Eurovita, nel dl Energia la norma per il salvataggio
Il ramo d'azienda acquisito da Cronos sarà iscritto al valore di libro e non al prezzo pagato. Il rosso del 2022 e il doppio ruolo di GoldmanEurovita nel dl Energia
Spunta la norma Eurovita nel decreto energia approvato ieri dal Consiglio dei ministri. L’articolo 10 del decreto stabilisce infatti che la cessione degli attivi delle gestioni separate da parte di una impresa assicurativa in liquidazione possa essere registrata dall’acquirente al valore di carico del venditore e non al prezzo di acquisto.
Una norma a tutela dei risparmiatori che hanno investito nelle polizze della compagnia, si spiega. Che permette l’esecuzione del salvataggio “di sistema” varato a fine giugno con il trasferimento delle polizze vita alla nuova Cronos Vita, partecipata da cinque big del settore. L’iscrizione a bilancio al prezzo di carico evita di trasferire sulle polizze le perdite registrate al prezzo di acquisto, evitando così impatti sui clienti
Il rosso di bilancio e il conflitto d’interesse di Goldman Sachs
Eurovita ha chiuso il bilancio 2022 con una perdita di 1,67 miliardi di euro. Il rosso è l’effetto delle perdita da valutazione sul portafoglio di attività finanziarie disponibili per la vendita (8,1 miliardi a fine esercizio), pari a 1,7 miliardi. E dalle perdite su cessioni per oltre 200 milioni di euro. Tra gli investimenti figura anche un prodotto di Goldman Sachs per 438 milioni di euro. Si tratta di un fondo multi asset denominato Gs Fund II – Income multi sector bond al quale nell’ultimo bilancio è imputata una perdita durevole di valore di 5,4 milioni di euro. Goldman Sachs era, con Bnp Paribas, uno dei due gestori degli investimenti di Eurovita.
Le gestioni separate
La nuova norma prevede che le aziende di assicurazione e riassicurazione, che acquisiscono una parte di attività da un’impresa assicurativa in liquidazione coatta amministrativa nel 2023 possono registrare i loro attivi finanziari relativi alle gestioni separate al valore di carico al momento del trasferimento. Si tratta delle cosiddette polizze Ramo I, pari a circa 9 miliardi di euro sugli oltre 15 miliardi di asset della compagnia.
In altre parole, il valore di carico sarà preso dal libro mastro delle gestioni separate della società cedente, (ovvero la vecchia Eurovita) e non dal prezzo di vendita. La norma non può essere applicata nel caso in cui ci siano differenze dovute a perdite di valore a lungo termine.
Gli effetti fiscali
Questi valori iniziali dei beni finanziari saranno considerati per scopi fiscali sia per l’Ires che per l’Irap per la società cedente e le società acquirente, senza tener conto del prezzo pattuito per l’acquisizione.
Per quanto riguarda gli atti relativi a questi trasferimenti aziendali, le imposte di registro, ipotecaria e catastale, se dovute, saranno applicate alla tariffa fissa prevista dalla legge.