qui un balzo del +26,60% da inizio anno invita alla prudenza.

Due le novità

Apple non incanta

Apple ha chiuso in frenata, in ribasso dello 0,8% a 167 dollari, dopo aver segnato nel corso della seduta il massimo della storia a 185 dollari. Quella di ieri non è stata soltanto la seduta del nuovo record, c’è stata anche la presentazione del Vision Pro, il primo visore di realta’ mista della società. Il prezzo parte da 3.499 dollari, con disponibilita’ a inizio 2024 negli Stati Uniti e altri Paesi che si aggiungeranno nel corso del prossimo anno. “Pensiamolo come un nuovo computer, un modo per guardare film, serie televisive e giocare, come mai prima d’ora”, ha detto il ceo Tim Cook. “Niente piu’ sara’ come prima” ha aggiunto Cook, ma intanto il nuovo dispositivo non è sembrato una killer application, o perlomeno, le sue capacità di intrattenimento non hanno impressionato gli investitori: quella di ieri è stata una normale seduta di vendita dopo la notizia su un titolo che da inizio anno ha guadagnato il 38%.

Il visore ha forme e design futuristici, con un sistema di fotocamere che permette, all’istante, di passare dalla visione dei contenuti virtuali alla comprensione dell’ambiente circostante, che si tratti della propria stanza o di un luogo condiviso. In tale modalita’, a cui si accede girando una corona sulla plancia del dispositivo, i contenuti vengono sovrapposti al mondo reale, unendo cosi’ la realta’ virtuale a quella aumentata. L’autonomia e’ di due ore con la batteria integrata ed e’ possibile usare l’accessorio da collegato alla presa di corrente, proprio come se fosse un Pc. Alla base del funzionamento c’e’ visionOs, il primo sistema operativo della Mela per la realta’ mista che introduce anche Optic Id, un modo per autenticare l’utente tramite la lettura degli occhi e impedire ad altri di usare il visore e accedere ai dati personali.

Australia

In calo dell’1% l’indice S&P ASX 200 di Sidney. A sorpresa, la banca centrale dell’Australia ha alzato i tassi  di un quarto di punto a 4,1%: il consensus si aspettava una conferma dei tassi al 3,85%. Nel comunicato, la Reserve Bank avverte che “un’ulteriore stretta monetaria possa essere richiesta”. In forte rialzo il dollaro australiano sul dollaro statunitense.

 

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