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In evidenzaMercati Ven 05 maggio 2023

Tim dà tempo fino al 9 giugno a Krr per migliorare l'offerta sulla rete

Il cda concede un mese al fondo per il rilancio. Chiesta la revoca del comitato remunerazione: si deciderà il 10 maggio Tim dà tempo fino al 9 giugno a Krr per migliorare l'offerta sulla rete
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Cda fiume

Dopo una riunione fiume, in tarda serata il consiglio di amministrazione di Tim ha fatto sapere di ritenere inadeguate le offerte ricevute dal consorzio formato da CdP e Macquarie e dal fondo Kkr per la rete Tim. “Pertanto, considerata la disponibilità espressa da almeno uno degli offerenti a migliorarla, il Consiglio ha ritenuto di sondare tale disponibilità, al fine di ottenere un’offerta finale entro il 9 giugno”.

Secondo quanto risulta a Verità&Affari l’offerta di cui parla il comunicato è quella del fondo americano, per cui a meno di diverse interpretazione il private equity avrà più di un mese di tempo per migliorare la sua proposta, mentre Cassa Depositi e Prestiti sembra fuori gioco.  Kkr ha messo sul piatto 21 miliardi, di cui due legati alla fusione con Open Fiber, mentre Cdp (che è il secondo azionista di Tim) è arrivata a quota 19,3 miliardi. Resta comunque ampia la distanza rispetto alle pretese del primo socio francese. Vivendi infatti valuta l’infrastruttura che comprende la rete  fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop nonché della partecipazione in Sparkle, 31 miliardi. Difficile prevedere al momento se sarà possibile trovare un compromesso.  

Comitato remunerazione

Nel consiglio di ieri, inoltre, una parte dei consiglieri avrebbe chiesto al presidente Rossi la revoca del comitato remunerazione dopo che c’era stata la bocciatura in assemblea delle remunerazione appunto dell’amministratore delegato Pietro Labriola. La richiesta non era all’ordine del giorno, quindi, a meno di altre novità da qui al 10 maggio sarà votata nel corso del nuovo consiglio che si terrà in quella data. Non solo perché sempre ieri sarebbe stato riammesso alla discussione sulle offerte Massimo Sarmi. Il presidente di Fibercop che Vivendi (non ne fa mistero da tempo) vorrebbe alla presidenza al posto di Rossi e che era stato messo fuori gioco per il conflitto di interessi per il ruolo che svolge in Fibercop. Conflitto che sarebbe stato considerato inesistente. 

Poste si tira fuori

Cosa succederà adesso? Possibile che questa soluzione che può essere considerata di compromesso possa andar bene anche a Vivendi che preferirebbe (e anche di questo non ha mai fatto mistero) una scissione proporzionale o il take private che porterebbe all’Opa e poi al delisting del gruppo. Vedremo. Intanto si possono iniziare ad escludere alcune delle strade alternative. Ancora ieri si parlava di di nuovi partner per la Servco. Ma Iliad si è chiamato fuori e anche Poste “non ha nessun dossier aperto su Tim”, come ha chiarito l’amministratore delegato Matteo Del Fante.

Vola il Brasile

Note positive arrivano dai conti. I 12 analisti del consensus stimano nel primo trimestre di quest’anno i ricavi dell’ex monopolista delle telecomunicazioni in aumento del 4,2% sull’analogo stesso periodo dello scorso anno a quota 3,845 miliardi, con quelli domestici in sostanza stabili a 2,836 miliardi (-0,5%). L’Ebitda organico è stimato salire del 3,8% a 1,46 miliardi di euro, per effetto del Brasile dove la previsione è di un + 21,9%. I numeri della trimestrale saranno discussi dal consiglio di amministrazione del 10 maggio.

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