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EuropaPrimo piano Ven 16 giugno 2023

Patto di Stabilità, 11 paesi chiedono all'Ue più rigore

Continuano le discussioni sul Patto di Stabilità e sul debito pubblico 11 paesi chiedono all'Ue più rigore Patto di Stabilità, 11 paesi chiedono all'Ue più rigore
Redazione Verità&Affari
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Patto di Stabilità, 11 paesi chiedono all’Ue più rigore

(Teleborsa) – “L’Unione non si può permettere che i livelli di indebitamento crescano a oltranza da crisi a crisi”. È il messaggio lanciato dai ministri delle Finanze di 11 Paesi Ue, Germania in testa, in un intervento sui giornali dell’alleanza paneuropea Lena sulla riforma del Patto di stabilità. Secondo i ministri “prima della pandemia la politica finanziaria in Europa, a volte, era troppo espansiva”. Oltre che da Berlino, la firma è arrivata da Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Danimarca, Croazia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia e Lussemburgo.

Non c’è l’Olanda, ma la ministra delle Finanze olandese ha precisato immediatamente che “è chiaro” che Germania e Paesi Bassi “condividono gli stessi obiettivi sulla riduzione del debito. Crediamo che ci debba essere spazio per riforme e investimenti, ma abbiamo scelto la nostra strada. Tornare al vecchio patto di stabilità costituirebbe un fallimento, perché non funziona, non è efficace”. I firmatari hanno chiesto di introdurre “criteri quantitativi applicabili in tutti gli Stati membri” e avvertono che “adottando una maggiore focalizzazione sul medio termine non si può neanche arrivare a situazioni in cui le future sfide vengano utilizzate per ritardare o posporre quegli adeguamenti finanziari oggi necessari”.

Il problema resta il debito pubblico

Sul tema è tornato il Commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, affermando che sulla revisione delle regole del Patto di stabilità e di crescita “l’obiettivo della nostra proposta è avere traiettorie graduali ma più efficaci sulla riduzione del debito e al tempo stesso essere in grado di incoraggiare gli investimenti pubblici, specialmente sulle nostre priorità comuni. Queste due esigenze dovrebbero procedere di pari passo”. Arrivando all’Ecofin, Gentiloni ha espresso apprezzamento per “le valutazioni molto positive del Fondo monetario internazionale sulle nostre proposte”.

Il Fondo monetario internazionale ha infatti appoggiato la proposta della Commissione europea sulla riforma delle regole del Patto. “Pensiamo che aiuterebbe ad avere una linea più anticiclica – ha affermato la direttrice del Fmi, Kritalina Georgieva, durante una conferenza stampa – speriamo che i negoziati procedano”.

“Speriamo di avere oggi” discussioni costruttive, ha dichiarato Gentiloni, e “sappiamo che il tempo non è illimitato” e che per avere nuove regole per il prossimo ciclo di bilancio “ci serve un accordo nei prossimi mesi”.

Competere ad armi pari con Usa e Cina

“Il Patto di stabilità e crescita è il mezzo per raggiungere un obiettivo politico e non il fine ultimo. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra la necessità di tornare a finanze pubbliche sane e la necessità di avere il giusto livello di investimenti in due aree chiave: in primo luogo, il cambiamento climatico e in secondo luogo, la sicurezza. Credo che le discussioni si stiano muovendo nella giusta direzione”, ha sottolineato in una intervista al Sole 24 Ore il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire convinto che la riforma del Patto di stabilità, attualmente oggetto di accesissima discussione tra i Paesi membri, debba comunque facilitare gli investimenti necessari per consentire all’Unione europea di competere ad armi pari con gli Stati Uniti e la Cina.

“Il nostro punto di vista – ha spiegato – è che quando uno Stato membro sta già rispettando le regole comuni ed è sotto al 3% di deficit pubblico, non c’è bisogno di avere ulteriori parametri automatici, numerici e uniformi. Questo è l’aspetto chiave su cui, credo, ci sia spazio per discutere. Quando non si rispettano le regole comuni e si supera il 3% del deficit pubblico, è necessario avere una traiettoria credibile di riduzione del debito. Ma non regole automatiche e uniformi“.

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