Piazza Affari è tenuta a galla dalle trimestrali delle banche
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Mercati
Mercati Gio 20 luglio 2023

Piazza Affari tenuta a galla dalle trimestrali delle banche

Milano apre gli scambi in leggero ribasso, ma gli acquisti premiano i titoli del settore finanziario. Male i mercati asiatici. Piazza Affari tenuta a galla dalle trimestrali delle banche MILANO PALAZZO DELLA BORSA
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

Piazza Affari galleggia in una seduta che si annuncia interlocutoria aspettando le riunioni delle banche centrali della prossima settimana.  Le Borse asiatiche negative dopo i conti di Tesla e Netflix che hanno indebolito le banche. A Milano in prima linea le banche sostenute dai giudizi degli analisti. Mediobanca Securities, in una nota sulle banche italiane in vista dell’imminente tornata di trimestrali, ribadisce la sua visione costruttiva su UNICREDIT, BANCO BPM e BPER, Indica CREDEM, B.P. SONDRIO e ancora BPER come i nomi preferiti. Gli analisti continuano a credere che la crescita del margine di interesse nel secondo trimestre probabilmente porterà a ulteriori upgrade delle stime sul periodo 2023-2024. In particolare, BPER e CREDEM sono le banche che offrono il maggiore upside sia rispetto alle guidance sia rispetto al consensus. Sul fronte patrimoniale, infine, MB si aspetta per tutti gli istituti di credito un aumento del Cet1 grazie principalmente agli utili.

Vendita su Stm

Tra i titoli migliori a Milano da segnalare il progresso del comparto finanziario, con Bper Banca e Intesa Sanpaolo in rialzo di oltre un punto percentuale. In deciso calo St Microelectronics.

Spread tra Btp e Bund piatto a 167 punti.

Cina

Pechino ha dichiarato che aumenterà le misure di sostegno all’economia. Il Paese incoraggerà le imprese private qualificate a emettere obbligazioni per l’innovazione tecnologica e sosterrà le imprese idonee a quotarsi e a rifinanziarsi, riferisce l’agenzia di stampa statale Xinhua.

Le autorità monetarie cinesi, intanto, hanno lasciato invariati i parametri di riferimento per i prestiti oggi, dopo che la banca centrale ha tenuto fermo il tasso di riferimento all’inizio della settimana, nonostante i segnali di una ripresa meno forte delle attese sembrino richiedere maggiori stimoli.

A pesare sui listini cinesi sono i titoli tech. Il colosso di Taiwan nella produzione di chip, Tsmc ha chiuso il secondo semestre con un calo dell’utile del 23% contro il 27% atteso.

La società stima di chiudere l’anno con un calo del fatturato (espresso in dollari del 10%).

Il Kospi della Corea del Sud è rimasto piatto, con i produttori di chip SK Hynix e Samsung Electronics, in calo, rispettivamente, dell’1,3% e dello 0,6%.

Giappone

Le esportazioni nipponiche sono cresciute molto meno del previsto a giugno, evidenziando la debolezza della domanda cinese e occidentale che continua a compromettere la ripresa post-Covid della terza economia mondiale.

I dati sul commercio pubblicati stamani hanno mostrato che le esportazioni sono aumentate dell’1,5% su base annua il mese scorso, al di sotto del 2,3% del consensus, ma più velocemente del +0,6% di maggio.

Il risultato è comunque un avanzo commerciale di 43,05 miliardi di yen (308,5 milioni di dollari) a giugno, è la prima volta in 23 mesi che la terza economia mondiale si trova con il segno più davanti al dato della bilancia commerciale. A maggio il deficit era stato 1.380 miliardi di yen.

Previsioni

Il decennale italiano rende il 4,07% con 167 punti base di spread per il premio al rischio tra Italia e Germania sulla scadenza 2033.

La seduta di ieri ha visto i rendimenti dell’area euro risalire, dopo il significativo calo registrato dalla scorsa settimana, in un mercato che si fa più cauto in attesa di nuovi dati e dei board Fed e Bce in programma la prossima settimana.

Di ieri sera i commenti della ‘colomba’ Yannis Stournas, banchiere centrale greco e consigliere Bce, secondo cui la stretta monetaria da un quarto di punto prevista al meeting del 27 luglio sarà sufficiente. Un ulteriore rialzo dei tassi potrebbe invece danneggiare l’economia della zona euro.

Guardando ai prezzi sui mercati dei derivati, gli operatori si aspettano che i tassi raggiungano un picco di circa il 3,91% a dicembre dall’attuale 3,50%, in calo rispetto al 4% della scorsa settimana, stante anche il rallentamento dell’inflazione – a livello generale e core – certificato dalla lettura finale Eurostat di giugno diffusa ieri.

Stando all’ultimo sondaggio Reuters pubblicato stanotte, è unanime il consenso tra gli economisti riguardo alla stretta di luglio, mentre sono 40 su 75 – in decisa crescita rispetto al poll del mese scorso – quelli che vedono un altro incremento di pari entità a settembre.

In agenda stamani i numeri sui prezzi alla produzione tedeschi da cui si attende una variazione tendenziale nulla a giugno, in decelerazione dal +1,0% del mese precedente.

Nel pomeriggio, la stima flash sulla fiducia dei consumatori della zona euro a luglio, vista sostanzialmente stabile a quota -16, oltre ai numeri settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione Usa, sempre molto monitorati in ottica Fed.

 

Federal Reserve

Secondo i 106 economisti interpellati da Reuters, il 26 luglio la Federal Reserve aumenterà il tasso d’interesse overnight di riferimento di 25 punti base, portandolo al 5,25%-5,50%, mentre la maggioranza continua a sostenere che si tratterà dell’ultimo aumento dell’attuale ciclo di inasprimento.

Un’economia resiliente e un tasso di disoccupazione storicamente basso, a più di un anno dall’inizio di una delle campagne di irrigidimento più aggressive della storia della banca centrale statunitense, hanno ripetutamente confuso analisti e investitori.

Condividi articolo