L’inchiesta Consob, l'appunto che inchioda la Juventus
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In evidenzaSport Lun 07 novembre 2022

L’inchiesta Consob, vendite e scambi: l'appunto che inchioda la Juve

L'inchiesta della Consob, la Juventus ha ipotizzato la cessione di Dybala e Bernardeschi nel marzo 2020, tra le valutazioni effettuate. L’inchiesta Consob, vendite e scambi: l'appunto che inchioda la Juve
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

L’inchiesta Consob della Juventus

La Juventus ha ipotizzato la cessione di Dybala e Bernardeschi nel marzo 2020, tra le valutazioni effettuate per ridurre le perdite e mitigare gli effetti della pandemia sui conti della società, per poi lasciare andare entrambi i calciatori a parametro zero nell’ultimo mercato estivo.

È un appunto del direttore sportivo Federico Cherubini uno degli elementi alla base delle contestazioni dell’inchiesta della Consob alla Juventus, che si sono concluse con «l’accertamento di non conformità del bilancio d’esercizio al 30 giugno 2021». Appunto fornito alla Commissione dalla società come elemento di buona fede che diventa (nella ricostruzione effettuata dagli uomini della Consob) prova ulteriore dei dubbi sulla correttezza dei bilanci.

L’antefatto dell’inchiesta

È il 21 febbraio del 2020 – dunque prima dello stop ai campionati imposto della pandemia di Covid – quando parte il primo allarme sulle perdite attese per quell’esercizio. La stima era di una perdita superiore ai 100 milioni, che l’ex direttore finanziario Marco Re propone di ridurre anche con ulteriori cessioni di calciatori. Cherubini stila dunque a mano un elenco di 38 calciatori, intitolato «Strategia mercato x obj budget», dove indica i calciatori potenzialmente vendibili con i valori approssimativi di realizzo, indicati in una forchetta molto ampia. I calciatori sono suddivisi in tre categorie: prima fascia (i calciatori della prima squadra); seconda fascia (Under 23 e prestiti) e terza fascia (Under 19 e i giovani della Juventus Academy).

I nomi dei giocatori

È nella prima fascia che accanto ai nomi di Pjianic e Douglas Costa, poi effettivamente ceduti, troviamo i nomi di Paulo Dybala e Federico Bernardeschi, valutati il primo tra 80 e 100 milioni e il secondo tra 30 e 40 milioni. Nell’elenco anche Alex Sandro (40/50 milioni) e Rugani (30/40 milioni), entrambi ancora in forza al club bianconero. Nell’elenco, in terza fascia, compare anche la giovane rivelazione Fagioli, valutato allora tra 3 e 5 milioni di euro. Ma la Consob non è interessata alle strategie di mercato della Juventus e proprio partendo da quel documento gli ispettori della Consob trovano la conferma dello schema utilizzato – nella ricostruzione della Commissione – per abbellire i conti grazie alle plusvalenze realizzate con gli scambi dei calciatori.

Secondo il club l’elenco, seppure «con valori molto approssimativi», testimonierebbe «la capacità di Cherubini di prezzare calciatore per calciatore in modo sufficientemente attendibile», nonché «il fatto che in molti casi le stime del signor Cherubini sono poi risultate azzeccate rispetto ai valori di mercato». Il ragionamento dovrebbe servire per superare una delle contestazioni avanzate dalla Consob nel corso della sua ispezioni, un tema squisitamente tecnico relativo all’applicazione dei principi contabili Ias (in particolare, precisa la relazione «l’attendibilità dei valori dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori ai sensi del paragrafo Ias 38.47»).

La ricostruzione della Consob

Gli ispettori però fanno un passo ulteriore. Partendo dall’elenco di Cherubini, verificano chi è stato effettivamente ceduto in uno scambio o in cambio di una contropartita in denaro. E trovano così che i sei «scambiati» con operazioni incrociate sono finiti tutti nella cifra massima del documento o molto al di sopra. Quelli ceduti in cambio di denaro sono invece stati pagati meno del valore minimo. L’unica eccezione è quella di Muratore, che in effetti viene venduto a una cifra più alta – 7 milioni contro i 5 del documento di Cherubini -. Ma solo perché, ricostruisce la Consob durante l’ispezione, il calciatore viene ceduto all’Atalanta nell’ambito dell’accordo che aveva in precedenza portato ai Bianconeri dalla stessa Atalanta di Kulusevski.

L’operazione da 60 milioni

Se Pjianic viene venduto nell’ambito di una operazione «incrociata» a 60 milioni (il massimo della stima di Cherubini e il 20% in più della valutazione minima), i giovani Tongya, Petrelli, Senè e Moreno vengono scambiati per prezzi che vanno dal 33% al 100% in più rispetto alla valutazione massima e tra il 167% e il 300% della valutazione minima. Va detto che, come riconosce la stessa Consob, i giovani sostanzialmente privi di esperienza sono più difficili da «prezzare» rispetto a giocatori affermati.

Ma guardando ai giocatori venduti in cambio di denaro lo schema è esattamente l’opposto. Maviddi, Romero, Tourè, Beruatto e Ahamada vengono venduti a cifre che sono tra il 30% e l’86% inferiori al valore minimo indicato nel documento di Cherubini e tra il 36% e l’89% del valore massimo. La conferma di uno schema ben preciso e reiterato nel tempo arriva anche, secondo la Consob, dalla documentazione relativa a un calciatore ceduto dalla Juventus l’anno precedente, il tedesco Emre Can. Anche nel suo caso, era stata ipotizzata una operazione di scambio nella veniva assegnato un valore al calciatore di 60 milioni di euro. L’operazione salta e pochi mesi dopo, Emre Can passa al Borussia per 26 milioni di euro, meno della metà della cifra ipotizzata nell’operazione «incrociata».

L’inchiesta della Juventus

L’atto della Consob esamina anche in dettaglio i singoli scambi, sottolineando le anomalie. Tongya, cresciuto nel vivaio della Juventus, viene scambiato il 27 gennaio del 2021 con Aké Marley del Marsiglia per 8 milioni di euro. «Dallo svolgimento delle trattative tra Juventus e Marsiglia appare evidente che le due società volessero procedere allo scambio senza alcune esborso economico», annota la Consob. Poco più di un anno dopo, Tongya è stato ceduto dal Marsiglia all’Odense Bk, prima divisione danese, a titolo gratuito. Aké Marley è ancora alla Juventus e vale, secondo le valutazioni del sito specializzato Transfermarkt, 2,2 milioni di euro, ancora meno di quanto era stato valutato dallo stesso sito un anno prima (2,5 milioni). «Prima dell’operazione incrociata – è scritto nel documento – Trasfermarkt non attribuiva alcun valore ai due calciatori, trattandosi di giovani. Successivamente, i valori sono sono rimasti ben al di sotto dei valori indicati nei contratti».

La manovra stipendi

L’inchiesta della Consob sulla Juventus, che si è svolta in parallelo con quella della Procura di Torino che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del presidente Andrea Agnelli e di una serie di dirigenti del club bianconero, arriva a conclusioni analoghe anche su un altro punto: quello della «manovra stipendi»: il taglio dei compensi dei calciatori che nel 2020, in piena pandemia, raggiunsero un accordo con il club per rinunciare a quattro mensilità facendo risparmiare alla società 62 milioni di euro. Secondo la Consob (e secondo la procura), un accordo non dichiarato avrebbe previsto il recupero di tre mensilità su quattro, riducendo sensibilmente il risparmio per il club.

Il caso più clamoroso è quello di Cristiano Ronaldo, che da solo avrebbe fatto risparmiare 20 milioni di euro. La «carta segreta» di Ronaldo è agli dell’inchiesta della procura, ma il suo contenuto non è noto. La Consob fa un passo ulteriore e riporta il contenuto delle trattative tra il legale della Juventus e quello di Ronaldo sul tema degli stipendi. Il legale della società descrive il «risultato materiale» dell’operazione «la riduzione di un mese del suo stipendio».

Un caso analogo è quello di Pjanic. Anche in questo caso, gli scambi tra gli avvocati mostrano come l’accordo prevedesse «la riduzione di quattro mensilità di stipendio, da un lato e il rimborso di tre mensilità dall’altro, anche in caso di trasferimento. Nel caso di Pjanic, la società ha osservato che sono state poi pagate al calciatore integrazioni per 2,3 milioni invece dei 4,6 milioni corrispondenti a tre mensilità.

La replica della società

Commentando l’inchiesta della procura, i legali della società hanno affermato che «è utile ricordare che il tema delle plusvalenze per operazioni di scambio (è) un tema che oggi non registra alcuna novità, e rispetto al quale due sentenze della giustizia sportiva hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della Società. (…) Per quanto concerne gli accordi di riduzione e di integrazione degli stipendi, si tratta di iniziative di buon governo societario adottate nel contesto emergenziale della pandemia da Covid 19, che determinò la sospensione delle competizioni sportive calcistiche e la chiusura degli stadi».

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